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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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The Allman Brothers Band - Eat A Peach
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( 10611 letture )
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Prima Recensione di: Francesco Gallina “Raven” Nonostante il trono di inventori del Southern Rock sia conteso tra almeno quattro o cinque gruppi diversi –e come al solito gusti ed esperienze personali giocano un ruolo importante nell’attribuzione del medesimo- personalmente colloco The Allman Brothers Band al vertice della catena dei pretendenti, ciò in quanto, per ragioni storico/temporali, sono stati a mio parere i primi a tracciare con chiarezza i confini espressivi del genere ed a codificarli in maniera standard. Autoconsegnatisi alla musica dopo aver assistito ad un concerto di B.B. King e Jack Wilson, i fratelli Allman attraversano varie e sfortunate esperienze prima di definire il proprio stile nel gruppo che porta il loro nome e basando la loro fama sulle esibizioni dal vivo.
Il disco -parzialmente dal vivo- che trattiamo oggi uscì dopo un live leggendario -At Fillmore East- e si pone al vertice del gruppo dei dischi di questa band assolutamente da ricordare, ciò essenzialmente per due ordini di motivi: il primo (e più importante) è che si tratta di un gran bel lavoro, il secondo è ineludibilmente costituito dal fatto che la sua uscita si lega a filo doppio alla morte di Duane Allman, chitarrista, leader e maggior compositore della band morto in un incidente che lo vide coinvolto in uno scontro con un camion che trasportava pesche, -appunto- e fratello del tastierista Greg. Eat a Peach contiene sei pezzi registrati con "Skydog" Allman, alcuni live, ed altri di studio senza il suo apporto e venne messo sul mercato poco dopo la morte dello sfortunato musicista. La miscela di Blues, Rock, (talvolta quasi Hard), Country, Jazz e Soul degli The Allman Brothers Band è qui ancora una volta espressa ai massimi livelli, ed oltre all’inconfondibile stile di Duane Allman -tipico il suo slide ottenuto con una bottiglietta di Coricidin infilata all’anulare- metteva in mostra una grande intesa con le altre chitarre e con il bassista Berry Oackley, la forte impronta data dalla coppia Hammond B3-Leslie di Greg, ma anche la presenza di due batteristi in formazione che spesso suonavano con una battuta di differenza l’uno dall’altro. Il tutto dava vita ad interminabili Live Jams semi-psichedeliche durante i quali i brani venivano stravolti e dilatati con approccio mentale Progressive.
Mountain Jam e Trouble No More, oltre a One Way Out, restituiscono in pieno questo aspetto, ma anche i nuovi pezzi Melissa (con corollario di un enorme numero di nuove nate così chiamate negli USA), la memorabile Les Brers in A Minor e la romantica Little Martha -che diventerà un loro classicone- costituiscono già motivo di acquisto obbligato, ma il resto della tracklist è almeno più che godibile, a partire dall’ottima Ain't Wastin' Time No More, ed è praticamente incalcolabile il valore di queste composizioni rispetto al Southern Rock in rapporto all’anno in cui il disco uscì ed a quelli in cui i pezzi furono scritti.
Un'altra tragedia era però dietro l’angolo: l’11 Novembre del 1972 anche il bassista Berry Oackley muore in un incidente che si verifica a soli tre isolati da dove era avvenuto quello di Duane Allman. La band proseguirà mutando parecchio lo stile, sciogliendosi e riformandosi, e, a tutt’oggi, è ancora dignitosamente in giro. Onore alla storia.
VOTO Prima Recensione: 90
Seconda Recensione di: Fabio Rossi "Hm Is The Law" La The Allman Brothers Band si trovava all’apice della popolarità dopo la pubblicazione dell'epico live At Fillmore East uscito nel 1971. Il gruppo, uno dei massimi esponenti del movimento denominato southern rock (rock sudista), stava apprestandosi a registrare il disco successivo quando il 29 ottobre 1971 a Macon in Georgia il chitarrista Duane "Skydog" Allman morì in un tragico incidente stradale: la sua Harley Davidson si scontrò con un camion che trasportava delle pesche. Per darvi un’idea della grandiosità di quest’artista vi dico solo che l’autorevole rivista Rolling Stone lo ha nominato come secondo miglior chitarrista mai esistito dopo Jimi Hendrix! L’album fu completato ugualmente senza sostituire Duane e, come si evince dal titolo (Eat A Peach tradotto significa mangia una pesca) e dalla figura della copertina (un camion che trasporta ironicamente una gigantesca pesca) fa esplicito riferimento al triste evento; peraltro il lavoro è espressamente dedicato al fratello scomparso.
Si tratta di un doppio vinile dove Duane Allman non compare nei primi tre brani (Ain't Wastin' Time No More, Les Brers in A Minor e Melissa).
