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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Magellan - Impossible Figures
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25/12/2021
( 1057 letture )
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I Magellan, progetto dei compianti fratelli Wayne e Trent Gardner, sono noti nell'ambito progressive per i primi ottimi lavori Hour of Restoration e Impending Ascension, usciti all'inizio degli anni '90. In realtà il duo ha continuato a pubblicare album anche per la gran parte degli anni 2000, terminando la carriera con l'ultima uscita innocent God del 2007. Sul qui presente Impossible Figures (uscito nel 2003), pur continuando ad occuparsi della gran parte degli strumenti, finalmente i Magellan decidono di avvalersi di due session man per le parti di batteria, abbandonando la drum machine degli esordi. Il genere di riferimento comunque non è cambiato, e si parla sempre di un prog-pomp molto ispirato dalla classica scuola settantiana Yes ed ELP, con diversi richiami alla classica ad opera di Trent Gardner, ma anche con qualche accenno di modernità, nella commistione di generi tipica del progressive rock.
Si parte con la breve introduzione dall'ironico titolo Gorilla With A Pitchfork: tappeti di tastiere elettroniche come se piovesse, e via con il primo vero brano Killer Of Hope. Il riff principale ha un groove decisamente divertente che riporta alla mente i migliori King's X, e il continuo botta e risposta con le tastiere è la forza di un brano che si dipana per ben dieci minuti in diversi intricati movimenti, contornati dal buon ritornello: i Magellan sono decisamente in forma, sia strumentalmente che vocalmente. I richiami alla musica classica cominciano con l'intermezzo Bach 16, tributo pianistico (ma con organo verso il finale) al noto compositore Johann Sebastian Bach, e il cui titolo è forse un riferimento al componimento Fuga n. XVI. Si ritorna tuttavia al rock con il doppio pedale introduttivo di Late For Church, pezzo convincente costruito nel classico stile sinfonico e magniloquente dei Magellan e infarcito di un testo piuttosto critico verso le religioni. È la volta di un altro breve intermezzo, Confessor's Overture, questa volta dotato di tutti gli strumenti, ben suonato ma facilmente dimenticabile. Hymn For A Heathen gioca con delle linee vocali alla Neal Morse, armonizzate dai due fratelli, sfociando verso la fine in un altro numero sinfonico di grande impatto. Di diversa fattura A World Groove che viene aperta da ritmiche tribali, coadiuvate da voce e basso. Il tutto crea un'atmosfera esotica e inusuale, ma nel corso del brano si ritorna al solito prog grooveggiante, continuamente intervallato da strumenti etnici come flauti e congas. Il risultato è molto particolare, ma forse eccessivamente dispersivo ed eterogeneo. Il titolo Counterpoints è con ogni probabilità un'altra citazione verso Bach, tra i più famosi utilizzatori della tecnica compositiva chiamata contrappunto, ma il riferimento alla musica classica si ferma qui, perché la traccia è guidata da chitarra e tastiere, con queste ultime che trovano spazio anche in diversi momenti solistici. La linea vocale tuttavia non convince appieno, azzoppando il pur buono lavoro strumentale. Si giunge alla conclusione con Feel The Cross, dal mood decisamente più cupo e sofferto rispetto ai brani precedenti, che comunque godevano di un discreto brio. La voce infarcita di effetti contribuisce al senso di straniamento e il testo è nuovamente incentrato sul rapporto uomo-religione, filo conduttore che sottende alla maggior parte dei brani di Impossible Figures. Le melodie sono in ogni caso vincenti e il brano è degno di nota.
Al netto di qualche brano fuori fuoco nella sua seconda parte, Impossible Figures è un lavoro discreto, che pur rimanendo nello stile consolidato dei Magellan si lascia ascoltare piacevolmente, in particolare grazie a pezzi riusciti quali Killer Of Hope e Late For Church. Chi volesse approfondire la proposta dei Magellan troverà in questo album un buon candidato, mentre per chi non li conoscesse si consiglia di partire dai primi album.
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5
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Scusate volevo scrivere "triste quella di Wayne". Non che faccia differenza ma suicidarsi dopo aver saputo di essere malato e' un qualcosa di devastante. |
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4
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Triste la storia dei fratelli Gardner,soprattutto quella di Trent. Il disco in questione come già detto da altri e' al di sotto dei precedenti ma sempre piacevole da ascoltare ancora oggi.voto 75. |
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3
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Non il migliore dei Magellan, ma la genialità di Trent Gardner ha modo di manifestarsi anche in un episodio meno memorabile della discografia, come dimostrano pezzi come Killer of Hope oppure A World Groove, dal mood a tratti addirittura funkeggiante. Band sempre dallo stile peculiare, unico nel suo genere. Voto 77 |
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2
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Non come il primo e il secondo ma sempre gradevole. Mi mancano gli ultimi due. In Italia furono quasi di nicchia... |
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1
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Forse il disco più semplice e gradevole dei Magellan, non però il migliore, nè il più originale. Consigliato agli appassionati di prog e i completisti. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gorilla With A Pitchfork 2. Killer Of Hope 3. Bach 16 4. Late For Church 5. Confessor's Overture 6. Hymn For A Heathen 7. A World Groove 8. Counterpoints 9. Feel The Cross
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Line Up
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Trent Gardner (Voce, Tastiera, Trombone) Wayne Gardner (Chitarra, Basso, Tastiera, Voce)
Musicisti ospiti: Stephen Imbler (Pianoforte) Jason Gianni (Batteria) Robert Berry (Batteria) Jeff Curtis (Arrangiamenti)
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RECENSIONI |
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