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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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03/01/2022
( 977 letture )
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La Finlandia è il paese in cui c’è il consumo pro capite più alto di caffè rispetto al resto del mondo. Ne bevono molto più di noi, relegati -a dispetto del mito popolare - neppure nei primissimi posti. I Bloodride di caffè ne bevono tanto. Mi ci gioco il nuovo Monopoly versione limitata che mi sono regalato per Natale. L’adrenalina la senti nel sound di questo Idiocracy. Energico e coinvolgente sin dalle prime battute, quelle di Rapid Fire e della seguente Burn Perfection. Thrash canonico con spazi azzerati alle aperture melodiche. Peccato per la copertina. Bruttina e, se lo vogliamo dire, un tantino “a buon mercato”.
Ma veniamo alle cose belle. La voce di Jyrki Leskinen è tagliata, cruda e potente. La base ritmica solida e le chitarre sono lì a fare la loro parte concedendosi, come nel caso di Stanger Roots, il piacere del palm muting, delle stoppate e delle ripartenze a tutto braccio. Si avverte palese l’amore per i Sodom e per il thrash/death di quelle fatture sonore, sempre molto dirette. C’è stato un momento nella loro storia quando, parlo del 2014, in occasione dell’album Bloodmachine, erano in sei ed annoveravano una terza chitarra imbracciata, all’epoca, da Niko Karppinen che poi si è accasato con i Ramlord, altra band finnica. Di quella terza chitarra non so quanto ce ne fosse bisogno in quanto le due asce storiche (Teemu Vahakangas e Simo Partanen) fanno egregiamente il loro lavoro tanto che il suono risulta compatto e pesante riuscendo -durante l’esecuzione di Fleshless- a sconfinare nel death alla Morbid Angel. Preaching to the Choir è il brano di punta. Sofferta e variegata la si potrebbe ascoltare all’infinito anche grazie ad una struttura vicina alle produzioni dei primi In Flames. Fa filotto con Inviting Darkness, altra creazione pregevole. Idiocracy è un lavoro maturo ed apprezzabile anche perché sa essere convincente nella scelta di far esplodere la carica con numerose munizioni (Limited ed ancora l’eretica Thoughts and Prayers pezzo, quest’ultimo, da headbanging furioso). Al quarto album, i Bloodride hanno ancora un suono dinamico (Bow to Disorder) riuscendo nell’intento di essere classici, ma non banali (Zombie Walk che è uno speed con rimandi alla NWOBHM, con tanto di ritornello facile da mandare a memoria). Anche il brano di chiusura ha la sua ragione di esistere. Cast Out from Idiocracy è un inno a tirarsi fuori dal potere in mano agli idioti, ad essere liberi e non omologati.
Con Crowned in Hell, l’album di esordio del 2011, i Bloodride avevano scelto la strada del thrash/death super crudo. La scelta, replicata nei successivi Bloodmachine (2014) e Planet Alcatraz (2016), viene oggi ribadita in questo Idiocracy. Album consigliato a chi legge gennaio sul calendario, ma si domanda -con aria sognante e sorniona- se quest’anno l’Agglutination Festival a Chiaromonte ci sarà.
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4
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Un buon album, devo dire perso nella immensità del numero di album di questo genere. 65/100. |
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3
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Sì diciamo che non è originale ma mi piace, magari non 77 ma 70 ci siamo. Vedremo se reggerà alla longevità |
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2
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Mi sembrano i figliocci dei Deathchain, anche loro finlandesi. Per me molto poco originale. |
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1
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Grazie, bella scoperta. Disco che scorre benissimo molto tecnico e potente. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rapid Fire 2. Burn Perfection 3. Stranger Roots 4. Hate and Hatred 5. Fleshless 6. Preaching to the Choir 7. Inviting Darkness 8. Limited 9. Thoughts and Prayers 10. Bow to Disorder 11. Zombie Walk 12. Cast Out from Idiocracy
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Line Up
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Jyrki Leskinen (Voce) Teemu Vahakangas (Chitarra) Simo Partanen (Chitarra) Esa Pennala (Basso) Petteri Lammassaari (Batteria)
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RECENSIONI |
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