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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Magellan - Symphony For A Misanthrope
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( 6010 letture )
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Dopo il buono (anche se francamente non molto esaltante) primo album con la InsideOut (Impossible figures del 2003), Trent Gardner e i suoi Magellan tornano sulla scena. Lo stile è sempre quello: prog melodico, che si discosta di poco (se non di niente) dal prog melodico dei precedenti lavori. Forse il limite della band è proprio questo: tecnicamente valida, ma ultimamente incapace di sfornare album dotati di una adeguata dose di fantasia.
Dopo una intro orchestrale, iniziano 8 robusti minuti di Why Water Weeds, sostenuti e interpretati con maestria: convince un po’ tutto, compresi i 2-3 cambi di ritmo (alcuni dei quali dal sapore quasi dance). La successiva canzone, Wisdom, è invece acustica e la voce viene accompagnata da una tastiera dal timbro liturgico e dalla chitarra del fratello Wayne. Si arriva quindi alla metà dell’album, con i 18 minuti di Cranium Reef Suite, la composizione più lunga. E’ proprio questa che riporta a galla i dubbi prima esposti riguardanti la band: c’è “varietà”, sì, ma non c’è appunto fantasia. Gli accordi si susseguono, i cambi di ritmo pure, ma la sensazione generale è di piatto: sarà la batteria innocua di Joe Franco (che sembra ancorata a dover seguire il resto della melodia), saranno le tastiere (spesso dal suono fastidioso e ripetitivo), saranno alcune parti della canzone effettivamente ripetute. Sta di fatto che la composizione non sembra aver niente da dire, già prima della metà. A parte poi l’accademica Pianissimo Intermission si giunge ad un ottantiana Doctor Concoctor in cui retrò, elettronica, effetti e metal si fondono assieme, facendo naturalmente perdere identità ai singoli componenti. Si conclude infine con Every Bullet Needs Blood, titolo curioso per una canzone in fin dei conti piacevole e abbastanza dinamica, cantata a tratti alla hard rock, cadenzata stavolta con una monotonia un po’ meno accentuata e suonata verso la fine addirittura con entusiasmo.
È un album insomma che incarna perfettamente i limiti fisici del cd. Una volta premuto il pulsante play, rimane nella stanza e non fa invece quello che ogni album dovrebbe fare, specie se si tratta di prog: sfondare le pareti (con viva gioia di muratori ed arredatori). Lo si ascolta, e rimane una colonna sonora costante senza mai proporsi per qualcosa di più particolare: a volte qualche soluzione colpisce e ti fa rizzare le orecchie, ma per la maggior parte del tempo (poco, tra l’altro, solo 46 minuti) continui a leggere se stai leggendo, continui a spolverare se stai spolverando, continui insomma a fare quello che stai facendo. Consigliato, a mio avviso, soprattutto ai fan della band. Per gli altri (ma anche per loro, in fondo) consiglio invece Neal Morse. One.
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3
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Questo album è piuttosto fiacco,la mancanza di idee è evidente.In ogni caso i Magellan sono stati un buon gruppo.I primi lavori "Hour of restoration","Impending ascention" e "Test of wills" non saranno capolavori ma mi sono piaciuti.Purtroppo al momento di spiccare il volo si sono persi.Una volta all' l'Inside out,sempre molto attenta a prog e progmetal,hanno deluso con album ben al di sotto delle attese.Peccato,avevano i mezzi per fare di più.Sapevo della scomparsa di Trent Gardner non mi risultava anche quella del fratello Wayne,epilogo molto triste per una band sfortunatissima. |
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2
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I primi due album sono fantastici non riesco a smettere di ascoltarli. gli album successivi non ho ancora avuto modo di ascoltarli. E' stata una band sicuramente con molti limiti e mai baciata dal vero successo. A testimonianza di ciò la morte dei due fratelli Gardner a distanza di poco tempo, passata del tutto inosservata. Wayne morto sucida nel febbraio del 2014 e Trent venuto a mancare a giugno 2016, in circostanze sconosciute... |
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1
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L'11 giugno ci ha lasciati Trent Gardner, tastierista, cantante e leader dei Magellan...grande musicista. R.I.P.  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Symphonette 2. Why Water Weeds? 3. Wisdom 4. Cranium Reef Suite 5. Pianissimo Intermission 6. Doctor Concoctor 7. Every Bullet Needs Blood
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Line Up
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Trent Gardner (Voce, Tastiera) Wayne Gardner (Chitarra) Hal Stringfellow Imbrie (Basso)
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RECENSIONI |
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