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Lullacry - Sweet Desire
04/02/2023
( 1057 letture )
I Lullacry sono una di quelle band a cui non daresti cinquanta centesimi già solo in base al nome, che denota un senso dell’umorismo degno di Ezio Greggio ai tempi d’oro. Tuttavia, ascoltandoli ci si rende conto che sono un gruppo con una propria dignità e non una brutta barzelletta. Se girovagate in lungo e in largo per l’internet troverete che i Lullacry sono definiti un gruppo gothic metal. Non diciamo fandonie. O meglio, sono sicuramente ascrivibili al genere se prendiamo come punto di riferimento gli H.I.M, specialmente quelli di metà carriera, in bilico tra atmosfera dark e ritornelli orecchiabili con chitarre amplificate il giusto; in quel caso, l’analogia ci può stare. Se invece come punti di riferimento intendiamo la corrente che si è formata a metà anni novanta, con il sound pesante e oscuro che fa da contraltare all’atmosfera malinconica e cantato beauty and the beast annesso, allora siamo proprio su due mondi diversi. Ad esempio con i Theatre of Tragedy non hanno niente in comune, a parte la tizia nuda in copertina. Un motivo che avrà portato la gente a inseriti in quel filone è sicuramente la presenza della voce femminile, e in questo caso è quella di Tanja Layno. All’epoca di questo primo album, però, la loro cantante era Tanya Kemppainen, quindi quello che emerge è che per i Lullacry basta avere una Tania in formazione, e per distinugerle tra loro le chiameremo rispettivamente Tanya con la Y e Tanja con la J.
L’album di debutto è quello che prendiamo in esame oggi, uscito nel 1999, importante perchè con esso segnano la loro entrata nel mercato discografico ed ottengono anche un buon responso, grazie al quale firmano per la Spinefarm, la più grande etichetta finlandese attraverso cui sono passati bene o male tutti i nomi grossi della scena nazionale. Come vedremo la band si assesta su un sound che richiama principalmente agli H.I.M., ma che si confà anche all’hard rock e all’heavy tradizionale, quindi una proposta che si poggia su uno stile gotico molto stradaiolo, con un taglio moderno e abbastanza radiofonico.

Quando si parte con For Evermore l’idea è confermata, nonostante ci venga dato il benvenuto con delle chitarre stile motosega che fa quasi pensare di essere finiti in un album thrash. L’opener si assesta bene sul dualismo tra voce da appeal quasi radiofonico e compattezza sonora, con tanto di exploit finale. Non vorrei però aver dato l’impressione sbagliata con l’evidenziare l’aspetto catchy della proposta, come se si stesse sentendo una via di mezzo tra Kylie Minogue e i The Rasmus, perchè in realtà la nostra band ha chiaramente un’impronta smaccatamente metal. Basti passare ad esempio alla traccia numero tre, All For Nothing, per sentire un retroterra heavy, a partire dall’arpeggio iniziale ma anche quando il brano prende corpo in modo definitivo, con un riffone roccioso e un andamento del brano che prende molto ispirazione dai Metallica, con tanto di “yyyeeeeehhh” e “wwwooooooohhhh” trascinati che ricordano il James internazionale. Anche la title track inizia sempre con un arpeggione, ma la direzione che intraprenderà il brano sarà invece piu riconducibile a quel gothic di fine anni novanta, primi duemila, debitore degli H.I.M; in questo il brano è perfettamente figlio dei suoi tempi, con tanto di break melodico quasi sussurrato e fischiatona chitarristica sul ritornello finale. Un poco più ostica è Downwards, che si giostra molto bene su due temi principali, presentando un attacco soffocante quasi doom alternato a un ritornello lento e melodioso, aggiungendo anche un giro di basso e una voce supplementare addetta agli urli, passando in rassegna come il brano più articolato sentito finora. Non so se vi è sfuggito che il recensore continua a fare riferimento agli H.I.M, perchè con tutte le poche volte che vengono citati potrebbe essere, ma non sarà un caso che Whisper in the Chaos si avvalga della presenza di Villie Valo come guest dietro il microfono. Un po' più incomprensibile è il fatto che venga utilizzato nell’episodio meno H.I.M dell’album, visto che inizia con un riff tagliente grim adn frostbitten che rimanda quasi al black, tant’è che la sua performance non è proprio delle migliori, risultando spesso caotica e fuori luogo, nonostante il suo range ampio cerchi di salvare il salvabile dove possibile. Altra canzone che parte con un bel riffone è The Chant, sebbene qui siamo su lidi più metal strettamente inteso con accenni quasi folk, e ritorna il cantato di Tanya a dialogare con i riff armonici, cercando anche di sovrastarli durante il ritornello, ma le chitarre si prenderanno ampiamente il loro spazio durante il bridge. Più orientata verso il gothic è I Will Make My Paradise, a partire dalla costruzione iniziale e mantenendo lo stesso canovaccio stilistico in tutto il brano, non lesinando anche un pregevole e velocissimo assolo prima del ritornello finale. Il tutto finisce in meno di tre minuti, rientrando appieno nella nostra categoria del breve ma intenso. Feardance risulterà invece di tutt’altro approccio, dato che fin dall’intro si presenta più atmosferica e, anche quando esplode nella sua fragorosità, non raggiunge comunque mai un elevatissimo numero di bpm, oltre al fatto che in questo caso la durata è di sei minuti abbondanti. Chiave del brano è l’andamento sostenuto ma mai troppo veloce, che si basa sulla voce a guidare il tutto e supportata dalla batteria, che nel break ha anche il suo momento di gloria per eseguire una sequenza di fill in solitaria, prima che arrivino le chitarre ad arricchire tutto con i loro fraseggi. Si chiude con The Autumn, un brano acustico più gothic nella sua essenza concettuale e di conseguenza anche il più triste, a partire dal suo arpeggio malinconico, che è l’ossatura della canzone insieme al testo profondamente nichilista.

