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Defiance - The Prophecy
( 2605 letture )
La location è significativa: California. Il periodo storico, anche: anni '80. La Missione da compiere, facilmente evincibile: thrash metal!! In pieno vigore da Bay Area, sull'onda lunga delle leggendarie band che a Frisco proliferavano come funghi, si formano a Oakland i Defiance, con l'intento unico di demolire i timpani più di qualsiasi altro illustro collega; e di farlo, possibilmente, alla massima velocità possibile. La band -che non va confusa con un formazione omonima del'Arizona arrivata a produrre un unico demo di classic heavy nel 1987, e neppure con un combo olandese attivo dal 1997- nasce nel 1985 e pubblica il suo debut album nel 1989 (Product Of Society), seguito nel 1990 da Void Terra Firma e nel 1992 da Beyond Recognition; ma l'arrivo dei Nineties, che mozza di fatto le gambe a tutti i giganti del thrash metal, sembra mettere la museruola anche ai Nostri, che tornano in studio solo 17 anni dopo e con una line-up rinnovatissima. Rinvigoriti da nuova forza, i Defiance si abbattono sul mercato discografico col loro potentissimo The Prophecy, claustrofobica mazzata di thrash che strizza l'occhio al passato ma con un taglio moderno e ispirato. Il sound della band sembra ispirarsi a quello intrapreso dai Testament di The Gathering (1999), sia nelle vocals roche e quasi death (à la Chuck Billy) che nelle componenti strumentali: la potenza aleggia totale nei solchi del platter, le chitarre sono pesantissime e pervase da un notevole gusto melodico; grande aggressività ed assoli al vetriolo sono le armi d'attacco degli axemen Jim Adams e Shawn Bozarth. Thrash veloce ma non iperveloce, più tecnico e meno diretto di quello isterico basato su riff tronchi ripetuti allo sfinimento, sempre all'insegna di un martellamento debordante della solidissima sezione ritmica. The Prophecy è un'implacabile sfuriata, senza rallentamenti, dall'inizio alla fine: i pezzi più devastanti sono l'esplosiva opener Prion, l'ipervitaminica Sloth e la scatenata Eyes Of The Front, un attacco a briglie sciolte posto a chiusura del disco. Bisogna dire che le linee vocali sono a volte un pò piatte, ma nel complesso Keven Albert è autore di una prova più che buona. Quello che più sorprende dei Defiance è l'enorme impatto strumentale che scaturisce da lunghe digressioni chitarristiche, imperniate su stacchi, ripartenze, duetti e sintillanti accelerazioni: Bastard Song e Fuel The Fire sono gli esempi più sorprendenti di tale abilità nel coniugare un'irruenza spaccaossa ad una melodia piacevolissima. Melodia che diventa addirittura un interminabile sfogo orgasmico in occasione di qualche assolo magniloquente, tagliente e iperprolungato, su tutti quelli che compaiono in Desert Sands e Asthmaphere. Denominatore comune di tutti gli undici pezzi -per un totale di quaranta minuti di calci nei denti- è il drumming tellurico senza sosta esploso da Andrew Byrne, che evidentemente cerca di demolire il suo kit senza parsimonia. Disco piacevolissimo, uno sfogo di rabbia liberatorio e ideale per chi ha voglia di scuotere un pò la testa. I thrashers più ferrati non ci troveranno nulla di nuovo o di particolarmente straordinario, ma sapranno esaltarsi di fronte alle sfuriate chitarristiche -la citata Fuel The Fire è una vera sagra di assoli, cambi di tempo e digressioni- e ai solos cristallini che sgorgano dalle due asce; alcuni pezzi fanno leggermente fatica a lievitare, ma si tratta di note a margine poco incisive nell'economia di un lavoro ad alto contenuto adrenalinico, con gli attributi, che sa il fatto suo. I più nostalgici proveranno un fascino del tutto particolare nella riscoperta di una band sepolta dalle polveri da 17 lunghi anni, che cerca oggi di rescuscitare il dinamitardo thrash californiano dei gloriosi anni '80!


VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
35.13 su 23 voti [ VOTA]
duke
Lunedì 19 Marzo 2018, 17.49.37
6
non sono malaccio....ma i loro dischi sono ispirati dai testament... sin dall'inizio hanno copiato eccessivamente questa band ....poca personalita' che li rende i cloni perfetti dei testament !
Giorgio
Sabato 23 Dicembre 2017, 20.34.44
5
A me piace! Ho il CD ed e' un vero divertimento ascoltarlo...ottima prova. Voto 75
Kappa
Martedì 26 Gennaio 2016, 11.41.25
4
E' un buon disco, altrochè! Non il capolavoro del secolo, ma ben suonato e ben architettato. Non capisco come mai tutte queste critiche!
AL
Martedì 9 Aprile 2013, 11.42.54
3
a me non dispiace. la voce è un clone di chuck billy ma l'album vale 70..
UnderCover
Mercoledì 23 Dicembre 2009, 17.18.15
2
Triste è l'unico aggettivo per definirlo...
Vittorio
Martedì 22 Dicembre 2009, 0.12.32
1
Reunion sottotono!
INFORMAZIONI
2009
Candlelight Records
Thrash
Tracklist
1. Prion
2. The Prophecy
3. Bastard Son
4. The War Inside
5. Fuel The Fire
6. Eschaton
7. Sloth
8. Desert Sands
9. Dissolving Around You
10. Asthmaphere
11. Eyes Of The Front
Line Up
Keven Albert - Vocals
Jim Adams - Guitar)
Shawn Bozarth - Guitars
Mike Kaufmann - Bass
Andrew Byrne - Drums
 
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