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19/09/24
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Witchcraft (HR) - Eternal Sea (Reissue)
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03/09/2024
( 429 letture )
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Di band che rimangono nell'ombra dell'underground se ne contano a bizzeffe. Gruppi dalla carriera fulminea o discontinua, scioltisi dopo una manciata di uscite minori senza farsi notare dai più, spesse volte per delle buone ragioni. Ogni tanto, però, qualcosa che merita di essere riscoperto torna a galla. È il caso di questo Eternal Sea, demo d'esordio -ma dalla lunghezza di un full-lenght- dei thrasher Witchcraft, pubblicata nel 1989. Ancora più che il venerabile anno di uscita del lavoro, è il luogo d'origine dei suoi autori a suscitare l'interesse maggiore: il gruppo è infatti nato nel 1988 a Spalato, nel pieno centro dell'allora Jugoslavia comunista -dove le band dedite a questo genere di musica non erano certo centinaia. A ciò si aggiunge l'alone di leggenda che avvolge l'uscita di Eternal Sea, stampato in appena dieci copie. Nove di queste furono spedite ad etichette occidentali: all'epoca, racconta la nota stampa, nessuna casa discografica jugoslava era autorizzata a pubblicare della musica con questo tipo di testi. I Witchcraft non ricevettero alcuna risposta ma, si dice, una copia di Eternal Sea finì tra le mani di un certo King Diamond, che ne trasse influenza per il suo album The Eye; un'altra dovette passare tra le mani dei Sepultura e finì per ispirare l'intro del classico Beneath the Remains (1989). Che una demo di uno sconosciuto gruppo croato possa aver influenzato due pesi massimi della musica dura resta tutto da provare ma, in fondo, non è importante. Riascoltato oggi, Eternal Sea ci offre soprattutto un affascinante spaccato di come si suonava metal estremo al di là della cortina di ferro. Grazie all’operazione dell’etichetta norvegese Edged Circle Productions, il disco viene oggi pubblicato ufficialmente per la prima volta.
Il lavoro conta dieci tracce, tre in più rispetto alla demo, ma tutte le canzoni sono state registrate nel corso della stessa sessione. Cambia anche l'ordine della tracklist, mentre resta inalterata la qualità della registrazione, a dir poco rudimentale. Sarebbe stato strano il contrario e, rispetto a certe demo di gruppi ben più blasonati, Eternal Sea fa ancora una buona figura e si lascia ascoltare senza difficoltà. Dopo la famosa intro “rubata” dai Seps, i Witchcraft piazzano quello che è forse il miglior episodio della raccolta: Burn Witch parte molto forte e mette sul tavolo una basta ribollente e barbarica, ricolma di fischi e assoli di buona fattura. Quello che il gruppo non ha in tecnica lo compensa con l’impatto, molto “carnale”, che ricorda gruppi come Bulldozer e -appunto- primi Sepultura. Pur non essendo particolarmente fantasioso, il riffing del leader Dejan Katalenic (accreditato come Dean Harder) fa decisamente bene il suo lavoro e picchia il giusto (si senta ad esempio la sostenuta Trust in Evil). I brani possono anche contare su una discreta struttura, che li rende interessanti anche dopo diversi ascolti. Quello che invece non convince è la prestazione del singer Siniša Vuco. Penalizzata dal mix finale, che la pone troppo in avanti sugli strumenti, la voce del frontman è infatti il più grande difetto del disco. In totale antitesi con la brutale prova strumentale, il cantante opta per un timbro acuto e squillante, purtroppo ben poco adatto all’insieme, e che finisce per ancorare fin troppo un sound potenzialmente piuttosto innovativo a vecchi stilemi classic metal. Ogni tanto, le cose funzionano, come nel caso di Sinful Nun e del suo incedere piacevolmente heavy ma, il più delle volte, la voce sminuisce la potenza generale -senza parlare di alcune steccate clamorose. L’episodio più eloquente è l'ambiziosa To Hell and Back, cover dei conterranei Evil Blood: una ballad melodica alquanto fuori contesto, salvata forse dal bell’assolo del leader.
Eternal Sea è dunque tutto fuorché un prodotto perfetto, ma mette in campo diverse buone idee e molto potenziale, specialmente se si pensa al suo contesto d’origine. Considerato sotto quest’angolo, e contando il fatto che si tratta di una prima demo, con tutti gli inevitabili problemi del caso, il disco si rivela parecchio solido -o meglio, mostra le primizie di quello che i Witchcraft avrebbero potuto diventare. Il gruppo, spostatosi ad Amburgo e tornato in attività nel 2002, non ha prodotto che uscite minori, per la maggior parte ristampe e versioni apocrife della stessa demo, e un paio di compilation introvabili. Bisogna dunque considerare questa ristampa innanzitutto come un -interessantissimo- documento storico, e applaudire la Edged Circle per aver ripescato una piccola quanto inedita testimonianza di un passato ancora troppo sconosciuto.
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Grazie della segnalazione e del feedback |
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Ciao guarda che ti è partita l\'ultima T di witchcraft nel titolo della rece. Il disco non è completamente da buttar via per quello che rappresenta. produzione nulla, buono per tirare due scapocciate. se dovessi scommetterci direi che questi il meglio di se lo danno in sede live. Bocciata la voce. Voto... 50? Sempre belle le tue rece. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Burn Witch 3. Seventh Sabbath 4. Odyssey 5. Pray to Die 6. Trust in Evil 7. Sinful Nun 8. To Hell and Back 9. Den of Vice 10. Eternal Sea
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Line Up
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Siniša Vuco (Voce) Dean Harder (Chitarra) Milan Čojić Čoja (Basso)
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RECENSIONI |
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