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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 2835 letture )
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Il secondo posto al Metal Battle del 2006 e la partecipazione alla colonna sonora del documentario "Get Thrashed". Così si presentano al mondo metal gli Urto, band di vecchia formazione ma di cui solo oggi possiamo ascoltare il full-lenght d'esordio, tramite una Punishment 18 Records che si mostra sempre più attiva nel settore thrash con ottime band.
Il thrash metal proposto dai nostri è di stampo tipicamente americano, e non stupitevi se più di volte durante l'ascolto vi sembrerà di trovarvi davanti agli Anthrax: la band italiana prende infatti molte delle strutture tipiche di quel periodo -particolarmente di quella band- per adattarle però perfettamente ad un sound che, se non eccessivamente personale, risulta comunque ben più valido di un semplice copia-e-incolla. La band ci mette infatti anche del suo, e per quanto le strutture siano abbastanza lineari e semplici, si nota una buona capacità tecnica generale -e in particolare del bassista Francesco Gioia, autore di bellissimi inserimenti- che si specchia soprattutto in assoli molto contorti -opinione personale: anche troppo; sono sempre dell'idea che il thrash si accontenti di meno note ma più aggressive- e in alcuni momenti strumentali davvero piacevoli e coinvolgenti, tra cui non posso assolutamente non citare l'inizio di The Second Coming, che mi fa quasi pensare che un bel pezzo tutto strumentale ci sarebbe stato bene sul disco; poco da dire sulla prestazione del singer Alessandro Olivo, non perché non sia buona, ma semplicemente perché si adatta ai canoni thrash in maniera molto professionale, utilizzando un timbro molto acuto a metà tra i già citati Anthrax e i Forbidden; da segnalare il buon uso di backing vocals in moltissimi punti con ottimi risultati, soprattutto nei pochi momenti di decelerazione presenti.
A fronte di una prova media più che buona, ciò che forse penalizza la band è l'eccessiva lunghezza delle canzoni, la cui media va oltre i sei minuti a pezzo, ed è perciò facile trovarsi a skippare un pezzo che dopo 4/5 minuti ha già sparato tutte le sue cartucce e si limita a ripetersi senza aggiungere nulla di interessante. È questo a mio avviso l'aspetto che la band deve tenere maggiormente in considerazione, insieme a quello di evitare la troppa omogeneità dei pezzi, per poter puntare in futuro a sfondare. Al momento siamo davanti ad una buona band, derivativa ma con spunti personali, tecnicamente valida e coinvolgente; una volta maturata la fase di songwriting la band potrà levitare da una abbondante sufficienza a ottimi voti.
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5
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dal vivo il cantante non convince... |
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3
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ad esssere bravi sono bravi....ma li trovo un po piatti |
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2
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Hai praticamente riassunto la mia recensione in 4 righe  |
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1
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Band discreta, ma che a mio avviso ha davero ancora tanto da imparare. Buona la prova dei singoli elementi, ma i brani risultano a volte tirati per le orecchie,e troppo "ispirati" ai grandi del Thrash anni 80. Se riusciranno a crescere sotto il profilo compositivo che da quello della personalità potranno aspirare a ben più che ad un 69 (bel numero comunque). |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Dilemma Remains 06:12 2. Remote Control Seizure 06:28 3. Free Will State of Health 05:39 4. Mind-Forged Manacles 05:05 5. The Second Coming 09:20 6. The World Upside Down 04:49 7. Requiem For Brainwork 07:59
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Line Up
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Mimmo Saladino - guitars Francesco Gioia - bass Giuseppe Campisi - drums Giovanni Labita - guitars Alessandro Olivo - vocals
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