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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Sacred Steel - Carnage Victory
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( 5388 letture )
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Heavy Metal, fottutamente heavy metal: gigantesco, roccioso, pesantissimo, veloce, con un paio di attributi mastodontici. Vanno dritti al sodo i teutonici Sacred Steel, alfieri feroci del sacro Verbo dell'Acciaio: senza compromessi, senza fronzoli, partoriscono un macigno di heavy classico privo di ogni orpello melodico o stilistico, discostandosi dall'epica musicale promulgata da orgogliosi ambasciatori quali Manowar e Judas Priest e trasportando all'estremità sonora il più tradizionale sound degli Dei. La band di Ludwigsburg è ormai da tempo una realtà solidissima, essendo nata ormai nel 1997 ed arrivando con Carnage Victory al settimo studio album: ne è colato, di acciaio, dai tempi del debut Reborn In Steel (1997), ma anche dall'ultimo prodotto ufficiale, quel Hammer Of Destruction, datato 2006, un prodotto efficace e dotato di gran tiro compositivo. Se nel disco d'esordio e nello stesso Hammer Of Destruction i tedeschi recuperavano la classica anima dell'heavy-power americano, in Carnage Victory la potenza viene accostata ad una maggiore epicità, completando così lo spettro stilistico del quintetto, che aveva esplorato anche sentieri più melodici in Slaughter Prophecy. Il risultato é dirompente, una sfuriata elettrizzante di heavy metal classico suonato con i mezzi e le potenzialità moderne, un irrefrenabile inno al clangore più tenace delle chitarre. Elemento inconfondibile, la voce malefica di Gerrit P. Mutz, ora dura ed ora più melodica, capace di esaltarsi in scream inquietanti e -più raramente- in potenti growl, conferendo così grande varietà alle canzoni proposte.
Rabbia, potenza, fendenti di acciaio puro che esplodono in canzoni ricche di spunti, cambi di tempo, accelerazioni e invettive contro la chiesa cristiana e la politica: il tutto forgiato attraverso suoni e atmosfere crude e corpose, cupe, esaltanti spesso e volentieri. L'heavy metal di Carnage Victory è una tellurica mazzata che si abbatte sui denti degli ascoltatori, ma anche su quelle band-fotocopia che scimmiottano il Verbo calcando la mano su clichè e melodia ai limiti della commercialità. I Sacred Steel non hanno bisogno di nulla di tutto ciò per confezionare un signor disco, che merita grandissimo rispetto ed un giudizio lodevole. Dalla batteria di Mathias Straub esplode un devastante terremoto di potenza martellante, inspessita da robuste sezioni di doppia cassa; le chitarre di Jonas Khalil e Jens Sonnenberg graffiano e ruggiscono con riffs poderosi ed esaltanti, concedendosi pochi assoli e praticamente nessuna inflessione melodica: heavy, heavy, heavy, duro e puro. L'infernale attacco che la sezione ritmica sferra con l'opener Charge Into Overkill è ipercorrosivo, con le vocals incazzate di Mutz sublimi nel saltare dal furioso all'acuto, nel veloce scorrere di un pezzo dai nervi tesi; l'esaltante binomio scream-clean prosegue in Don't Break the Oath, concedendosi picchi epici e drammatici cuciti su un tessuto robustissimo derivante dal drum monolitico. I pezzi del platter sono arcigni e muscolari ma sempre dotati di un notevole gusto per il songwriting, passando dalla solenne titletrack al velocissimo arrembaggio di Crosses Stained With Blood, uno dei pochi pezzi infuocati da un assolo di chitarra abrasivo; la lenta e truce Ceremonial Magician of the Left Hand Path lascia presto spazio al riff apocalittico ed alla ripartenza martellante della strepitosa The Skeleton Key o all'inno di fede Metal Underground, prima che la bestiale By Vengeance and Hatred We Ride vada a concludere l'opera con il suo riffone glorioso e un assolo spaziale: in questo pezzo Mutz si cimenta in un growl esaltante, mentre la doppia cassa devasta gli ultimi neuroni non ancora folgorati nelle teste degli headbangers a velocità folle, alle soglie del thrash più ossessivo. Potenza distillata nell'acciaio, velocità e cambi di tempo: signori e signore, Carnage Victory.
Probabilmente, uno dei dischi migliori prodotti in ambito Classic Heavy nel corso del 2009: una dichiarazione di Fede massacrante, che non si concede debolezze e che carica sulle spalle della band centroeuropea una responsabilità pesantissima: qulla di guidare con esperienza e valore le nuove leve verso un decennio che ci auguriamo possa essere prosperoso per il nostro amato Heavy Metal. Se i portabandiera fossero tutti come gli Steel, staremmo tranquilli: qui scorre il sangue degli immortali, qui questa musica sposa l'epica e abbraccia la teatrale potenza che il Destino gli ha da sempre riservato. Non c'è motivo per non impossessarsi di Carnage Victory, non c'è motivo per non innamorarsi di questa band; l'unica pecca, forse, sta nella presenza ristretta di assoli scintillanti, elemento che non può passare secondario presso il pubblico cuoioborchiato: ma è una direzione intrapresa volutamente dal combo teutonico e non una mancanza sfuggita per errore, un modo razionale di forgiare un sound omogeneo che rappresentasse un attacco compatto, corale e frontale privo di attori solisti. Pezzi consigliati: Charge Into Overkill, Crosses Stained With Blood, The Skeleton Key, By Vengeance And Hatred We Ride. Episodio sottotono: Ceremonial Magician Of The Left Hand Path.
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5
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seguo i sacred steel e a partire dall'esordio non hanno sbagliato un disco! anche questo carnage victory spacca di brutto, heavy metal tritaossa!!! |
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4
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a me invece ceremonial piace molto mentre nn mi fa impazzire charge into overkill |
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3
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Gran disco,non sbagliano mai un colpo! |
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Bell'album, senza dubbio. Forse il migliore della discografia. Solo un neo: Gerrit dovrebbe evitare di provare a fare il King Diamond d'annata...Non è proprio cosa sua. Quando si molla in falsetto è inascoltabile. |
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1
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Bellissimo disco,privo di fronzoli,diretto come un pugno allo stomaco e mai,ripeto mai,noioso.Non pensavo di trovare in questo lavoro cosi' tanta bella roba.OTTIMI,cosi' come ottima la recensione.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Charge Into Overkill 02. Don't Break Tho Oath 03. Carnage Victory 04. Broken Rites 05. Crosses Stained With Blood 06. Ceremonial Magician Of The Left Hand Path 07. The Skeleton Key 08. Shadows Of Reprisal 09. Denial Of Judas 10. Metal Underground 11. By Vengeance And Hatred We Ride
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Line Up
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Gerrit P. Mutz - Vocals Jens Sonnenberg - Guitar Jonas Khalil - Guitar Kai Schindelar - Bass Mathias Straub - Drums
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RECENSIONI |
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