|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Cats in Space - Kickstart the Sun
|
19/11/2022
( 994 letture )
|
Una produzione cinematografica più grande di qualsiasi cosa avessimo tentato prima; ci sono voluti nove mesi per completarla. È una vera e propria scatola di cioccolatini musicale con tutte le cose per cui siamo conosciuti... Potrebbe anche essere l'album più costoso che faremo, ma siamo fiduciosi che tutti apprezzeranno appieno la sua maestosità. Kickstart the Sun racchiude tutto ciò che è Cats in Space e molto altro... ne siamo tutti super orgogliosi (Greg Hart).
Potrebbe nascere e chiudersi con le parole di Greg Hart l’analisi di Kickstart the Sun, l’ultimo album dei Cats in Space. Perché effettivamente ciò che dice il chitarrista e maggior compositore della band inglese inquadra perfettamente il nuovo disco. Registrato in parte nei leggendari studi RAK di Londra l’album è un lavoro mastodontico, una vera e propria rock opera con uno special guest straordinario come B.J.Cole, il leggendario suonatore di pedal steel di Elton John, oltre a due ospiti fondamentali: il violinista australiano Ian Cooper, che si è occupato della sezione archi e il britannico Jack Birchwood, che ha curato gli ottoni. L’impianto orchestrale dell’album è fornito da questi due musicisti, al resto pensano le abilità strumentali dei vari componenti della band, le voci del settimo “gatto” Mick Wilson e delle coriste Julie 'The Duchess' Maguire, Emily Lynne e Lara Smiles. Kickstart the Sun affronta i meandri del rock prendendo spunto dalle release dei grandi artisti degli anni ‘70 con poca o scarsa originalità, sebbene sia un prodotto dall’ottimo tasso tecnico.
13 “cioccolatini” dunque, se escludiamo l’intro e l’outro di Kickstart the Sun. Chi ama il genere rimarrà estasiato da King of Stars, suite pomposa di oltre 7 minuti, che presenta vari bridge ricordando i Queen e aprendo nel miglior modo possibile l’album. La festa prosegue con la simpatica e piacevole Poke the Witch, singolo di punta dell’album dall’atmosfera natalizia. Teenage Millionaires è melodic hard rock ben costruito ed eseguito, tanto da sembrare un brano composto da Jim Peterik. L’originalità non è proprio di casa neanche sulla successiva Goodbye to the American Dream, che presumibilmente vuole essere un omaggio a sir Elton, così come la splendida 1,000,000 Miles: questa ballata piena, corposa e sognante è uno dei migliori pezzi del lotto. Fifty-One Pillow Bed fa il pari con Poke the Witch: un brano carino, dinamico, con una buona cadenza ritmica e con la voce di Damien Edwards che gioca bene sulle strofe. Charlie’s Ego è la solita minestra riscaldata, anzi è rovente, ma sempre minestra rimane, pur concedendo un ritornello che sprizza festività e allegria da tutti i pori. Magnificenza e manierismo a non finire contraddistinguono la titletrack e A Big Balloon; mentre si salta sulla movimentata e sorprendente Smoke & Mirrors, che mette in mostra persino un assolo in wah-wah. La ballad Hero vorrebbe emulare 1,000,000 Miles, ma non possiede un ritornello che si stampa in testa. Last Dance Saloon è abbastanza noiosa, fortunatamente il bel passaggio strumentale di tastiera ritira su il brano. Bootleg Bandoleros è il brano più complesso e affascinante del disco: 8 minuti di progressive sontuoso alla Yes fra arpeggi di chitarra cantautorali, melodie eteree di pianoforte, fraseggi ripetuti e aperture alari, come il bridge strumentale dove il suono si perde nell’aere.
