|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Krushhammer - Blood, Violence & Blasphemy
|
12/01/2023
( 1138 letture )
|
Ci sono volte in cui rifarsi palesemente ai primi gruppi di un determinato genere musicale porta a risultati quanto mai apprezzabili e altre nelle quali il riproporre pedissequamente quanto già fatto in passato risulta invece stucchevole: nel caso dei Krushhammer, luci ed ombre si equiparano e mantengono in equilibrio le due facce della medaglia. Blood, Violence & Blasphemy è il primo full-length del gruppo, formatosi nel 2017 inizialmente con cinque elementi per poi passare a quartetto, e segue l'EP Speed Blacking Hell del 2019.
Qui e là troviamo intrecci con altre band che hanno scritto la storia del metal e di cui i ragazzi sono grandi ammiratori; tanto per cominciare i Nostri hanno le proprie radici in quel di Belo Horizonte (ebbene sì), suonano un thrash con evidenti derive verso lo speed e con un'impronta black metal e fanno dell'old school il loro vessillo sia per quanto riguarda il lato visivo -look del quartetto incluso- che nel songwriting che per quel che riguarda la resa sonora delle registrazioni. Blood, Violence & Blasphemy si presenta infatti con un artwork che puzza di zolfo al primo sguardo, e se poi si passa alla lettura della tracklist tale sensazione non può che rafforzarsi (con titoli che ben rappresentano i temi di una band che presenti la "canonica" croce rovesciata nel proprio logo). Per quanto riguarda le composizioni, come detto, la memoria torna a quanto usciva negli '80s e i riferimenti a Sarcòfago, primissimi Slayer e Venom sono evidenti fin dalle prime note di Morbid Future. Marcel Krusher ha un vocalism tutto sommato adatto alla proposta ma che non si distingue particolarmente quanto a brillantezza e in qualche episodio urla come l'imberbe Tom Araya di inizio carriera (Satanic Fire, The Witcher) e la sensazione di déjà-vu si ripropone man mano che si prosegue nell'ascolto del platter. Formalmente non si possono appuntare grandi difetti al lavoro dei Krushhammer (l'apporto ad esempio di Alberth Desecrator è molto buono) ma volendo allargare il discorso, se da un lato Marcel Krusher come accennato non sembra in grado di fare la differenza dietro al microfono risultando poco variegato, stessa cosa si può dire del drumming "fotocopia" -tupa tupa col pilota automatico- di Philippe Hellish: il risultato è una mezzora scarsa di brani poco distinguibili tra loro e riff di chitarra -parte solistica praticamente non pervenuta- piuttosto ripetitivi e troppo simili, con conseguente calo di attenzione da parte dell'ascoltatore che li può trovare una band molto derivativa e poco più. Un disco che potrà piacere ai nostalgici del genere ma che non sembra avere abbastanza appeal per distinguersi tra le numerose uscite del panorama metal.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Morbid Future 2. Apocalyptic Cult 3. Evil Domain 4. Sorcery Rites 5. The Witcher 6. In the Night 7. Born to Blasphemy 8. Find the Undead 9. Try Suicide 10. Satanic Fire
|
|
Line Up
|
Marcel Krusher (Voce) Nekrolucifer (Chitarra) Alberth Desecrator (Basso) Philippe Hellish (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|