|
|
07/12/25
BATTLE BEAST + DOMINUM + MAJESTICA
LIVE CLUB - TREZZO SULL\'ADDA (MI)
|
|
Rush - All the World’s a Stage
|
01/11/2025
( 809 letture )
|
Proprio in questi giorni in cui giunge la notizia di un nuovo tour dei Rush con Anika Nilles a occupare lo scomodissimo sgabello dietro le pelli del compianto Neil Peart, scelta che ha nettamente spaccato la fan base della band, ma sulla quale non ci dilungheremo in questa sede, rispolveriamo con questa breve recensione il primo live della band Canadese nonché conclusione del primo ciclo di carriera del terzetto, All the World’s A Stage.
Dieci brani (in realtà 12 in quanto due sono medley), tratti dai primi 4 album della discografia, in uno schema che verrà ripetuto per tutta la loro carriera: quattro album in studio e un live a chiudere un concettuale cerchio. Particolarità di questo live è la presenza di due brani (l’opener Bastille Day e Lakeside Park) tratti da Caress of Steel, album che verrà quasi sconfessato dai Rush negli anni a venire e che difficilmente porteranno successivamente live, e rappresenta come illustrato nelle note dell’LP la “fotografia” del concerto tipico che i tre presentarono nel tour nordamericano del 1976. Complici i brani suonati in quel periodo dai canadesi, in parte sì complessi, ma ancora derivativi dall’hard blues dei Led Zeppelin, e dalla scelta voluta di lasciare il suono il più onesto e “raw” possibile (cosa che varrà anche per i successivi live album), All the World’s A Stage suona potente e aggressivo, con i musicisti che suonano con un’attitudine in-da-face spontanea e genuina, anche se impeccabili da un punto di vista tecnico. Sacrificando i cavalli di battaglia Fly By Night e Working Man (ridotti nel minutaggio perché proposti in medley con rispettivamente In The Mood e Finding My Way) in virtù di due ottime, se non forse le migliori registrate su disco, versioni di 2112 e By-Tor and the Snow Dog questo primo live album dei Rush è un’ottima testimonianza degli esordi della band, ancora lontana dalle scenografie complesse e dai tour mondiali da tutto esaurito, ma già dall’impatto sonoro coinvolgente ed esplosivo.
Si dovesse trovare un ipotetico neo, ma che è anche un marchio di fabbrica delle registrazioni live della band e quindi espressamente voluto, è l’interazione del pubblico lasciata con un volume abbastanza alto durante le canzoni (anche se non in maniera esagerata come nel triplo Live In Rio) che, se da una parte trasmette appieno il mood da concerto, dall’altra va a impastare un po’ il suono finale, ma in questo caso si va davvero a parare sui gusti personali.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
18
|
|
Peggio di quella dei Pantera. |
|
|
|
|
|
|
17
|
|
Una reunion che in questo sito non risulta. Per fortuna non si sa... |
|
|
|
|
|
|
16
|
|
Come @Testamatta, anch’io resto particolarmente legato a A Show of Hands, uscito in un periodo in cui i Rush occupavano un posto speciale nella mia vita musicale. In ogni caso, la notizia della reunion è tra le più sorprendenti e significative di questo 2025, impossibile non darle spazio |
|
|
|
|
|
|
15
|
|
ll fatto è che mi chiedo se abbiano senso le canzoni dei Rush interpretate in maniera differente da come le interpreterebbe Peart, o un batterista simile a lui. Penso che a tour concluso con i DT Portnoy si sarebbe mangiato le mani nel partecipare a un mini tour celebrativo come questo, o un Simon Phillips, un Mike Mangini, per dire altri due nomi che mi pare attualmente abbiano un\'agenda che gli consente abbastanza flessibilità. |
|
|
|
|
|
|
14
|
|
Oggi come oggi la vedo come @Testamatta. Forse è meglio una scelta del tutto anomala (sebbene aver suonato con Jeff Beck fa ben sperare) che un Portnoy, Zonder o chi volete voi troppo ingombranti e troppo impegnati con i rispettivi progetti. Poi io resto della mia idea: e cioè che potrebbero evitare di andare in giro come Rush, men meno incidere cose nuove. Ma capisco che, come per i \"Queen\", è difficile rinunciare a certe ragioni sociali. Se invece se la giocano occasionalmente (in stile Page-Plant-Jones +...) allora il discorso è ancora diverso e ci sta. Vedremo. Intanto rimetto su per l\'ennesima volta questo album e a seguire Exit e Show |
|
|
|
|
|
|
13
|
|
Non si suonare alcun strumento men che meno la batteria...ma , dischi a parte, nelle due volte in cui ho visto un concerto dei Rush..guardavo quasi sempre Peart...mamma mia!
