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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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24/01/2021
( 1520 letture )
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In un giorno e una notte La distruzione avvenne Tornò nell'acqua Sparì Atlantide (Franco Battiato, “Atlantide”).
I prolifici Cats in Space tornano con un concept dall’immaginario fantasy, ambientato nel continente sommerso di Atlantide. Siamo distanti diverse leghe da Day Trip to Narnia e purtroppo non solo perché ci troviamo sui fondali marini… musicalmente e qualitativamente infatti, se da un lato siamo ancora entusiasti per via della storia di Johnny Rocket, dall’altro bisogna riconoscere che Atlantis è (perdonate l’associazione), un mezzo buco nell’acqua. Le probabili motivazioni sono disparate e vengono a galla ponendoci alcuni retorici quesiti: forse sono state accelerate le fasi di lavorazione di un nuovo prodotto, data l’impossibilità di esibirsi dal vivo? Forse si percepisce fin troppo la volontà di voler realizzare una rock opera? Forse i continui riferimenti agli anni ‘70 sono fin troppo palesi ed artisti del calibro di The Who, Queen ed Elton John, hanno sicuramente raggiunto ben altri livelli artistici in quegli anni? O forse più banalmente le canzoni non sono all’altezza? I sì in risposta risultano freddi ma quantomai convinti. La sensazione è di trovarsi di fronte ad un buon collage di suoni, ma non ad un prodotto vero e proprio da assaporare in toto, perdipiù l’apporto pomposo dell’orchestra di Mike Moran non fa altro che accrescere tale caratteristica. Atlantis lascia quindi in testa tante domande e poche certezze, pur essendo riscontrabili quest’ultime nella capacità compositiva della band, nel creare trame incantevoli come poche altre nel panorama prog/power pop attuale. L’altra consapevolezza risiede nella prova del nuovo cantante Damien Edwards, vocalist dall’apertura invidiabile, il quale sembra trovarsi a proprio agio sulle esecuzioni “teatrali” del platter. Sta di fatto che le convinzioni finiscono qui. Se non altro si può aggiungere che le melodie migliori siano assaporabili sulla seconda parte dell’album e che l’unica track degna di nota (ma che nota!), sia la suite progressive Marionettes. Un brano pazzesco che, pur essendo fortemente citazionista come del resto la gran parte del prodotto, risulta maestoso, partendo in sordina col duo voce/piano per poi prendere corpo lentamente, esibendo una prova vocale stellare ed esplodendo sull’inciso carico di sintetizzatori e ricco di digressioni. Ad ogni modo nell’album non manca il fattore divertimento: dapprima in evidenza attraverso i richiami all’hard rock settantiano di Spaceship Superstar e Revolution, poi ridotto all’osso sull’arrangiamento AOR di Listen to the Radio ed infine irradiato sul saccheggio musicale messo in atto in Queen of the Neverland. I “gatti” si fanno apprezzare maggiormente su episodi leggeri come la “beatlesiana” Sunday Best e la track da spiaggia Magic Lovin’Feelin’; mentre quasi stancano le ballate I Fell Out of Love with Rock‘n’Roll e Can’t Wait for Tomorrow, peraltro entrambe riempite con inserti discutibili (i cori gospel, l’armonica a bocca… why Greg?). Sono abbastanza gradevoli le ultime due tracce: Seasons Change, con il suo tappeto sonoro “elettronico” costruito dal tastierista Andy Stewart ed il chorus ampiamente riuscito e, tutto sommato, anche la blanda title track. Essa è l’emblema del disco, infatti tenta di realizzare una rock opera attraverso i mezzi tecnici e lo spessore dei musicisti coinvolti, ma la musa ispiratrice pare non volersi far catturare dai Cats in Space.
Un semplice calo d’ispirazione quindi? Si potrebbe anche chiosarla così, poiché il gruppo ha tutte le carte in regola per farci estasiare tramite le proprie abilità. Sicuramente però non con un album di questo tipo! Atlantis li fa rimanere sulla cresta dell’onda, ma sinceramente, fra non molto, potrebbe fare la fine del continente sommerso protagonista della storia, venendo ricordato solamente per il tesoro nascosto Marionettes. D’altronde il titolo è anche premonitore: Atlantide è, secondo la leggenda, destinato agli abissi.
