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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Unleashed - No Sign of Life
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13/11/2021
( 1933 letture )
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Trentatré anni di vita e quattordici album in studio, una seconda giovinezza che continua a scalpitare nella sua esuberanza ed un marchio di fabbrica inciso nella roccia del Nord, ecco gli Unleashed riassunti in un brevissimo manuale di istruzioni. Fedeli alla propria personale strada, i quattro svedesi procedono con il loro storico death metal, qui marcato da influenze thrash e alcuni andamenti death’n’roll e ci donano undici nuove tracce racchiuse sotto il titolo di No Sign Of Life.
Anticipiamolo apertamente, Hedlund e soci non portano nessuna ventata di cambiamento o innovazione stilistica ma, forti di un trentennio di consolidata carriera si muovono su consolidate rotte di freddo death scandinavo, grezzo e bastardo al giusto punto, pescando da influenze stilistiche già esplorate in passato e riuscendo nell’ardito compito di sfornare nuovo materiale tanto interessante quanto frizzante e coinvolgente. Questo grazie alle capacità compositive della band ma anche ad una produzione che ne esalta la risultante, un suono abbastanza nudo e crudo, freddo, pompato ma non estremizzato, con una sezione ritmica ben presente e marcata a supporto di chitarre incisive e rocciose, ben definite nei soli tanto quanto chiare nel riffing ed infine, la storica voce del frontman Hedlund a riempire lo spettro sonoro con le sue linee ritmiche e l’inconfondibile tono. In No Sign Of Life convivono istinto e ragione, innanzitutto perché la band suona il proprio death lineare e coinvolgente da tempo ormai in modo istintivo e personale tanto quanto ragionato e calcolato, con riffing killer, assoli precisi e ritmiche molto curate. Convivono in questa tracklist brani di pura aggressività che colpiscono diretti come la opener The King Lost His Crown ed anche Where Can You Flee, quest’ultimo si rivela esser il pezzo più incisivo della prima metà del disco. Un susseguo di brani estremamente qualitativi si rivela esser la seconda parte dell’album, a ben cominciare dalla titletrack No Sign Of Life e dalla seguente The Highest Ideal, brani in cui il personale suono alla Unleashed emerge prepotente e caratteristico. Il fiore all’occhiello compositivo del disco sta però nel trio finale della tracklist, composto da Tyr Wields The Swords, It IS Finished e Here At The End Of The World, un trittico composto da rabbia musicale, riffing serrati, atmosfere soffocanti e al contempo taglienti, un vero e proprio concentrato di quanto di meglio i quattro vichinghi sappiano creare con la propria musica.
Calato il sipario sull’ascolto la domanda è: era lecito quindi aspettarsi qualcosa di nuovo con No Sign Of Life? No, la storia di più di trent’anni di carriera parla già da sé ed al fronte di ciò gli eterni ragazzi svedesi si divertono a far ciò che amano fare, nel modo in cui lo vogliono fare e riescono nell’intento di divertire ancora. Eppur sia, questo album è caratterizzato da ottime idee e piacevolissimi spunti musicali. I brani corrono via veloci e leggeri, colpiscono, divertono e invogliano successivi ascolti. L’impresa di accontentare tutta la platea risulta sempre difficoltosa ma gli Unleashed faranno sicuramente sintonizzare le antenne dei fans tanto di vecchia quanto di nuova generazione.
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5
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Gli unleashed o si amano o si odiano, io promuovo in pieno questo album....sono più o meno in linea con il recensore!!!! |
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4
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album davvero mediocre e noioso. |
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3
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Brutto forte, stereotipato e con vocals che sono più thrash che death, a tratti sembrano gli Onslaught. Grandissimo passo indietro, per quanto mi riguarda, rispetto a tutti i precedenti almeno fino a As Yggdrasil Trembles. Delusione dell'anno, 40. |
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2
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Ascolto raramente il death/viking e non conoscevo questo gruppo. Questo album è "partito" casualmente su YouTube. Sono rimasto molto colpito e sono andato a recuperare dei vecchi lavori .... tipo...: Before The Creation Of Time . Che botta !!! Gli Unleashed saranno il mio prossimo acquisto . |
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1
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Mi è piaciuto più dei due album precedenti, che avevo trovato un po’ mosci. Hanno sempre avuto un loro stile peculiare e lo hanno più o meno sempre mantenuto nei decenni, in casi come il loro la differenza tra un lavoro e l’altro la fa la qualità dei pezzi. Quando c’è l’album scorre bene, come in questo caso. Sicuramente ci sono anche dei pezzi meno efficaci, che abbassano un po’ la media, ma nel complesso questa volta ho gradito. Voto 75 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The King Lost His Crown 2. The Shepherd Has Left The Flock 3. Where Can You Flee 4. YouAre The Warrior 5. No Sign Of Life 6. The Highest Ideal 7. Midgard Warriors For Life 8. Did You Struggle With God 9. Tyr Wields The Swords 10. It Is Finished 11. Here At The End Of The World
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Line Up
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Johnny Hedlund (Voce, Basso) Tomas Olsson (Chitarra) Fredrick Folkare (Chitarra) Anders Schultz (Batteria)
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RECENSIONI |
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