Bellissima la struggente strumentale Little Martha esemplare dimostrazione di come si possa suonare a livelli eccelsi la chitarra acustica ed emozionanti i due pezzi dal vivo registrati al Fillmore East di New York: One Way Out, un boogie che -nonostante sia un rifacimento- incarna perfettamente la filosofia musicale della formazione statunitense dotato di un’introduzione trascinante per poi dipanarsi su un’efficace ritmica sostenuta dalle note di una straordinaria chitarra elettrica, e la pregevolissima Mountain Jam. Quest’ultima song si basa sul tema There Is A Mountain di Donovan e dura quasi 34 minuti durante i quali possiamo ammirare tutto il virtuosismo e l’improvvisazione chitarristica di Duane, maestro incontrastato della tecnica denominata slide o bottleneck –collo di bottiglia- (utilizzata successivamente da moltissimi artisti tra cui, ne cito qualcuno a caso, Joe Satriani, Steve Vai e Zakk Wylde). Probabilmente il brano nel quale si raggiunge il vertice di questa particolare tecnica che produce un sound di grande effetto, compatto e pulito è la versione live di In Memory Of Elizabeth Reed contenuta nel già citato At Fillmore East. In Mountain Jam è impressionante il livello tecnico e la simbiosi raggiunta dalle chitarre del duo Allman/Betts che si rincorrono in continuazione supportate da una sezione ritmica perfetta (la band aveva la particolarità di disporre di due batteristi Jai Johanny Johanson e Butch Trucks): vi assicuro che questa cavalcata sonora vale da sola l’acquisto di Eat A Peach. Il resto dell’album prosegue nel tipico sound nel quale la The Allman Brothers Band fonda sapientemente rock, blues, country, folk e gospel: l’open track Ain't Wastin' Time No More è una delle canzoni più coinvolgenti mai incise dalla band ed è sovente eseguita nelle esibizioni dal vivo; Blue Sky è un’altra perla più orientata al country con un lunghissimo assolo di chitarra che potresti ascoltare un milione di volte senza stancarti mai. Ma la song “perfetta” è la dolce e melanconica Melissa: molte ragazze americane negli anni ’70 furono chiamate con questo nome in onore di questo fantastico brano. Piuttosto inusuale e direi anche coraggiosa l’incursione psichedelica di Dicky Betts nella prima parte di Les Brers in A Minor, un pezzo strumentale che poi si scatena in una ritmica rock’n’blues con tanto di assolo di batteria; le pur valide Trouble No More (cover di Muddy Waters) e Stand Back vanno a completare un full length eccezionale per abilità compositiva e sentimento.
Ma le disavventure per questa sfortunatissima formazione non finiscono qui: nelle vicinanze del luogo dove morì Duane perse la vita l'11 novembre 1972 anch’egli in un incidente di moto il bassista Berry Oakley. Il gruppo andò avanti ancora pubblicando nello stesso anno l’ottimo Brother And Sister… ma la magia di una tempo stava ormai svanendo. VOTO Seconda Recensione: 94
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16
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In effetti la prima recensione era alquanto scarna ed incompleta. La seconda va un po\' meglio.
Album molto variegato, non solo a causa dell\'alternarsi di brani in studio e dal vivo, ma anche per registrazioni di periodi differenti.
Comunque, davvero un bel lavoro, l\'unico che amo davvero (At Fillmore che tutti o quasi considerano il loro masterpiece, non riesce a coinvolgermi del tutto, forse perché troppo orientato al blues.
VOTO : 95 |
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15
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Ben due recensioni. Ma meritatissime. Un altro gran bel disco degli ALLMAN, l'ultimo, purtroppo, con la formazione classica originale. Songs eccellenti, fatto salvo, x me, la Mountain Jam, x i motivi espressi sulla rece di At Fillmore East. Gli assoli di Blue Sky invece mi mandano ancora oggi in visibilio. Oggi, x puro caso, o forse no, è l'anniversario della morte di BERRY OAKLEY. ONORE E GLORIA IMPERITURI, a questi pionieri del Sound. |
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14
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Mountain jam da sola vale tutto, una musica liberatoria, dionisiaca e terapeutica nello stesso tempo. Il loro disco migliore insieme al precedente Live. |
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13
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Album meraviglioso. Cioè...voto utenti 46? XD |
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12
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Disco bello ed importante |
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11
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Che disco! Intramontabile! |
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10
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Si sono tornato!!!! Grandi Allman!!!!!!!!! |
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9
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Si sono tornato!!!! Grandi Allman!!!!!!!!! |
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8
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Cacchio, vuoi dire che le autorità statunitensi ti hanno già rilasciato?  |
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6
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Duane Allman un mito! Album favoloso in tutti i sensi! |
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5
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Grandissimo uno dei capolavori del rock!!! |
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4
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Bellissimo album recensito perfettamente complimenti |
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3
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Grazie anche a nome di hmitl, attualmente fuori sede. |
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2
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Recensioni ottime,disco capolavoro. |
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1
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Grandioso disco e fantastiche recensioni. 95 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ain't Wastin' Time No More 2. Les Brers in A Minor 3. Melissa 4. Mountain Jam 5. One Way Out 6. Trouble No More 7. Stand Back 8. Blue Sky 9. Little Martha
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Line Up
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Gregg Allman - organ, vocals, piano, electric piano Duane Allman: slide and lead guitars (tranne le tracks 1-2-3) Dicky Betts - slide and lead guitars, vocals, Jai Johanny Johanson - drums, congas Berry Oakley - bass Butch Trucks - drums, percussion, tympani, gong, vibes, tambourine
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