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27/04/25
THE LUMINEERS
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House of Lords - Demons Down
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02/03/2024
( 1011 letture )
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Il terzo capitolo della saga degli House of Lords vede la luce nel 1992, nel pieno della deflagrazione del fenomeno grunge, un periodo non proprio ideale per il genere proposto dalla band. Demons Down, visto il momento tutt’altro che benevolo per l’hard/AOR/pomp, viene rilasciato da una nuova etichetta, con la formazione che fa sempre pieno riferimento all’ottimo singer James Christian e al grande Greg Giuffria, ma con alcuni corposi rimpasti rispetto al magnifico debutto e all’ottima seconda uscita. La sezione ritmica muta totalmente con l’ingresso di due vecchie volpi della scena rock come Sean McNabb (Quiet Riot) al basso e l’impareggiabile Tommy Aldridge (Whitesnake-Ozzy-Gary Moore e un’altra dozzina di band mitologiche) alle pelli, unitamente al terzo chitarrista in tre album, rappresentato da Dennis Chick. L’entusiasmo pervade la nuova formazione, tanto che il singer Christian ricorda che: Demon's Down è stato un album che si è rivelato favoloso. Avevamo un ottimo budget e abbiamo realizzato un’opera meravigliosamente composta da grandi canzoni, senza riempitivi. Ero totalmente soddisfatto della sua riuscita e speravo lo potessimo davvero portare direttamente al successo, in cima alle classifiche. Cosa che invece non avverrà mai: il grunge produrrà un impatto distruttivo non solo per il full length ma anche per l’ensemble che, addirittura, si scioglierà l’anno seguente, nel 1993. Il disco genera due singoli, la titletrack e la ballad What's Forever For e viene registrato tra il 1991 e il 1992, con la scaletta imperniata su 10 tracce per una lunghezza di oltre 46 minuti di musica varia, tosta ed eccitante, prodotta da David Thoener e dalla stessa band.
All’interno dei brani proposti, tutti scritti dal duo di comando, spiccano tante collaborazioni eccellenti, segno che il progetto era stato pensato in grande: Paul Stanley dei Kiss appare alle backing vocal su Can’t Fight Love, David Glen Eisley (già cantante nei Giuffria) ad occuparsi di molti cori aggiuntivi per l’intera durata del timing, il grande Alan Pasqua (Giant e tante altre realtà rock), tastierista d’eccellenza, co-compone un brano in scaletta, mentre Mark Spiro, aureo songwriter per vagonate di gruppi ed artisti americani, appone la propria firma su due pezzi. Insomma, un bel parterre con premesse agguerrite e alte aspettative, poi andate deluse. L’album si accende subito con l’opener O Father che incarna il vero spirito della band, grazie ad un inizio magniloquente tra atmosfere e key, che danno l’abbrivio ad una buona song hard, con il singer sugli scudi e una ritmica pressante e profonda, condita da porzioni melodiche di classe, sfocianti in un chorus memorizzabile. La titletrack parte arpeggiata e poi ci da dentro di brutto con un up tempo potente ed atletico, chitarre torride e la consueta prestazione di alto lignaggio di Christian, che riporta al dorato debutto, mentre What's Forever For è ballad ispirata e totale che fantasticava di cieli azzurri da scalare, vedasi chart, e che dovrà accontentarsi di essere apprezzata dai fan più fedeli. Ottima la produzione per l’intera durata del disco, con un sound di batteria secco e coinvolgente e dinamiche mai scontate, ora pulite e in altri frangenti meno, ma sempre efficaci e taglienti. Talkin' 'Bout Love è hard oscuro guarnito da una guitar cupa, tastiere cerimoniali e un torrenziale doppio solo dell’ascia, Spirit of Love, con lo zampino di Spiro in fase di scrittura, si abbiglia da canzone lunare, sofisticata, con inequivocabili miasmi Whitesnake-iani. Down, Down, Down, con il suo hammer on iniziale, si sviluppa su un 4/4 americanissimo da lanciare in faccia al pubblico di arene gremite di qualche anno prima e che, d’ora in poi, rimarranno miseramente vuote per un genere in pieno declino. Metallic Blue accelera su uno spartito bello pestato e un succoso solo di hammond seguito da una guitar delirante, Inside You è una fantastica, strepitosa, ballad: toccante, zuccherina, ispirata, sognante, con melodie da empireo; una composizione preziosa da suscitare brividi ancora oggi, con i vocalizzi del singer da custodire gelosamente e arrangiamenti incastonati, semplicemente stellari. Johnny's Got a Mind of His Own è scampolo duro e pure bello scatenato, mentre la tracklist si chiude con Can't Fight Love: un up tempo che spara grandi cartucce su coralità totalizzanti, ritmiche decise e melodie ispide, una degna chiusura di un album incantevole, uscito in tempi sbagliati.