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17
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63? Ma stiamo scherzando? E\' uno dei migliori dischi dei Cats In Sace. Infatti le recensioni di tutti gli altri siti musicali partono dall\'8/10 in su. |
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16
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Non sono per niente d'accordo con la recensione, ma al contempo mi piace. "Prego?!?". Sì, mi piace; è scritta bene, si legge scorrevole e quello che viene detto a commento ai vari brani è condivisibile. Solo che quelli che per Federico sono i punti deboli del cd per me sono i punti di forza. E' molto derivativo (Styx, Elton John, Queen, Journey, in "Sunday best" ci ho sentito addirittura Edoardo Bennato e "Can’t Wait for Tomorrow" più volte cita i Bee Gees); negarlo significa non aver ascoltato il disco. Ma le melodie sono bellissime, gli arrangiamenti pure, le canzoni ti mettono di buon umore. E poi c'è Marionettes ed è sufficiente. 80 |
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15
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È facile nascondersi dietro uno schermo e insultare, l'unica tristezza è il destino da troll che ti sei voluto creare. Cambia pure cento nick e continua pure a diffamare tutti i giorni, non fa alcuna differenza, mi spiace solo per te. Federico scrive su Metallized da quasi cinque anni e non merita che chicchessia si permetta di dirgli che mette voti a caso per scatenare polemiche. Le polemiche ci sono sempre state sui voti e sempre ci saranno, perché chi si prende la responsabilità di una recensione si prende anche la responsabilità della propria posizione e ci mette la faccia. Nessuno è tenuto a condividere quello che scriviamo se non è d'accordo, ma deve rispettare la nostra opinione. Il resto è solo un venticello. |
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14
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Il recensore avrà fatto lo stesso... La mole di voti ad omologare quello in calce fa tristezza. |
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13
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Comprato a scatola chiusa dopo essere stato folgorato dal magnifico Daytrip to Narnia... non mi è piaciuto. Abbandonato al secondo ascolto. |
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12
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Dai, ragazzi, il fatto è ormai sotto gli occhi di tutti: Metallized ha ormai decisamente perso il passo dei siti e webzine concorrenti, che si rinnovano periodicamente, offrono contenuti aggiornati con costanza e regolarità; avete fatto caso che molti degli ex-recensori di Metallized siano emigrati verso altri lidi? Anche graficamente è rimasto indietro anni luce rispetto alla concorrenza, non attira più se non i pochi aficionados; l'unica cosa che è rimasta da fare per sopravvivere è recensire quante cose più distanti possibile, in modo da avere un minimo di "vita virtuale" anche verso lettori e fruitori di altri generi musicali (cosa che non so quanti numeri e visite porti effettivamente), oppure pubblicare una bella "recensione" dai dubbi contenuti in modo da scatenare dibattiti e flame vari, per ravvivare un po' il mortorio che si è venuto a creare... spiace scrivere queste parole, ma è così. Sembra un po' di vedere la stessa storia e fine che ha fatto Nokia sul mercato dei cellulari... |
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11
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Ok, @Shock hai fatto tu l'altra recensione, adesso abbiamo i due punti di vista. Rispondo anche a @Carmine sebbene l'abbia già fatto @Marcello. Per come la vedo io se un album viene citato nelle classifiche di fine anno significa che la media di coloro che le compilano (all'interno della redazione di riferimento? di tutti i collaboratori?) è tale da giustificare la menzione d'onore. Se poi le compila solo una persona, allora, non dico più niente perché tutto il mio discorso non ha più senso. Ecco perché ho scritto la mia perplessità. Avere più punti di vista su un album è sempre importante ed un arricchimento. Non fosse stato citato nell'articolo riassuntivo del 2020 non avrei scritto nulla. Così mi ha stupito. |
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10
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Carmine, significa che è degno di nota. Tu non lo hai apprezzato ? Oppure sei un terzo redattore ? |
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9
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Ah, il tutto col massimo rispetto per il recensore, se non gli piace il disco è una sua considerazione, idem per Alex sul quale farei però un altro discorso in altra sede. |
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8
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Tralasciando certe parole, @Rob la cosa non mi stupisce più di tanto, ultimamente il sito....beh diciamo che.... non dico niente va'...
Le mie impressioni sul disco: Il nuovo disco è STUPENDO!!!
Apre le danze l'intro Dive!, in crescendo e poi parte Spaceship superstar: quel "Let's go" iniziale dice tutto, una bomba hard rock sempre in crescendo, cori fenomenali e assoli stupendi, che canzone!!
Ero un po' scettico sul nuovo cantante, niente di più sbagliato: eccezionale, lo preferisco al precedente che è tutto dire.
Revolution, altro pezzo hard rock, duro quanto basta, bellissimo.
Sunday best, qui iniziano a sentirsi le influenze Queen, che si ritroveranno più volte nel disco per i cori e quei assoli di stampo May, assolutamente brillanti.
Listen to the radio: che dire, un anthem assicurato, da mettere come singolo.
I fell out of love with rock'n'roll, primo singolo, stupendo, brillante, ed emozionante.
Marionettes: forse la mia preferita del disco, Queen dietro l'angolo, accelerazioni, stop, ripartenze, cori ed assoli meravigliosi, non ho più parole.