Spero di essere smentito..ma sarà molto difficile se non impossibile che tengano cibcer6ib Europa...men che meno in Italia. |
|
|
|
|
|
|
12
|
|
Non sono un batterista ma ho idolatrato Peart, era il mio batterista numero uno oltre che, ovviamente, universalmente riconosciuto tra i due tre più grande sempre. Tuttavia credo che non bisogna approcciare la notizia facendo confronti tra i due stili, tanto nessuno sarebbe all\'altezza. Tuttavia trovo più sensata una scelta di rottura come quella fatta da Lee e Lifeson piuttosto che dare le bacchette ad altri musicisti \"ingombranti\". Lo spirito credo sarà divertimento e celebrazione. |
|
|
|
|
|
|
11
|
|
Poi casomai usciranno i video dei concerti e sarò felicissimo di essere smentito. |
|
|
|
|
|
|
10
|
|
Personalmente, con tutto il rispetto da batterista amatoriale che posso avere per Anika, per me non c\'entra un fico secco con lo stile di Peart e con la musica dei Rush. |
|
|
|
|
|
|
9
|
|
Resta il fatto (l\'ho già scritto altrove) che mi risulta molto strano che Metallized non abbia dato spazio alla notizia del nuovo tour 2026... |
|
|
|
|
|
|
8
|
|
Se già il pezzo 2112 in studio è devastante...qui lo è ancora di più!
Qydnfi sentii per la prima volta questo live appena uscito ne rimasi folgorato e i Rush diventarono imprescindibili! |
|
|
|
|
|
|
7
|
|
Grandissimo live con la solita qualità pressoché inavvicinabile ai più. I 4 live pubblicati dopo ogni loro fase sono 4 pubblicazioni fantastiche; non so perché ma dei 4 quello che mi ha sempre stuzzicato e attirato di più è A show of hands. Quelle canzoni (dal suono diciamo più particolare rispetto al loro passato e al loro futuro), già bellissime di per sé, assumono ulteriore valore. |
|
|
|
|
|
|
6
|
|
ottimo live, cattura tutta l\'energia del trio nel periodo esatto in cui la piena maturazione aveva inizio, con un album epocale 2112 fresco di stampa. Adoro la produzione molto live ma allo stesso tempo davvero nitida.. tecnica e performance impeccabile, unico neo (ma inevitabile): a quel tempo la scaletta non poteva ancora pescare dai grandi album che sforneranno in futuro, per cui tanti brani soprattutto dei primi due album non reggono il confronto con una 2112 piuttosto che una something for nothing... |
|
|
|
|
|
|
5
|
|
....live fantastico......80... |
|
|
|
|
|
|
4
|
|
Dimar a Rimini... copie delle copertine in esposizione... poi andavi a chiedere di comprare il CD che ti interessava e il più delle volte non ce l\'avevano. Adesso c\'è un negozio di vestiti. Comunqie grande live dei Rush |
|
|
|
|
|
|
3
|
|
Tutti e tre gli album storici live sono fantastici, a suggello e fine di un certo percorso musicale per cominciare con un altro. Voto ai live per me è sempre difficile. Ps: grande Rob che hai citato il Dimar di Rimini, che passava per essere il più grande negozio in Italia, lì ci trovai il primo Guns su Uzi che era introvabile sin dall\'uscita, e molte altre perle, aveva proprio tutto |
|
|
|
|
|
|
2
|
|
Per me, uno dei live album più belli di sempre, magnificato dall\'incredibile versione di 2112. Da avere senza ombra di dubbio. 90 |
|
|
|
|
|
|
1
|
|
Io, con loro, iniziai da qui. Mi ricordo esattamente dove lo comprai (alla Dimar di Rimini) e in che occasione (quando per qualche motivo la bicicletta anziché portarmi a scuola mi portò in stazione una mattina in mezzo alla settimana. Altri tempi, oggi con il registro elettronico non sarebbe possibile). La voce mi parve ostica, ma le trame musicali mi conquistarono totalmente. E 2112 era qualcosa di straordinario che poi era poi il disco che in realtà cercavo, ma non si trovava all\'epoca (stiamo parlando di fine anni \'80). 80 anche per me |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Bastille Day 2. Anthem 3. Fly By Night / In the Mood 4. Something For Nothing 5. Lakeside Park 6. 2112 7. By-Tor and the Snow Dog 8. In the End 9. Working Man / Finding My Way 10. What You’re Doing?
|
|
|
Line Up
|
Geddy Lee (Voce, Basso) Alex Lifeson (Chitarra, Cori) Neil Peart (Batteria, Percussioni)
|
|
|
| |
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
| |
|