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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 2497 letture )
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Mi ci sono voluti diversi ascolti per riuscire ad apprezzare e comprendere a fondo il progetto degli Astras. Maze of Time è un cd complesso sotto tutti i punti di vista. A partire dagli arrangiamenti - di certo non immediati, che spaziano dal prog-metal all'hard rock con qualche puntatina verso il power - per proseguire all'aspetto concettuale e per finire col più travagliato aspetto produttivo. Il gruppo ha infatti cominciato a lavorare a Maze of Time nel 2005, ma alcuni problemi con il produttore ne hanno ritardato la pubblicazione fino al luglio 2009. Nel frattempo, la band ne ha approfittato per lavorare di lima e affinare il proprio progetto musicale. Innanzitutto, il packaging. Un booklet di dieci pagine con i testi, il logo del gruppo e foto della band compongono una presentazione coi fiocchi. La copertina reca un essere umano rannicchiato tra i simboli di due civiltà lontane nel tempo: una sfinge a sinistra e un grattacielo a destra, entrambi che si sgretolano di fronte all'incedere del tempo. Dal punto di vista concettuale, Maze of Time sviluppa una saga fantasy scritta per il gruppo dall'autrice Almanegra. Astras è il protagonista di questa storia da cui deriva anche il nome della band.
E poi vengono le canzoni, nove, tutte in inglese. L'album si apre su brani rocciosi, come Guardian of Danger e la title track, con i quali la band esibisce tutta la propria perizia. Anche se io preferisco la seconda metà del cd, grazie a pezzi più distesi come Born to Fly e Flashback, brano quest'ultimo dal sapore decisamente progressive metal. C'è spazio anche per un'interessante traccia strumentale, Dark Minds, prima che Maze of Time cali il sipario proprio sulla mia canzone preferita, The Secret of Laedyan. Qui è evidente il magistero dei Queensryche, l'ombra del quale si allunga su tutto l'album insieme alla sagoma minacciosa di Iron Maiden e Judas Priest. A proposito di questi ultimi, il cantante e chitarrista Alessio Mosti ha un timbro vocale in alcune occasioni molto simile a quello del vecchio Halford. Dal punto di vista della produzione e dell'esecuzione, il cd è impeccabile. I suoni sono ottimi, segno che Mike Bertoli (chitarra e cori), Marco Gozzoli (bassista) e Bruce di Pede (batterista), oltre al già citato Mosti, ci sanno fare. E il loro impegno nel confezionare questo Maze of Time è evidente dagli aspetti sopraccitati. Ciò nonostante, mi permetto di avanzare un paio di riserve. La prima riguarda la difficoltà che s'incontra ai primi ascolti. Non è semplice seguire la storia che viene raccontata attraverso i brani. Inoltre, il gruppo sembra talvolta privilegiare la ricercatezza tecnica nelle sue soluzioni musicali che finiscono così per mancare di spinta emotiva. E così si spiega, forse, lo scarso coinvolgimento e la difficile immediatezza di alcuni brani. Detto questo, gli Astras rimangono una band tecnicamente seconda a pochi, la cui dedizione alla causa e l'impegno profuso per questo progetto appaiono innegabili.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Guardian of Danger 2. The incredible light 3. Tears from Paradise 4. Maze of Time 5. Born to Fly 6. Dark Minds 7. First Blood 8. Flashback 9. The secret of Laedyan
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RECENSIONI |
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