Dopo lo split del quintetto il valente chitarrista Dennis Chick si unisce ai Freak of Nature, realtà formata da Mike Tramp dopo lo scioglimento dei White Lion, con James Christian che si dedicherà ad altri progetti musicali e Greg Giuffria che, praticamente, chiuderà con la carriera musicale, diventando un vero e proprio business man di alto livello. Dopo vari ritardi legali ai diritti sul nome dell’ensemble, il gruppo si riformerà nel 2000, presentando la stessa formazione del primo e incomparabile album di debutto, al di fuori del lungocrinito Giuffria, come detto, con il combo che ripartirà dando alle stampe il quarto disco uscito nel 2004, titolato The Power and the Myth. Da quel momento il monicker rimane in saldo possesso di Christian che non si fermerà più e continuerà a pubblicare nuovi dischi, con scadenze regolari, per la nostrana Frontiers Music. Demons Down incarna una splendida release, da avere assolutamente, per ricordare i tempi in cui, nonostante l’hard rock/AOR fosse stato cacciato dal paradiso, continuavano a venir rilasciati CD di elevata caratura, pregiata qualità e spettacolare gusto. Grandi, grandissimi House of Lords cristallini testimoni di un’epoca.
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5
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Grandissimo disco! Nella mia personale classifica lo metto un pelo dietro Sahara e all’omonimo, ma - con pezzi come Metallic Blue, Can’t Fight Love, What’s Forever For e altri ancora - direi che è un album decisamente… inattaccabile. Voto 85 |
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4
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Epic ha ragione...Avevo comprato il debut album , pieno di aspettative, davvero meraviglioso , con una produzione granitica, poi il secondo Sahara , sempre su buoni livelli , ma il terzo lo avevo sottovalutato e rimosso subito. Vado a riascoltarlo, grazie |
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3
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Gran bel disco. Gran canzoni e gran voce di James Christian. Metallic Blue l\'ha ascoltavo in loop come se non ci fosse un domani. |
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2
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Bellissimo, lo piazzo al secondo posto dopo il mitologico debutto |
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1
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È vero come è scritto nella rece che nel \'92 c\'era ovviamente la grunge Invasion, ma grazie a lavori come questo l\'aor di matrice hard rock si difendeva ancora bene ( il peggio per il genere sarebbe arrivato qualche anno dopo ), come testimoniarono anche Giant e Unruly Child, anche loro al vertice dell\'annata. Album pieno di ottime canzoni come Metallic Blue che diventerà un cavallo di battaglia per le generazioni successive come gli Steelhouse Lane |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. O Father 2. Demons Down 3. What's Forever For 4. Talkin' 'Bout Love 5. Spirit of Love 6. Down, Down, Down 7. Metallic Blue 8. Inside You 9. Johnny's Got a Mind of His Own 10. Can't Fight Love
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Line Up
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James Christian (Voce) Dennis Chick (Chitarra, Cori) Gregg Giuffria (Tastiera, Cori) Sean McNabb (Basso, Cori) Tommy Aldridge (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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