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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Iron Mask - Shadow of the Red Baron
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( 4958 letture )
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Ritornano gli Iron Mask, band governata dal chitarrista e compositore Dushan Petrossi, che a distanza di circa quattro anni dal precedente Hordes of the Brave immette sul mercato il nuovo Shadow of the Red Baron, un lavoro che prosegue sulla falsariga di quanto fatto in precedenza e connotato ancora da un approccio neoclassico esaltato dall’uso di vari (troppi?) samples orchestrali e da una vocalità molto impostata e profonda.
Undici i brani presenti, tutti rispettosi dello stile Dushan, fatto di tecnica e magniloquenza esecutiva, ma che soffrono a mio parere di una eccessiva sovrastrutturazione sia musicale che concettuale. Sin dall’opener Shadow of the Red Baron le carte sono messe in tavola con chiarezza, abbiamo a che fare con un Power di buon tiro basato su fraseggi neoclassici, più di una volta in doppia cassa, ma privo di feeling , ciò a causa di un riffing non particolarmente originale e reso leggermente ridondante dalla vocalità di Valhalla Jr, molto sicuro di sé, in possesso di indubbie doti che però tende troppo ad autocompiacersi ed a caricare eccessivamente le sue interpretazioni, conferendo una certa patina di falsità ai vari pezzi.
Tutto il resto dell’album si muove su questa falsariga, rimanendo sempre in bilico sul confine tra lavoro di rilevo e disco pacchiano, senza mai assestare il colpo decisivo per dare spessore al Cd almeno in tre o quattro brani che potrebbero risultare trainanti. Quel che si può segnalare è la presenza di Oliver Hartmann in Dreams, il buon mid di Resurrection -troppo Manoweriano però- la buona chitarra neoclassica di Universe ed in generale le capacità del mentore Dushan, ma più ancora le note negative rappresentate dall’insopportabile coretto di Forever in The Dark , il bridge forzato di Sahara -che contiene un solo del guest Lars Eric Mattsson- il basso spudoratamente Maideniano di Black Devil Ship, la banalità della linea vocale di We Will Meet Again, l’inutilità di My Angel is Gone, insomma…..tutta una serie di soluzioni prevedibili che non riescono a nascondere il senso di pesantezza che coglie l’ascoltore alla fine della fiera.
In Shadow of the Red Baron manca la scintilla, è un lavoro formale, prevedibile, ciò a dispetto delle qualità esecutive di Petrossi e dell’ottimo mixaggio e dell’altrettanto valida masterizzazione effettuata da Jen Bogren presso il noto Fascination Street Studio che già ha visto all’opera validissime realtà come Ophet e Symphony X tra le altre. Da consigliare ai fans di Petrossi e in generale del neoclassico con sottofondo Epico, per gli altri ponderare l’acquisto con calma, c’è in giro di meglio rispetto agli Iron Mask.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Shadow Of the Red Baron 02. Dreams 03. Forever In The Dark 04. Resurrection 05. Sahara 06. Black Devil Ship 07. We Will Meet Again 08. Universe 09. My Angel Is Gone 10. Only The Good Die Young 11. Ghost Of The Tzar
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Line Up
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Dushan Petrossi – All guitars and orchestral samples Valhalla Jr - Lead Vocals Andreas Lindahl -keys Vassili Moltchanov – Bass Erik Stout - Drums
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RECENSIONI |
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