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House of Lords - The Power and the Myth
( 3828 letture )
Alla fine degli anni 80 gli House of Lords pubblicarono due album di culto: l’omonimo debut ed il successivo capolavoro Sahara, mentre nel ’92 diedero alle stampe Demon Dawn. Da allora sono trascorsi 12 anni e ne è passata di acqua sotto i ponti… Innanzitutto c’è stato l’abbandono del tastierista Greg Giuffria, da sempre -insieme al singer James Christian- l’anima della band. Ora, dopo tre anni di preparazione, gli House of Lords grazie al lavoro della Frontiers, tornano con questo The Power and the Myth, ma non sono tutte rose e fiori… Il nome House of Lords si combina inscindiblimente con potenti melodie, chorus sublimi, maestosi arrangiamenti, grandi melodie vocali, il tutto impreziosito da stupende armonie di tastiera. Adesso è normale che passati dodici anni lo stile e le influenze possano cambiare, ma alcuni elementi sono spariti del tutto, soprattutto a livello di armonie vocali e di chorus, oltre che di arrangiamenti di tastiera, cosa dovuta soprattutto all’assenza di Giuffria e che, nonostante gli eccellenti sostituti, si avverte a livello di songwriting. Rispetto ai due masterpiece, The Power and the Myth risulta leggermente più progressivo, con influenze “zeppeliniane” ed alcune di modern-rock, per un sound che risulta piuttosto cupo. L’album inizia con Today, che parte con un soffuso arpeggio di chitarra, seguita da un crescendo di tastiere e chitarre, su cui la voce di Christian fa un buon lavoro a livello armonico. La successiva All is Gone è un discreto up-tempo, ben arrangiato, ma il chorus è troppo debole. Influenze orientaleggianti fanno capolino, grazie ad un simil sitar, in Am I only One una ballad ben suonata ma priva di pathos. I tempi salgono con Living in Silence sostenuta da un robusto drumwork ed un buon lavoro di chitarra, ed un chorus orecchiabile rende la canzone più che sufficiente. La strumentale titletrack si fa apprezzare per l’ottimo lavoro di Ken Mary alla batteria e per il duello Sherinian/Cordola, ma poteva essere strutturata meglio. Le cose cominciano a migliorare con l’arabeggiante The Rapture ricca di arrangiamenti molto ben fatti e per un ottimo solo di Cordola. Highlight dell’album è la pop-oriented -e ricca di ottime melodie- Man Who I am in cui Christian sfodera finalmente una voce degna del passato, ottima sia nelle strofe che nei chorus; discreta soprattutto a livello strumentale Mind Trap ma le parti vocali mi sembrano fuori luogo. Purtroppo nonostante l’ottima performance strumentale di tutti i musicisti e la perfetta produzione, questo The Power and the Myth ha un diffeto fondamentale: è un album degli House of Lords, per cui ci si aspettano cose di gran lunga superiori. Qui mancano i grandi chorus che tutti hanno apprezzato in H.O.L e Sahara e le canzoni accattivanti e memorizzabile che sono stati un trademark della band, cosa che qui abbiamo in un paio di canzoni (Today e Man Who I am). Un album discreto, ben suonato, ben prodotto, interessante, che potrà piacere a molti, ma che potrebbe essere una delusione per i fan di lunga data degli House of Lords.


VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
74.11 su 112 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2004
Frontiers records
Hard Rock
Tracklist
1. Today
2. All Is Gone
3. Am I The Only One
4. Living In Silence
5. The Power & The Myth
6. The Rapture
7. The Man Who I Am
8. Bitter Sweet Symphony
9. Mind Trap
10. Child Of Rage
Line Up
James Christian (Vocals)
Lanny Cordola (Guitar)
Ken Mary (Drums)
Chuck Wright (Bass)
Derek Sherinian, Allan Okuye, Sven Martin, Ricky Phillips (Keyboards)
 
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