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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 2305 letture )
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I tedeschi Andras tagliano il prestigioso traguardo del quinto full-length in studio (esclusi svariati demo) con questo “Iron Way”, e lo fanno in maniera convincente e davvero interessante.
Una gradevolissima mistura di black metal melodico ed epic-pagan metal ci investe nei tre quarti d’ora di durata di questo disco, con praticamente nessuna caduta di tono e anzi, con diversi elementi che rendono quest’opera riuscita sotto diversi punti di vista.
Un’ottima tecnica unita ad una certa raffinatezza compositiva, che addirittura in alcuni punti si apre in vaghi spiragli dal sapore progressive, e una veemenza che funge da impalcatura per la costruzione degli elementi appena descritti, faranno la gioia sia di ogni buon amante del black metal in senso ampio, sia per coloro che apprezzano l’heavy metal in generale, con particolare riferimento a tutte quelle realtà che coesistono sotto l’ampio tetto del viking metal.
L’apertura è affidata, dopo una trionfante Intro, a Miasma Track, e immediatamente chitarre affilate, sottofondi di tastiera mai invadenti e un alternarsi di voce pulita e in scream ci travolgeranno in un vortice di sensazioni fiere e dal gusto nostalgico, con alcuni passaggi più cupi enfatizzati da rallentamenti e stacchi assortiti che formeranno un avvincente rincorrersi di emozioni.
Emozioni che proseguono nell’ancora più malinconica Spellbreaker, dove però possiamo scorgere un maggiore approccio verso l’heavy metal classico, soprattutto nel guitar-riffing della strofa che puntualmente sfocia però in cavalcate “blacky” che potrebbero rimandare ad alcune cose realizzate dagli Emperor di Anthems To The Welkin At Dusk, ma private dell’insana melodia di quel gioiello targato 1997.
Addirittura si scorgono echi dei Drudkh nell’inizio di Across Those Highlands, ma ben presto la song riacquisterà tutti gli elementi finora descritti che domineranno Iron Way nella sua interezza.
Il songwriting si dimostra comunque sempre piuttosto ispirato e capace di non annoiare grazie ai molti cambi di tempo e ad una ricchezza di base che ha nelle chitarre il suo punto di maggior forza, che sembrano instancabili nel macinare e alternare bei riff che a volte si aprono anche in qualche assolo di buon livello.
Unico elemento che non mi ha convinto è l’uso delle vocals, che nei momenti puliti, a mio avviso anche troppi nell’economia generale dell’Andras-sound, tendono un po’ a stufare e a risultare poco incisivi a causa di una prestazione un po’ incolore del vocalist Ecthelion (Steffen Thümmel).
Un’evocativa Kreuzweg, seguita dalla Outro, chiude un prodotto davvero ben realizzato e capace sicuramente di entusiasmare vari livelli di ascoltatori della musica estrema.
Se non fosse stato per la voce poco convincente (ma assolutamente non brutta, intendiamoci), e per un mio gusto personale che propende verso sonorità meno melodiche, avrei potuto dare un parere pienamente positivo a questo disco, ma oggettivamente siamo di fronte ad un gruppo che sa il fatto suo e che riesce ad elevarsi al di sopra di molte uscite similari.
In definitiva, posso dire che Iron Way si presenta come il giusto punto d’incontro tra black metal epico e viking, quindi se pensate di rispecchiarvi in tali sonorità, fatelo vostro.
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2
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bel disco feroce, scorre rapido e viene voglia di ascoltarlo di nuovo. |
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1
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Interessante, quasi quasi lo ascolto sto cd... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Miasma Track 3. Spellbreaker 4. Across those Highlands 5. Return to Black Hill 6. Infested 7. Dunkelwald 8. Pagan Path 9. Kreuzweg 10. Outro
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Line Up
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Ecthelion: voce Count Damien Nightsky: chjtarra Acardius:chitarra Adversarius: tastiera Shardik: batteria
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RECENSIONI |
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