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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Dark The Suns - All Ends In Silence
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( 4085 letture )
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C'era una volta il gothic... quello intimista dei Paradise Lost, quello depresso degli Anathema, quello sensuale dei Moonspell. Poi successe qualcosa, il gothic diventò quello commerciale dei Tiamat (Skeleton Skeletron in poi), quello da copertina degli HIM, quello spaccone dei The 69 Eyes. Il notevolmente aumentato numero di gruppi affiliati a questo genere ha stravolto il buon bilanciamento raggiunto dai predecessori, rendendo sempre meno importante la parte artistica a scapito di quella monetaria. La sempre più crescente fama del gothic è andata quindi di pari passo con un impoverimento sistematico dei contenuti ed uno svuotamento del concetto originale, finendo per diventare fenomeno di massa.
I finlandesi Dark The Suns vanno a collocarsi, o perlomeno cercano di farlo, nell'ipotetico punto d'incontro tra le due strade sopra indicate (e io che le consideravo parallele!). A proposito di questo loro ultimo lavoro (il secondo, dopo In Darkness Comes Beauty del 2007) ci terrei però a fare altre precisazioni utili a comprendere meglio il senso del mio discorso. Occorre infatti tenere presente che: 1. La magica formula alla base del gothic metal dei giorni nostri si dovrebbe adattare alle esigenze di un'utenza composta prevalentemente da ascoltatori occasionali, attenti sì ma dal background musicale pressochè inesistente. 2. Lo sciagurato music biz impone oggi parametri artistici che trascendono dal concetto di “purezza musicale” per addentrarsi in rivisitazioni stilistiche piegate ad una supremazia autarchica del consumo veloce e appagante ma dalla curva di interesse breve per lasciare subito spazio a nuovi nomi.
Detto questo, All Ends In Silence è un perfetto disco di gothic metal classe 2009, né più né meno. I Dark The Suns i propri conti se li sono fatti davvero bene, non c'è che dire: un titolo che avesse una certa profondità e non fosse di conseguenza malleabile da un ascoltatore di modesta esperienza non sarebbe stato adatto alla famelica utenza schiava dell'eye liner. Di conseguenza i finlandesi hanno pensato bene di infarcire la loro proposta di tutto ciò che bene o male strizzi l'occhio all'easy listening: atmosfere dark, pianoforti sognanti, melodie malinconiche, chitarre corpose, arrangiamenti sinfonici, buttando nella mischia anche death melodico (il growl di Mikko Ojala), suadenti sussurri femminili e doppia cassa quanto basta. Una bella mistura, non c'è che dire, e pure ben realizzata. Eppure... Eppure io ricordavo che la buona riuscita di un disco fosse garantita tanto da un'adeguata preparazione tecnica quanto nella capacità di tradurla in emozione, ricordavo anche che l'elemento commercialità condizionasse la resa generale ma che fondamentalmente si fondasse su una logica incapace di indurre frustrazione. Invece in All Ends In Silence il comparto tecnico è solido, le (brevi) canzoni sono dotate del giusto impatto e non tarderanno ad occupare il fiato dei vostri fischiettii, ma, ecco, a me personalmente non rimane niente, se non quella sensazione di assemblato, di costruito, di poco genuino insomma. Poca personalità per una band che sembra solo scopiazzare successi di altri, come degli HIM col cantato growl: ok che pure il sommo Petrarca con la sua teoria delle api era il primo a sostenere che bisogna attingere con voracità un po' da tutti, ma diceva anche che successivamente si dovrebbe elaborare il proprio di “miele”. Ecco, diciamo che qua manca il secondo step.
All Ends in Silence delude e soprattutto inquieta, perchè figlio di un'utenza che condiziona le scelte di “design” e songwriting dei Dark The Suns stessi, costretti a fornire un prodotto il più universale possibile. Laddove altri grandi gruppi sono riusciti a sopperire, grazie ad un sound fresco e consistente, ad un livello di difficoltà settato verso il basso, questa volta l'adattamento dell'appeal gothic alle esigenze del fruitore occasionale ha visto fallire il tentato connubio tra songwriting accessibile e spessore musicale, finendo per accontentare solamente una ignara ma predominante fetta di pubblico. Fortunatamente noi non siamo ascoltatori occasionali e la plastica la preferiamo nell'imballaggio del disco, non nel disco stesso.
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7
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visto che si parla di background, il recensore ha ignorato completamente il fatto che gli Him hanno creato un genere di nicchia che nn si chiama certo 'genere da copertina' ma che si definisce in base a delle tematiche. criticare un genere solo perché diverso da un altro ha davvero poco senso |
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6
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Scusate se ritorno in topic: che delusione! |
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Mi rendo conto solo ora dell'OT, continuiamo la discussione sugli Anathema nel forum dedicato ok? |
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Fermi tutti, riporto il messaggio lasciato in bacheca da vincent cavanagh sul suo facebook: Vincent Cavanagh Is goin for a long run before getting as much work done in the studio as possible. Happy with new album title |
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3
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Si sa ancora pochissimo di Horizon (così si dovrebbe chiamare), tempo fa si diceva che dovesse essere doppio ed uscire entro il 2009, poi che dietro alla consolle ci sarebbe stato Steven Wilson, poi il nulla totale. Io ho già il cuore in pace che entro quest'anno non uscirà di certo |
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2
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A proposito di Anathema...qualcuno di voi mi saprebbe dire quando esce il loro ultimo album? Sono due anni che è dato per imminente, e invece ancora nisba. Ma perchè tutto questo ritardo? Capisco i problemi con la casa discografica, ma 6 anni sono troppi, e chi si credono di essere, i boston?  |
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1
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L'ultima frase è da oscar  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Unbroken Silence 2. Everlasting 3. The Dead End 4. All Ends in Silence 5. Sleepless Angels 6. Cold Dawn 7. Rimed with Frost 8. The Rain 9. Guardians 10. Gone
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Line Up
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Mikko Ojala: Guitar & Vocals Inka Tuomaala: Bass Juha Kokkonen: Guitar Pinja Haikala: Synths Markus Lehtinen: Drums
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RECENSIONI |
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