Magic Lovin feelin, lo spettro dei Boston fa capolino dietro questa ennesima stupenda canzon.
E poi fino alle conclusive Season change e Atlantis, altri due spettacolari brani!!
Altra ottima considerazione: Non trovo parole per descrivere il mix fra melodia, chorus da cantare a squarciagola, solidi ritmiche hard rock ( "Revolution", "Queen Of The Neverland", "Dive!", "Spaceship Superstar"), vocals sublimi da parte del nuovo arrivato Damien Edwards, la cui incredibile estensione ha portato un’altra dimensione ai suoni unici del gruppo.
Il pianoforte spesso detta le linee melodiche da solo o all'unisono con le chitarre e in ogni caso è l'apoteosi della bella musica, quella che ti cattura dopo la prima nota, le ballad sono poche ma entusiasmanti ( la stupenda" I Fell Out Of Love With RnR" e la titletrack, quasi un'opera rock ) e sono le ritmiche, il groove, i refrain che ti avvolgono piano piano fino a farti cantare ( " Listen To The Radio", "Magic Lovin Feeling") che rendono l'album qualcosa di speciale.
L'esecuzione dei Nostri è poi sontuosa ed essenziale allo stesso tempo, d'altronde i membri hanno un curriculum di assoluto valore e la loro classe trasuda da ogni nota senza mai risultare ridondante o stucchevole.
Come rendere splendenti delle già - ottime - melodie? Ovviamente con arrangiamenti ed orchestrazioni sontuose e mai inutilmente pompose, si senta a tale proposito la già citata titletrack...un vero bijoux. |
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7
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ma che sia comparsa nelle chart di fine anno non vuol dire che lo abbiano apprezzato tutti, come potete vedere già per due redattori è un No. |
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6
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Devo ancora ascoltarlo per bene, ma quello che ho sentito mi è decisamente piaciuto. La mancanza di Manzi, che adoro, si sente, ma il nuovo non è male, anche se inferiore imho.
Credo comunque che il voto sia un po' bassino, da quel che ho sentito per ora.
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5
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A me sembra che seppur inferiore al precedente il voto sia un po' troppo severo. Da 88 a 63 è un bel salto. Poi un album che contiene un brano come Marionettes per me non dovrebbe scendere sotto i 70 anche se il resto fossero scoregge. più che registrato in fretta mi sembra leggermente meno chiaro. La voce è più dietro rispetto al precedente e mi pare meno ariosa. Qualche melodia memorabile in meno, ma io un bel 75 glielo darei senza troppa fatica. |
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4
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Ma guarda @Shock, a mio avviso non è nemmeno tanto questione di voti su altre riviste o siti. Quello che mi ha lasciato perplesso è che l'album è stato indicato tra le menzioni speciali del 2020 in ambito hard rock (non conosco il "dietro alle quinte", ma penso che siano scelte redazionali e non solo del singolo). E allora, forse questa era l'occasione di pubblicare due recensioni per un gruppo di nicchia, perché altrimenti avverto un po' contraddittorietà. Peraltro il recensore ha un modo di scrivere che apprezzo tantissimo sebbene sia in molte occasioni stringatissimo nei voti (rimando a quanto scritto per gli Outlaws). Il cd l'ho ordinato, ma non è ancora arrivato per cui mi accontento della Rete, ma l'ho ascoltato molto e tra molto citazionismo mi sembra propri bello. |
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3
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Si, vabbè, un disco che ha preso minimo 8 su 10 ovunque, con una recensione così. Ma per favore....e non si tratta di fanboysmo... |
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2
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Alla frutta. La redazione |
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1
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Che batosta questo disco dopo il meraviglioso Day Trip To Narnia... La recensione dice tutto e la condivido completamente; personalmente la mancanza di Paul Manzi si è fatta sentire molto e il tiro del disco precedente (ma anche di quello prima ancora) sembra essere scomparso a favore di tanti mid-tempo e ballate. Infine il "saccheggio" perpetrato ai danni dei grandi c'è sempre stato nel songwriting dei CIS, ma qui in effetti è proprio tanto manifesto e poco brillante. Un gran peccato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dive! 2. Spaceship Superstar 3. Revolution 4. Sunday Best 5. Listen To the Radio 6. I Fell Out of Love with Rock‘n’Roll 7. Marionettes 8. Queen of the Neverland 9. Magic Lovin’ Feelin’ 10. Can’t Wait for Tomorrow 11. Seasons Change 12. Atlantis
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Line Up
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Damien Edwards (Voce, cori) Greg Hart (Chitarre, cori, campane tubulari, moog) Dean Howard (Chitarre) Andy Stewart (Pianoforte, tastiere, sintetizzatori) Jeff Brown (Basso, cori) Steevi Bacon (Batteria, percussioni, timpani, armonica, whistles)
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RECENSIONI |
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