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Derek Sherinian - Mythology
( 3255 letture )
Messi per il momento da parte i suoi Planet X, Sherinian si concentra ancora una volta sul progetto che porta il suo nome, pubblicando questo disco, Mythology, ad appena un anno di distanza dal precedente Black Utopia. Trattandosi di un lavoro solista, il virtuoso tastierista preferisce non avvalersi di una line-up stabile, facendo ricorso piuttosto ad una formazione molto aperta, che coinvolge un numero rilevante di musicisti. Peraltro, chi si dovesse aspettare un lavoro incentrato in maniera decisa sulle tastiere, potrebbe quasi rimanere deluso dall'ascolto di Mythology: infatti, pur essendo innegabile che Derek con il suo strumento rivesta un ruolo senz'altro importante nel sound del disco, allo stesso tempo risulta palese l'importanza dell'apporto di tutti gli altri musicisti, i quali non possono essere considerati di certo dei semplici ospiti o delle mere comparse. Al contrario, lo stile e la personalità di ciascun artista risulta quanto mai evidente nelle tracce contenute nel disco, al punto che Mythology più che un semplice album solista sembra quasi una rimpatriata tra vecchi amici che si ritrovano e vogliono divertirsi tutti insieme. Merito senz'altro di Sherinian che ha saputo scegliere gli uomini giusti per ogni brano e ha saputo trarre il meglio da loro. Certo, qui non si parla però di musicisti qualsiasi: se si guarda ai nomi coinvolti, ci si può facilmente rendere conto di come si tratti di una formazione a dir poco stellare.

Cominciamo a fare qualche nome partendo dalla sezione ritmica: alla batteria si alternano Simon Phillips (turnista di lusso, se si pensa che, tra le tantissime, ha collaborato con band come Judas Priest, The Michael Schenker Group, per non parlare di Asia, Toto, The Who, Gary Moore, ecc.) e Brian Tichy, eclettico musicista, che ha collaborato tra gli altri con Foreigner, Billy Idol e Ball. Al basso, si alternano invece due grandi (entrambi ex Blue Murder), come Tony Franklin (presenza fissa negli album di Sherinian, ma praticamente infinite le sue collaborazioni) e Marco Mendoza (il quale ha collaborato anche con Whitesnake, Thin Lizzy, David Lee Roth, Ted Nugent ed altri), oltre alla partecipazione su One Way or the Other di Rufus Philpot, bassista fusion di grandissimo talento. Davvero apprezzabile la presenza di un mito come il violinista Jerry Goodman su un paio di brani (Day of the Dead e la già citata One Way or the Other), mentre passando ai chitarristi, l'elenco è semplicemente da paura, se si leggono i nomi di Zakk Wylde, Steve Stevens, Allan Holdsworth, John Sykes e Steve Lukather. Peraltro, come avremo modo di specificare tra breve, i risultati non tradiscono per nulla le aspettative.

L'album coraggiosamente si apre con un brano alquanto lungo (della durata di oltre otto minuti), dalla struttura progressiva, con un riffing metal, che vede una fantastica combinazione tra Zakk Wylde e un maestro della fusion come Allan Holdsworth: il brano presenta un sound fresco, moderno e nella sua alternanza di temi riesce ad essere al tempo stesso aggressivo e sperimentale, risultando così un'opener senz'altro interessante e coinvolgente. Alpha Burst è caratterizzato da un continuo e giocoso botta e risposta tra Sherinian e Steve Stevens: quest'ultimo, tra l'altro, si lancerà sul finale in un assolo veramente mozzafiato che rappresenta di certo uno dei momenti migliori dell'intero disco. God of War presenta un approccio decisamente più heavy rispetto al brano precedente ma ciò è quasi ovvio, visto che qui alla chitarra ritroviamo Zakk Wylde insieme a John Sykes (il quale, si ricorderà, prima di entrare in pianta stabile nei Thin Lizzy è stato protagonista in leggendari acts quali Tygers of Pan Tang, Blue Murder ed i Whitesnake di 1987). Con El Flamingo Suave si cambia decisamente genere, dato che, come suggerisce lo stesso titolo, ci si sposta verso sonorità latine, con Stevens che imbraccia la chitarra acustica e sembra ritornare ad un suo vecchio amore, il flamenco (lo si ricorderà, a tal proposito, nel suo album solista Flamenco A Go-Go): un brano solare, di grande virtuosismo e dai ritmi allegri che mette senz'altro di buon umore. Più solenne e dal sapore blues invece Goin' To Church, dove Sherinian si avvale della presenza di Steve Lukather dei Toto, autore di una performance davvero entusiasmante. Si torna al metal progressive con One Way or the Other, vicina in qualche modo ai Dream Theater del periodo Sherinian, e Trojan Horse, che presenta rimandi invece ai Dixie Dregs. Il disco si chiude con A View From THe Sky, canzone eterea e sognante, ancora una volta caratterizzata da un'interpretazione brillante e di gran classe ad opera di Steve Stevens, e la conclusiva The River Song, l'unica traccia ad essere cantata, visto che Zakk Wylde si presta dietro i microfoni.

I risultati, come sopra anticipato, dunque, non tradiscono affatto le aspettative: Mythology è senz'altro un bel disco di musica strumentale, vario ed interessante, degnamente suonato da grandi interpreti. Da avere!



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
37.1 su 20 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2004
Inside Out
Shred/Metal
Tracklist
1. Day of the Dead
2. Alpha Burst
3. God of War
4. El Flamingo Suave
5. Goin' To Church
6. One Way or the Other
7. Trojan Horse
8. A View From The Sky
9. The River Song
Line Up
Derek Sherinian (keyboards)
Zakk Wylde (guitar - tracks 1,3,9; vocals - track 9)
Steve Stevens (guitar - tracks 2,4,8)
Allan Holdsworth (guitar - tracks 1,6)
John Sykes (guitar - track 3)
Steve Lukather (guitar - Track 5)
Simon Phillips (drums - tracks 2,4,5,6,8,9)
Tony Franklin (bass - tracks 1,2,5,8)
Marco Mendoza (bass - tracks 3,4,7,9)
Rufus Philpot (bass - track 6)
Jerry Goodman (Violin - tracks 1,6)
Brian Tichy (drums - tracks 1,3,7,9; additional guitars - tracks 1,3,7)

Link &
Contatti:

Derek Sherinian@Officialsite
 
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