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Bloodride - Planet Alcatraz
20/01/2017
( 1085 letture )
Raramente capita di ascoltare musica metal “made in Scandinavia” e di trovarsi di fronte a prodotti non all’altezza o addirittura insufficienti nella produzione o nel songwriting e infatti i giovani e preparatissimi thrashers Bloodride tengono alto il nome del metal finlandese underground da un bel po’ e a fine 2016 pubblicano questo Planet Alcatraz sotto Inverse Records che non fa che confermare quanto di buono e valido si era già percepito con le due precedenti release ufficiali: una band compatta sin dagli esordi e fautrice di un thrash molto americanizzato ma a tratti caratterizzato dai inserti coristici fin troppo “allegrotti” e tipici dei paesi nord europei.

L’apertura spetta a una S.O.B. di tutto rispetto in cui le chitarre dell’accoppiata d’asce Partanen/Vähäkangas si chiamano in continuazione, tessendo trame assolutamente armoniche nonostante il ritmo sia forsennato e la voce da orco incazzato di Jyrki Leskinen, ben supportato dai cori sul ritornello da parte di tutta la band, si stagli perfettamente lungo tutta la durata del brano. L’assalto sonoro prosegue inesorabile con la titletrack in cui i cori generali la fanno ancora da padrone nel ritornello e la parte solista di chitarre, con fulminei scambi di assoli, dimostra sin da subito quanto la preparazione tecnica dei ragazzi di Helsinki sia da pesi massimi assoluti. Lammassaari alla batteria è una vera e propria bomba ad orologeria in continua esplosione, preciso, veloce e fantasioso anche nei semplici e canonici “tupa tupa” ma soprattutto con una “pacca” pazzesca sul rullante che in un brano come War In Me non lascia di certo indifferenti. Beyond Repair benchè sempre pestata dall’inizio alla fine risulta un po’ pesante e sottotono, forse per la troppa ripetitività degli schemi cotruttivi interni al brano, cosa che non si può dire invece della seguente All We Deserve, tipica thrash song americana da pogo sfrenato e con “stop and go” azzeccatissimi che ispirano circle pit a profusione, non solo nelle parti veloci ma anche in quelle più cariche di groove nella seconda metà del brano, anche grazie agli immancabili cori secchi e decisi che caricano a mille la voglia di headbanging. Decisamente più “death ‘n’ roll oriented” Baptizing Demons, un brano figlio della scuola di death scandinavo in purissimo stile Entombed e Dismember ma ovviamente contaminato da una matrice thrash spinta all’inverosimile e quindi con un risultato da badilata in faccia appena svegli la mattina, giusto per farsi un’idea. Se con Grave Is Calling si interrompe decisamente il ritmo fin’ora sostenuto con un mid tempo death ‘n’ roll decisamente efficace soprattuto perchè capace di farci apprezzare per l’ennesima volta ma con molta più chiarezza tutte le capacità tecniche di ogni singolo membro della band, con la spinta da mosh pit estremo di Rat Racer si richiamano pesantemente gli stilemi degli Exodus di Fabulous Disaster e in poco più di due minuti il divertimento è davvero assicurato. Il sigillo all’album viene messo da Storm Under My Skin, pezzo ancora una volta carico di puro thrash americano che nonostante la voce assolutamente monocorde di Leskinen (comunque perfettamente amalgamata nel sistema musicale dei Bloodride) si fa notare per digressioni nel death più estremo e serrato, e l’anomala Marching Off To War, un altro mid tempo che sembra quasi una rivisitazione in chiave metal estremo di una cantata da osteria soprattutto grazie ai tipici cori da stadio a metà e fine brano, che non saranno certo elegantissimi in fase di ascolto ma si sposano perfettamente con il mood generale del brano e la voglia di divertimento della band stessa.

La produzione è decisamente moderna, con bassi pompati al punto giusto e un suono di chitarre decisamente squillante in fase solista ma forse un po’ troppo sporco nell’accompagnamento generale, anche se credo che l’influenza del death scandinavo in questo caso abbia giocato un ruolo fondamentale nelle scelte interne alla band: Planet Alcatraz dei Bloodride attraverso i suoi 35 minuti di divertimento intenso raggiunge decisamente l’obiettivo senza mai strafare ma comunque sottolineando ancora una volta quanto possa essere “semplice” confezionare un ottimo prodotto di massa (in ambito metal, si intende) quando dalla propria si ha una preparazione tecnica solida e una conoscenza altrettanto valida degli stilemi cari al thrash senza mai far percepire all’ascoltatore reiterazioni o simil-plagi. Anche in questo dagli scandinavi c’è ancora da imparare.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
jek
Lunedì 30 Gennaio 2017, 21.43.43
2
Sono ai primi passaggi e confermo le prime impressioni ottima band cattiva e cazzara. Centrata come sempre la recensione per me un 75 lo merita tutto. Ottimi inizio 2017.
jek
Lunedì 23 Gennaio 2017, 20.23.49
1
Nuova ottima segnalazione GHOST gran bella band anche questa, per quel che ho sentito sono veramente cazzuti, dalla scandinavia calano una ridda di giovani band esagerate. Inizio anno col botto. Dovrò fare una scelta per non svenarmi ma questo mi sa che lo compre.
INFORMAZIONI
2016
Inverse Records
Thrash
Tracklist
1. S.O.B.
2. Planet Alcatraz
3. War In Me
4. Beyond Repair
5. All We Deserve
6. Baptizing Demons
7. Grave Is Calling
8. Rat Racer
9. Storm Under My Skin
10. Marching Off To War
Line Up
Jyrki Leskinen (Voce)
Simo Partanen (Chitarra, Cori)
Teemu Vähäkangas (Chitarra, Cori)
Esa Pennala (Basso, Cori)
Petteri Lammassaari (Batteria, Cori)
 
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