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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Slowdive - Everything Is Alive
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30/06/2024
( 1132 letture )
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Ci sono voluti ben sei anni ma, alla fine, gli Slowdive hanno dato un seguito all’ottimo, omonimo album pubblicato nel 2017, il primo dopo la reunion avvenuta qualche anno prima. Un lungo lasso di tempo è dunque intercorso tra le due pubblicazioni, imputabile in parte alla crisi pandemica, e durante il quale due membri del gruppo sono stati confrontati alla perdita di un genitore -la madre di Rachel Goswell e il padre di Simon Scott sono deceduti in quel periodo. Il leader Neil Halstead ha raccontato che, in questo contesto, la musica ha rappresentato una sorta di via di fuga per i compagni. Eppure, invece che impregnarsi di quel dolore, il contenuto del disco sembra averlo in qualche modo dissipato. Everything is Alive è infatti l’album più luminoso mai scritto dagli Slowdive; se si considerano questi eventi, il suo titolo non è forse casuale.
Il lavoro viene anticipato dal singolo Kisses, brano ovattato e catchy di tipica marca Slowdive, piuttosto vicino al contenuto del precedente self-titled. Le similitudini però si fermano qui. Ad un primo ascolto, Everything is Alive può infatti spiazzare. L’iniziale Shanty ci accoglie in un universo soffuso e ipnotico, tessuto dalle note di un sequencer e dove le chitarre si limitano a episodiche scariche riverberate. Anche la voce, tradizionalmente già in secondo piano, arretra ulteriormente, sino a fondersi e sciogliersi nell’atmosfera uggiosa della canzone. La struttura dilatata e minimalista fa immediatamente pensare a Pygmalion, il terzo lavoro del gruppo che, ammantato da una carica sperimentale ed ostica, ne aveva sancito la fine. La preoccupazione di trovarsi davanti ad una replica di questo controverso episodio viene però fugata da un ascolto approfondito, anche se il cambiamento rispetto a Slowdive è sostanziale. Everything is Alive è infatti basato su del materiale che Neil Halstead aveva scritto con un sintetizzatore modulare, nel 2019, in vista di un album solista che non ha mai visto la luce. Di conseguenza, la presenza dei synth è centrale sul nuovo lavoro. Questi vengono utilizzati per mettere in piedi melodie semplici e ripetitive, per un risultato sognante ed aereo. Pare insomma di trovarsi sospesi in una nuvola, come il titolo di Chained to a Cloud d’altronde suggerisce. Un’idea melodica ripetuta incessantemente, attraversata da strati trasversali e spumosi, sorretta il più delle volte da una batteria filtrata e volta a creare dei paesaggi sonori estremamente vasti e umidi, nei quali immergersi e dai quali farsi avviluppare. Da questo punto di vista, Everything is Alive richiede tempo e diversi passaggi nel lettore, malgrado la semplicità a volte sorprendente, sempre volontaria, delle trame melodiche. La strumentale Prayer Remembered segna l’apice di questo nuovo approccio, riproponendo con pochissime variazioni una dolce melodia per quasi cinque minuti. Un’esperienza a metà strada tra la musica d’ascensore e l’ipnosi terapeutica. Disarmante e struggente allo stesso tempo. Un carattere dilatato che si ritrova anche nella splendida Andalucia Plays, tutta giocata attorno a melodie soffuse e ai colpi riverberati della batteria. La voce del leader riprende finalmente un ruolo di primo piano, pur dissipandosi tra le lente spire della canzone. La conclusiva The Slab si rivela più concitata, ma continua a galleggiare in questa sorta di caldo e rassicurante liquido amniotico. Con Alife, la band ritrova un po’ di grinta, la canzone si mostra energica, mettendo maggiormente in avanti le chitarre e le voci intrecciate di Halstead e Goswell. Come la già citata -e ottima- Kisses, siamo di fronte all’episodio che più ricorda gli Slowdive del recente passato.
Insomma, pur senza toccare gli estremi di Pygmalion, Everything is Alive rimescola nettamente le carte in tavola, specialmente considerato il fatto che questo ultimo album succede ad un lavoro particolarmente roccioso, almeno per gli standard degli Slowdive. Ciò che è sicuro, è che a Neil Halstead non piace dormire sugli allori né tantomeno riproporre due volte lo stesso disco, una volontà e una creatività che vanno premiate a prescindere. Il quinto disco dei britannici conferma anche la loro innata capacità a scrivere delle melodie indovinate, vero marchio di fabbrica assieme al consueto carattere sospeso delle composizioni, che viene in questa sede decuplicato. L’unica critica che si può muovere a Everything is Alive è la sua apparente semplicità, ma si tratta di un minimalismo calcolato. Una volta capito questo, le sue otto canzoni offrono un viaggio affascinante e ricco di emozioni. Sta all’ascoltatore decidere di lasciarsi affondare.
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9
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Boh, a me ha fatto un po\' cagare (e lo dico con dispiacere). |
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8
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Visti ieri sera, ottimi. |
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7
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La cosa sorprendente è che non è un disco che cerca di replicare i bei tempi andati ma è proiettato verso il futuro, risulta fresco e moderno. Francamente il voto è striminzito per un disco così. 90 |
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6
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@Vortex: infatti gli Slowdive fanno shoegaze  |
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5
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Album molto godibile,anche non conoscendo i trascorsi del gruppo. Ma sinceramente di post rock non ci trovo niente. |
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4
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Ottimo ritorno per una band che adoro. Meglio del precedente, recupera le atmosfere del disco di debutto. Non si tratta di un\'opera imprescindibile, ma davvero buona. 75 |
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3
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Band molto interessante che prima o poi dovrò approfondire. |
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2
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un ritorno coi fiocchi peccato averli persi nella data di Milano
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1
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Questo disco è meraviglioso. Davvero una bomba. Un wall-of-sound pazzesco. Chitarre da paura e finalmente la voce di Neil che esce in grandissima forma. Voto azzeccato. Davvero bello
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shanty 2. Prayer Remembered 3. Alife 4. Andalucia Plays 5. Kisses 6. Skin in the Game 7. Chained to a Cloud 8. The Slab
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Line Up
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Neil Halstead (Voce, Chitarra, Tastiera) Rachel Goswell (Voce) Christian Savill (Chitarra) Nick Chaplin (Basso) Simon Scott (Batteria)
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RECENSIONI |
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