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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Immortal Remains - Everlasting Night
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( 2930 letture )
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Un qualunque appassionato di enigmistica avrà ben in mente quell'insulso passatempo (perché di rompicapo proprio non si può parlare) che contempla di unire una certa quantità di puntini numerati al fine di ricostruire -attraverso spezzate poligonali- una qualche figura nascosta.
Ve ne propongo ora una versione (leggermente) “avanzata”: associate ordinatamente i successivi 10 nodi stilistico/esecutivi e ditemi di che band parliamo oggi: 1 - vocalism incentrato sul contrasto screaming-growling (anche sovrainciso), con netta prevalenza del registro più alto; 2 - mistura di mid tempos aperti squarciati da sporadiche accelerazioni in blast-beat; 3 - tappeto di bass-drumming molto fitto in corrispondenza delle parti meno tirate; 4 - impianto melodico ossessivo, ma troppo cinematografico e forzatamente (simil) evocativo; 5 - tecnica chitarristica alternata tra un riffing serrato in bitonale (molto classic metal) e divagazioni sulla singola corda in tremolo-picking (molto black metal); 6 - riffing costantemente simmetrico e tempi rigorosamente pari; 7 - basso sommesso (anche per difetto di produzione), limitato ai soli completamenti armonici; 8 - keyboards copritutto, in perfetto stile melodic black, programmate in una decina di modi differenti; 9 - schema compositivo ingenuo e ricorrente in un banale ma orecchiabilissimo strofa-ritornello-strofa-ritornello; 10 - tensione emotiva intermittente, peggiorata dai tanti momenti interlocutori in stile background music.
Prendetevi pure qualche secondo e datemi la vostra risposta. Fatto? Materializzati i Cradle Of Filth, vero? Sbagliato (???): oggi discutiamo degli Immortal Remains.
Differenze tra i due gruppi? Poche, eccezion fatta per la celebrità degli uni ed il quasi anonimato degli altri: i nostri tedesconi, giunti al terzo capitolo dopo gli ignorati Porta Ad Tenebras (2004) e Seleenfeuer (2006), seguono infatti -un po' opportunisticamente- la strada tracciata dall'accoppiata vampirica Allender/Filth senza riuscire, nemmeno per un attimo, a caratterizzare il proprio prodotto. La sezione strumentale ricopia passo passo gli stilemi utilizzati dagli ex-blackster britannici, così come il timbro vocale, in entrambe le interpretazioni, pare clonato dal malefico Dani: in realtà gli Immortal Remains affidano il cantato a due soggetti differenti (Hohwieler e G. Durr), cosa che quindi me li fa apparire ancora meno interessanti (ribadisco che ritengo Filth un ottimo interprete), ma che d’altra parte può aiutare il gruppo in fase di esibizione live. I pochi punti di distanza dal combo di Ipswich vanno cercati nella varietà timbrica della tastiera che cerca, il più possibile e pure esageratamente, di costruire quel tocco sinfonico che i Cradle non hanno di fatto mai trovato: in tal senso il riferimento shifta inesorabilmente verso i recentemente splittati Dimmu Borgir… Di male in peggio, insomma…
Parliamoci chiaro e non tiriamola più lunga del dovuto: ciò che testimoniano le 10 tracce incluse in questa novità discografica è una totale aderenza al black-goth (dalle pretese un po’ romantiche) che rese celebri i Cradle Of Filth da Dusk And Her Embrace a Midian. Che non vi venga però per la testa di accostare Everlasting Night agli aborti Thornography e Nimphetamine: l'ispirazione ed il comportamento melodico sono infatti quantomeno accettabili e mai ridicoli e pure il tiro è sufficientemente alto da poter considerare l’album degno del calderone extreme, anche se di freschezza in senso stretto proprio non si può parlare. Il problema è che tutta la creatività del mondo utilizzata in qualcosa di noto e stranoto è comunque fatica sprecata! Naturale dunque avvertire una certa noia fin da subito: passi l’iniziale Xeper che comunque permette di individuare la (bassa) caratura del prodotto e la bella e cattiva Die Nacht, ma le rimanenti 8 tracce sono quanto di più ovvio abbia sentito nell’ultimo anno metallico, demo-cassette incluse.
In tutta sincerità ciò che le mie orecchie hanno dovuto sorbire mi impedisce di promuovere album e band!!! Peccato, perché l’esecuzione globale è buona, anche se penalizzata da una produzione errata in alcuni concetti, soprattutto nella modalità di esaltazione delle keyboards, spesso sovrabbondanti e plastificate nella restituzione. Peccato, perché la scena melodica necessiterebbe di qualche new entry, data la recente moria di band valide. Peccato anche per la My Kingdom Music, etichetta serissima ed indirettamente “bastonata” da questa mia recensione, che aveva probabilmente individuato sufficienti capacità nei precedenti lavori del quintetto teutonico.
Non so che altro dirvi… spero intanto che il giochino iniziale vi sia piaciuto… … in quanto a Everlasting Night, fossi in voi, non ci perderei nemmeno un minuto.
1… 2… 3…
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3
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anche l'accademia della crusca su metallized...giasse sei famoso! |
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2
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Il "riferimento "shifta"? "recentemente splittati"? Va bene l'anglofilia, ma qui mi sembra di tornare ai tempi in cui si parlava di carte "tappate"...  |
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1
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Ascoltato una sola volta, sono ancora perplesso.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Xeper 3. The Hunting 4. Everlasting Night 5. Die Nacht 6. Goatpath 7. Insomnia 8. Thorn 9. Keys 10. Outro
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Line Up
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Andreas Hohwieler - Vocals Guido Dürr - Guitar, Vocals Thomas Hemberger - Bass Benjamin Kesel - Keyboards Hubi (Hubert Dürr) - Drums
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RECENSIONI |
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