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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Derek Sherinian - Molecular Heinosity
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( 4109 letture )
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“This record is more progressive metal.” È lo stesso Derek Sherinian a dichiararlo, (così si legge nel file di presentazione dell’album). Come dargli torto? Impossibile; e se agli ascoltatori potesse sorgere qual si voglia dubbio in merito, non dovranno far altro che premere play e ascoltare l’opener Antarctica, questo basterà a chiarire il concetto espresso da Derek.
Dieci anni di carriera solista sono una tappa importante, e Derek festeggia in grande stile, pubblicando il quinto album da solista; nove canzoni compatte, ruvide da un lato, ma lisce e levigate dall’altro. Vogliamo spendere due parole sulla line up? Bè, no, facciamo parlare ancora Mr. Sherinian: “Why scratch with the turkeys when you can soar with the eagles?”. E come si fa a non dargli ragione? Una leggenda vivente delle sei corde che corrisponde al nome di Zakk Wylde, Virgil Donati (Steve Vai, Steve Walsh ecc.) e Brian Tichy (Ozzy, Pride & Glory) dietro le pelli, e Tony Franklin (Blue Murder, Jimmy Page) al basso sono i compagni d’avventura di Derek su questo Molecular Heinosity. Da non dimenticare, inoltre, la presenza di altri “ospiti delle sei corde”, tra i quali spicca senz’altro la figura di Rusty Cooley, oltre a Brett Garsed e Taka Minamino. Una line up da super gruppo, nulla da dire. Vera unità d’intenti per creare buona musica, oppure specchietto per le allodole per attirare il maggior numero di acquirenti? Dopo circa un mese di ascolti sono, ragionevolmente, convinto che la prima ipotesi sia quella più plausibile.
Come detto Antarctica apre le danze. Ritmo non troppo sostenuto per un pezzo costruito sul riffing della chitarra e le sue continue fughe con la tastiera di Derek. Ascension è un’intro per Primal Eleven, che inizia in sordina per poi sviluppare la sua trama grazie al lavoro di Sherinian sulla tastiera, fino al raffinato break centrale, decorato da un bellissimo assolo di chitarra prima, e da qualche “numero da circo” dietro le pelli poi. Wings Of Insanity è una delle tracce alle quali sono più legato. Sarà perché mi ha tenuto compagnia per un mese sul pullman di ritorno dall’Università, ma questa cavalcata “sulle ali della pazzia” - nemmeno troppo originale, ma potentissima e violenta - mi pare una delle canzoni migliori dell’album. Chitarre dannatamente heavy ed assoli intrecciati tra Wylde e Sherinian non possono lasciare indifferenti. Il disco continua con Frozen By Fire che prosegue senza sosta il martellamento dei timpani a furia di polpastrelli sanguinanti su tastiera e chitarra. Tocca alla breve, ma molto intensa e significativa, The Lone Spaniard il ruolo di immalinconire l’ascoltatore, grazie alle suggestioni create dalla chitarra elettrica, gli archi e ed il pianoforte. Altra intro e via con un’altra violenta, selvaggia e primordiale esplosione di heavy/prog allo stato puro, Molecular Heinosity. Poco più di tre minuti che bastano alla title track per farsi notare. Chiude l’album, l’unica canzone cantata del disco: So Far Gone. Una tetra campana ed un pianoforte ci accompagnano fino all’entrata in scena della sgraziata e acidissima voce (ed è proprio per questo che ci piace!) di Zakk Wylde. Un pezzo dove tutta la sua classe e l’impronta dei Black Label Society sono messi in bella mostra, (favolosa l’accelerazione centrale del pezzo).
Molecular Heinosity non passerà certo alla storia per aver innovato il suo genere, però è davvero ben costruito e suonato, inoltre, è fruibile da tutti gli ascoltatori, anche quelli non abituati alla musica strumentale, la sua durata (quaranta minuti scarsi) non risulta pesante. Se fossi in voi gli darei un’opportunità.
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Discreto disco, con qualche buona canzone, ma anche molti riempitivi. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Antarctica 02. Ascension 03. Primal Eleven 04. Wings Of Insanity 05. Frozen By Fire 06. The Lone Spaniard 07. Molecular Intro 08. Molecular Heinosity 09. So Far Gone
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