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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Carach Angren - Lammendam
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( 6437 letture )
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Un inizio vincente quello dei Carach Angren, che col loro primo album dimostrano di avere la stoffa giusta per spiccare e farsi strada portando all’ascolto del pubblico un black metal sinfonico misto ad una forte componente sperimentale, oltreché tecnica.
Il disco è in realtà un concept costruito su una leggenda (che prende il nome di Lammendam, appunto) narrante di un fantasma dalle sembianze di una donna vestita di bianco che era solita apparire nelle regioni di Limburg nei Paesi Bassi, terra dei nostri. L’intero full-length, quindi, viaggia attorno a questo argomento, espresso attraverso diverse atmosfere e melodie, oltre che all’interno dei testi.
Dopo un’introduzione sinfonica, senza infamia né lode, l’impatto è davvero forte: si parte a tutta velocità e ci si rende subito conto che davanti si ha qualcosa di nuovo, di mai provato. Merito di chi c’è dietro la tastiera, che allieta l’orecchio dell’ascoltatore saltellando da un tasto all’altro fra gli 88, in contrasto alla “cattiveria” derivante da batteria e chitarre. Più volte, in effetti, si ritroveranno sezioni particolari di tastiere e non solo (isteriche risatine in scream, congas, fischi e via dicendo…) capaci di donare al lavoro quel qualcosa in più che difficilmente si trova in altre band del genere. A questo punto vale la pena soffermarsi un attimo su quello che è l’elemento per un certo verso prevalente, o che comunque svolge un ruolo ben importante all’interno del cd: la linea vocale. Difatti, notevole è l’apporto di Seregor all’interno di ogni canzone, mostrando buon gusto nell’intervenire vocalmente al momento e nel modo giusto, utilizzando spesso e volentieri degli effetti a volte anche abbastanza pesanti, ma mai eccessivamente invadenti. Quest'impostazione non esclude, tuttavia, la presenza di qualche falla a livello vocale: la più grave è il continuo ricorso nelle tracce a parti sussurrate che fermano gli altri strumenti, elemento il quale rende un po’ frustrante e poco originale alla lunga il disco, e considerando la natura sperimentale della band, la carenza di innovazione e di nuove idee è un problema da valutarsi seriamente.
Nel complesso, i suoni son ben miscelati fra loro e gli strumenti svolgono il proprio ruolo senza mai prevalere in maniera eccessiva (fatta eccezione per qualche piccolezza di tastiera in un paio di tracce); le canzoni sono tutte molto veloci e di durata media di circa quattro minuti, permettendo un ascolto facile, piacevole e molto fluido, interrotto solo da un paio di intermezzi: precisamente in Phobic Shadows and Moonlit Meadows, dove (neanche a dirlo) un parlato a voci multiple la fa da padrona, ed in Invisible Physic Entity, interludio di pianoforte accompagnato da violini e diversi suoni di sottofondo. Entrambe le tracce sono di poca importanza.
Concludendo, l’idea di partenza dei Carach Angren è ottima, e la sua realizzazione è stata ben organizzata e strutturata attraverso frequenti stop e riprese immediate, incursioni di voce e tastiera brevissime, ma perfettamente calzanti, ed altri assi nella manica tecnicamente piacevoli ed originali. Peccato per qualche piccolo altro elemento, la cui presenza avrebbe fatto lievitare il voto di qualche punto aggiuntivo, comunque già molto alto e meritatissimo. Se avete voglia di cambiare, di sentire qualcosa di diverso senza però abbandonare totalmente quella che è la base di questo genere, quest’album fa al caso vostro!
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15
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Non male questo debutto, tra le poche band Symphonic Black che ancora riesco a sentire |
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14
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Ancora debbo ascoltare nel dettaglio il disco e darne un voto...ma il voto dei lettori, per ora 53.94 mi sembra impietoso!! dai primi ascolti mi sembra un gran bel disco per il genere: ben suonato e prodotto, belle idee, soluzioni particolari ed elementi sinfonici, senza mai sfociare nel manierismo puro. |
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13
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che due palle che fa sto disco... |
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12
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Band davvero molto valida e preparata, riescono a ricreare le atmosfere spettrali e teatrali che merita il concept. Una delle realtà sinfoniche più promettenti degli ultimi anni! |
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11
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recensione eccessivamente tiepida: ci troviamo davanti ad un quasi capolavoro! |
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10
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eccezionale un vero capolavoro grandi carach angren |
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9
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Benvenutissimo tra noi!  |
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8
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Un benvenuto anche da parte mia |
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7
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Recensione eccellente, benvenuto! Domani mi cerco sta band... |
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6
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Un nuovo soldato dell'esercito di Metallized! Benvenuto! |
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5
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Un nuovo soldato dell'esercito di Metallized! Benvenuto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Het Spook Van De Leffartshof 2. A Strange Presence Near The Woods 3. Haunting Echoes From The Seventeenth Century 4. Hexed Melting Flesh 5. Phobic Shadows And Moonlit Meadows 6. The Carriage Wheel Murder 7. Corpse In A Nebolous Creek 8. Invisible Physic Entity 9. Heretic Poltergeist Phenomena 10. Malediction De La Madame Blanche
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Line Up
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Seregor (Voce, chitarre) Ardek (Tastiere) Namtar (Batteria)
Musicisti ospiti: Philip Breuer (Voce in Malediction De La Madame Blanche) Hye-Jung (Voce in Phobic Shadows And Moonlit Meadows) Patrick Damiani (Chitarre, basso) Yves Blaschette (Violoncello in Invisible Physic Entity) Nikos Mavridis (Violino in A Strange Presence Near The Woods e Invisible Physic Entity)
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