Di per sè l’album ha tutte le carte in regola per essere considerato più di un mero divertissment, nonostante non riesca a lasciare un segno indelebile come accade di solito per gli album di debutto, dove genericamente risiede il genio e l’ispirazione vincente degli artisti. Ha dalla sua anche di non soffrire troppo la concorrenza quando un genere è in saturazione, dal momento che la band possiede una personalità propria e uno stile preciso, non limitandosi a essere copia carbone di band precedenti. Il problema, però, risiede nel fatto che le canzoni non riescono a spiccare del tutto, nonostante non si possa certamente parlare di pezzi brutti, anzi. La voce non è di quelle che può risultare entusiasmante a tutti, ma la cantante fa il suo, così come sono indubbie le capacità dei restanti componenti. L’album ha quindi il difetto di rimanere in un limbo, sicuramente abbastanza buono da andare nettamente oltre la sufficienza, ma non così tanto da far ottenere alla band un posto di rilevanza all’interno del panorama e del genere stesso. Da lì a poco i Lullacry proseguiranno con Crucify My Heart, nel quale avviene il cambio di line up e c’è l’arrivo di Tanya con la J, con successivo mutamento di direzione stilistica. Tuttavia, possiamo dire che non si tratta di uno dei cambi più clamorosi nella storia del metallo, nonostante la carriera della band continuerà in leggera ascesa e l’album menzionato sarà quello con cui verranno maggiormente ricordati. A maggior ragione se consideriamo che Tanya con la Y tornerà in formazione nel 2014, poco prima del definitivo scioglimento. Ma questo non significa che le due cose siano necessariamente correlate. Detto ciò, possiamo annoverare i Lullacry tra le band riservate agli appassionati, dal momento che non sono tra le più rinomate, ma che sanno sicuramente farsi aprezzare dagli ascoltatori navigati, avendo l’attitudine adatta per chi deve suonare questo genere.



VOTO RECENSORE
69
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
1999
Spinefarm Records
Gothic
Tracklist
1. For Evermore
2. Alone
3. All For Nothing
4. Sweet Desire
5. My Dear Skinwalker
6. Downwards
7. Whisper in the Chaos
8. I Will Make My Paradise
9. The Chant
10. Feardance
11. The Autumn
Line Up
Tanya Kemppainen (Voce)
Sami Leppikangas (Chitarra)
Sauli Kivilahti (Chitarra)
Kimo Hiltunen (Basso)
Jukka Outinen (Batteria)
 
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