Il problema permanente (e a quanto pare insuperabile) quando si parla dei Cats in Space è sempre lo stesso: assomiglia a, sembra un brano di, ricorda i... farina del sacco altrui insomma. Va detto che il sound dei nostri è ormai consolidato e questo Kickstart the Sun lo dimostra, proponendo a tutto tondo la varietà compositiva dei gatti; d’altro canto sono soluzioni già sentite altrove, con una naturalezza compositiva che onestamente i Cats in Space odierni non possiedono e nemmeno cercano. Nel presente la stazza e validità dell’opera rimane, ma il confronto col passato, con ciò che veniva plasmato 45-50 anni fa è impietoso e non si può non sottolinearlo visto che è proprio il gruppo a cercare questo raffronto ripetutamente. Perciò, riprendendo le parole di Greg Hart, questi “cioccolatini” saranno anche buoni, freschi e appetitosi, alcuni ci potranno pure estasiare, ma restano comunque una sottomarca.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
E così dopo numerosissimi ascolti mi sono fatto un\'idea sull\'album (che ho comprato, sia chiaro). Che è sempre la stessa dei precedenti. Bel disco, ma non bellissimo. Invoglia gli ascolti plurimi perché formalmente ineccepibile. Però è come se mancasse qualcosa; qualcosa di nuovo...originale... Un po\' di Queen, un po\' di Foreigner, un tocco di Journey e un filo di Billy Joel, una spruzzata di Styx e l\'opera è conclusa. Le ultime tre righe della recensione mi trovano d\'accordo così come il voto: 75 e aggiungo, per gli stessi motivi, sono anche d\'accordo con l\'ultima riga del post 1 di @Shock |
|
|
|
|
|
|
4
|
@Rob Fleming: ciao Rob, per me ovviamente il disco si compra senza esitazione!! Come ho scritto rispetto la recensione e chi l'ha scritta, ma non la condivido. I richiami al passato ci sono in ogni disco da decenni in tutti i gruppi, ma quando scrivi canzoni di qualità come fanno i Cats tutto il discorso cade nel nulla. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Quoto @Rob, avrei potuto scrivere io il tuo post . |
|
|
|
|
|
|
2
|
@Shock, ti aspettavo. Questo gruppo me l'hai fatto scoprire tu. Sono indeciso. Condivido ogni tua parola sul gruppo. Ho i due precedenti. Quindi...cosa faccio? Azzardo l'acquisto e mi godo tutti i rimandi al passato o risparmio? |
|
|
|
|
|
|
1
|
"assomiglia a, sembra un brano di, ricorda i...", ovvero, come la maggior parte dei gruppi di un po' tutti i generi da trent'anni a questa parte. Quindi, chiudiamo baracca ed ascoltiamo solo quello prodotto fino agli anni novanta, circa. Oppure, se uno se ne frega del assomiglia a questo o quello, semplicemente si gode un ennesimo ottimo album dei Gatti nello Spazio. Più bello di Atlantis, meno di Day trip to Narnia, un disco con il sound anni settanta ben presente, ma con i brani molto ben costruiti e cantati. E Bootleg bandoleros è un brano eccellente in tutto . Sottomarca? Fossero gli alimenti di sottomarca di questa quantità spenderei molto meno in fatto di cibo. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Kickstart the Sun (Intro) 2. King of Stars 3. Poke the Witch 4. Teenage Millionaires 5. Goodbye to the American Dream 6. 1,000,000 Miles 7. Fifty-One Pillow Bed 8. Charlie’s Ego 9. Kickstart the Sun 10. A Big Balloon 11. Smoke & Mirrors 12. Hero 13. Last Dance Saloon 14. Bootleg Bandoleros 15. Kickstart The Sun (Reprise)
|
|
Line Up
|
Damien Edwards (Voce, cori) Greg Hart (Chitarre, sintetizzatore, piano elettrico, campane tubolari, cori) Dean Howard (Chitarra elettrica, cori) Andy Stewart (Pianoforte, tastiere, vocoder) Jeff Brown (Basso, cori) Steevi Bacon (Batteria, percussioni, timpani, Gong, armonica, cori) Musicisti Ospiti: B.J.Cole (Pedal Steel nelle tracce 5, 9,14) Ian Cooper (Archi) Jack Birchwood (Ottoni) Julie “The Duchess” Maguire (Cori) Emily Lynne (Cori) Lara Smiles (Cori) Mick Wilson (Cori)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|