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Highlord - Freakin’ Out of Hell
14/02/2023
( 992 letture )
Ebbene sì, recensire a volte non è affatto una passeggiata di salute. Si rischia anzi spesso, perlopiù a causa della mancanza del tempo necessario per assimilare un’opera come si deve o semplicemente per pura superficialità, di esprimere giudizi affrettati, a volte persino di prendere cantonate colossali (e la storia ne è piena). E così capita che ci si ritrovi fra le mani questo dischetto dei torinesi Highlord e che emerga subito il preconcetto - che è poi il principale nemico dei critici a qualsiasi livello – con il quale ormai da anni marciano i detrattori della quasi totalità dei gruppi di power metal nostrano e non. Genere finito da anni, band bollita, ergo robetta che merita ben poca considerazione. Scagli la prima pietra chi, solo alla vista del moniker, non abbia pensato qualcosa del genere. D’altronde il primo svagato ascolto di Freakin’ Out of Hell non sembra fare altro che confermare tutto ciò, con quella produzione ahimè tutt’altro che eccelsa – cosa che la band si porta dietro già da qualche tempo e di cui è probabilmente complice l’ennesimo cambio di etichetta discografica – e con la vocalità di un Andrea Marchisio non sempre a fuoco e di tanto in tanto un po’ sopra le righe. Per non parlare di quell’atmosfera prog anni Novanta che ai più potrà sembrare, oltre che superata, quasi irritante. Ce ne sarebbe insomma per riporre il suddetto disco nella sua custodia e giudicarlo come dimenticabile. Ma è chiaro che recensire non può limitarsi ad una passata e via alla stessa stregua di un normale fruitore musicale, il quale può senza dubbio permettersi il lusso di giudicare un album dopo mezzo ascolto. Chi scrive di musica, anche solo per mero diletto, non deve arrogarsi il diritto di etichettare negativamente il lavoro di signori musicisti senza averlo un minimo scandagliato, costi quel che costi.

L’ennesima riprova del fatto che un giusto approfondimento vada concesso a chiunque è rappresentata proprio da Freakin’ Out of Hell. Pacifico che non si tratti di un album che entrerà nella storia del metal, bisogna altresì ammettere di essere di fronte a un’uscita che prende quota dopo numerosi ascolti e che al netto dei difetti sopra elencati, di qualche eccessiva ridondanza qua e là e del fatto di essere in alcuni passaggi fin troppo derivativo, merita dovuto rispetto. Certamente il fantasma dei primi Dream Theater infesta pesantemente l’intera tracklist, tuttavia è paradossalmente dove esso si manifesta maggiormente che albergano gli episodi più godibili. Soprattutto nella trilogia iniziale (Soul Sucker, Freakin’ Out of Hell, Sweet Unknown) l’alchimia funziona piuttosto bene, grazie anche a un Luca Pellegrino (membro più longevo della band) che torna finalmente a picchiare come un tempo, nonché ai notevoli tappeti di tastiera alla Kevin Moore che Davide Cristofoli elargisce a profusione. La tracklist alterna episodi abbastanza ispirati (If You Say Yes, Eyes Open Wide, Fallen from Grace oltre ai tre già citati) con altri non proprio memorabili come Off the Beaten Path, The Devil’s Doorbell, One Eyed Jack e la timida ballata Hollow Space, la quale offre però la migliore prova dietro il microfono di Marchisio. Brani in ogni caso tutti accomunati dalla buona perizia e dal notevole impegno dei musicisti.

Un impegno che si percepisce agevolmente, se si vuole farlo. Altrettanto evidente è che Freakin’ Out of Hell non significhi di certo un ritorno della band ai fasti di When the Aurora Falls…, quanto piuttosto il compimento di un bel salto di qualità rispetto agli ultimi non proprio esaltanti lavori. Non v’è dubbio che anche stavolta i detrattori del power italico avranno di che dire e non resterà che farsene una ragione. Appare comunque ammirevole il fatto che gli Highlord, al pari di altre realtà tricolori, vadano avanti per la loro strada non soltanto dimostrando una certa coerenza di pensiero, ma infischiandosene delle mode e persino del mercato discografico. Solo questo basta e avanza per concedere loro più di una chance.



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
Le Marquis de Fremont
Lunedì 20 Febbraio 2023, 15.54.42
7
Bien sûr, Monsieur Valjean, mi sembra che da \"Ebbene sì, recensire a volte non è affatto una passeggiata...\" fino a \"... in alcuni passaggi fin troppo derivativo, merita dovuto rispetto\", non si parli affatto dell\'album ma di tutto un insieme di cose e valutazioni che ci stanno attorno. Un supercappello per prepararsi a dire dire che il disco non è un granché ma potrebbe anche non esserlo... Mi scusi ma avesse fatto solo la parte che inizia da \"Certamente il fantasma...\" non avrei fatto questa valutazione. Il \"de gustibus\", poi, si applica anche solo a questa parte e il cappello non centra niente. Au revoir.
YO
Giovedì 16 Febbraio 2023, 11.53.46
6
When the Aurora Falls rimane un grandissimo album. Curioso di ascoltare questa nuova uscita
Fatal Millennium
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 17.28.24
5
Atmosfera prog anni \'90. Quindi?Non va bene?La musica è buona o meno a prescindere dalle sonorità
Valjean
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 15.19.21
4
E perchè mai dovrei arrampicarmi sugli specchi allo scopo di scriver bene di qualcosa o di qualcuno? Il buon vecchio \"de gustibus\" resta sempre valido. O c\'è dell\'altro che mi sfugge?
Le Marquis de Fremont
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 13.18.36
3
Voilà, già dal fatto che la recensione abbia cappello, preamboli e distinguo vari, si capisce che ci si sta arrampicando sugli specchi, per dire qualcosa di positivo. Uscita di inizio dicembre, se non erro, l\'ho già ascoltata e riascoltata. Mi dispiace ma pour moi, è un disco brutto che contiene canzoni brutte. Hanno difficoltà nel songwriting e mancanza di idee. Questo al di la delle intenzioni e del rispetto che si deve a questa band. Sorry. Per curiosità, mi piacerebbe sapere da Mosieur Valjean a quanto corrisponde il numero di ascolti necessario, che avvio il counter... Au revoir.
Davis
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 10.40.05
2
peccato per la gran brutta copertina. Con i mezzi attuali e con la fantasia si può far meglio no? vale per i 7 secondi di Cupra...
Enrico
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 6.14.45
1
Non conoscevo questa band. Molto interessante per il fatto che - come leggo nella recensione - si rifanno addirittura ai primi Dream Theatre. Se addirittura \"When the Aurora Falls\" è nettamente superiore a questo, non vedo l\'ora di leggerne la recensione.
INFORMAZIONI
2022
Rockshots Records
Power/Prog
Tracklist
1. Prelude to Hell
2. Soul Sucker
3. Freakin’ Out of Hell
4. Sweet Unknown
5. Off the Beaten Path
6. Hollow Space
7. If You Say Yes
8. Eyes Open Wide
9. The Devil’s Doorbell
10. Fallen from Grace
11. One Eyed Jack
Line Up
Andrea Marchisio (Voce)
Marco Malacarne (Chitarra)
Davide Cristofoli (Tastiera)
Massimiliano Flak (Basso)
Luca Pellegrino (Batteria)
 
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