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Tony Iommi with Glenn Hughes - The 1996 DEP Sessions
( 4958 letture )
Ho capito perchè Tony Iommi, oltre ai baffoni e ai capelli neri, veste sempre di scuro. Non è il suo colore preferito, ma fuliggine. Infatti, è bene ricordarlo, Iommi non è un semplice chitarrista, bensì il dio Vulcano dei chitarristi. A lui si devono i riff folgoranti, forgiati tra le incudini roventi e i possenti martelli della sua fucina, dai quali è partito il big bang dell'universo heavy metal.
E se Iommi è Vulcano, la vicenda di Glenn Hughes rimanda a quella di Orfeo: uno che ha visto la morte in faccia ma, grazie all'incanto della propria voce, ha ottenuto il permesso di ritornare tra i mortali.

Ho esagerato? Sì, lo ammetto, ho esagerato.
Ma è per dirvi quanto mi ha sorpreso questo progetto, potente e melodico allo stesso tempo. Sorpreso, ma anche disorientato: perchè mai ci sono voluti otto anni per pubblicare un album simile? Com'è evidente dal titolo, The 1996 DEP Sessions, risale infatti al '96, registrato nei DEP Studios di Birmingham, ma subito accantonato. Da allora, le otto tracce sono circolate clandestinamente prima che, nel 2004, Iommi e i tizi della Sanctuary Records si decidessero a produrle in modo decente.

L'album si apre sull'aggressivo mix di voce e chitarra di Gone, brano in cui trova spazio anche un'inattesa sezione melodica, appena dopo il secondo ritornello. La successiva From Another World ha una chiara impronta Black Sabbath, benché inizi su tonalità malinconiche prima di esplodere in una furiosa jam heavy. Don't you tell me è il classico pezzo energetico che vorresti non finisse mai, grazie al suo riff ipnotico e alla superba prova vocale di Hughes. Il meglio di sè il cantante lo fornisce però in Don't Drag the River, brano che procede su un insolito sound funky-blues, aggancia l'ascoltatore col suo infettivo ritornello per poi spiazzarlo grazie a un prodigioso cambio di tempo orchestrato da Vulcano-Iommi.
La seconda parte del cd perde d'incisività e il livello delle canzoni ne risente un poco. Fine sembra portato in dote dalla militanza di Hughes nei Trapeze. I'm not the same man gode di un ritmo sostenuto, ma è la traccia che convince meno, mentre le interessanti It falls through me e Time is the Healer tradiscono ancora una volta discendenze sabbathiane. Quest'ultimo è il brano più doom dell'intero cd, sul cui imponente muro di suono si abbatte lo screaming di Hughes.

A conti fatti, The 1996 DEP Sessions è il più convincente dei progetti solisti di Iommi, molto più dell'album eponimo del 2000 e anche della successiva collaborazione con Hughes. Le canzoni qui contenute riescono abilmente a evitare la trappola della ripetitività, grazie alla creativa combinazione di potenza metal e melodie funky-soul garantita dal duo Iommi/Hughes.
L'unica nota stonata riguarda la copertina: chiunque, bendato e servendosi di Nero Cover Designer, avrebbe potuto fare meglio!

CURIOSITÀ
Nella line up del 1996 figurava l'ex batterista dei Judas Priest, Dave Holland. Ma Tony Iommi decise di registrare ex novo le parti di batteria quando, nel 2004, Holland fu condannato per violenza sessuale ai danni di un ragazzino. Non volendo avere nulla a che fare con quella faccenda, il baffuto chitarrista affidò le bacchette a Jimmy Copley, l'attuale batterista dei Manfred Mann.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
57.21 su 41 voti [ VOTA]
Rob Fleming
Martedì 5 Dicembre 2023, 14.13.25
14
Glenn Hughes può cantare tutto, Gillan e Martin compresi.Il punto è come dici tu: doveva essere un concerto di quattro ore. Oppure con tagli alla scaletta inaccettabili. Ma sul resto c\'è poco da dire. VII STAR è splendido, diverso e stupendo. E l\'accoppiata Iommi-Hughes affiatatissima
iommi
Martedì 5 Dicembre 2023, 14.05.20
13
no vabeh, non ci son storie, l\'album è bellissimo e cazzuto. Poteva esserlo anche di più? magari qualche canzone in più? si, ma già così.... iommi, hughes è un\'accoppiata meravigliosa e non sarei stato contrario a mettere sotto il nime black sabbath anche questo e fused. mica per altro, ma semplicemente perché avrebbero venduto di più e permesso a questi due di andare in tour insieme anziché a iommi di perdere (artisticamente) anni e anni dietro alla reunion con ozzy e bill ward che li fece ristagnare e non produsse affatto nuova musica come sarebbe stato necessario per i posteri. Hughes avrebbe cantanto i pezzi dei 3 album con lui e se proprio ma proprio il nome gli avesse costretti a fare altri pezzi dei sabbath io mi chiedo: ma lo avete sentito cantarli ai tempi del tour di seventh star e al concerto 2010 in memoria di Ronnie James Dio? io si e considero hughes uno strepitoso cantante dei black sabbath: personale e convincente sui pezzi di ozzy e dio, (chissà se altrettanto lo sarebbe stato su quelli di gillan e tony martin, ma dubito gli avrebbero mai affidato scalette così lunghe)
Screwface
Mercoledì 8 Aprile 2020, 19.44.06
12
A suo tempo avevo ascoltato il bootleg, questo ha in più Time is the Healer che stilisticamente mi ricorda più Fused, probabilmente è stato registrato dopo per raggiungere un numero adeguato di brani. Il disco comunque è ottimo e rispetto a Fused (ottimo pure quello) lo trovo più vario e con una maggiore attenzione alla melodia.
Kiodo 74
Mercoledì 8 Aprile 2020, 16.40.18
11
Bellissima e piacevole la recensione con la similitudine Vulcano/Orfeo....non è assolutamente esagerata... Anzi! Condivido tutto ciò che ho letto....dall'analisi contestualmente musicale a quel che riguarda la "povera" copertina..... Complimenti e ossequi!
gianmetal
Domenica 21 Agosto 2016, 17.53.39
10
unione perfetta tra due leggende nei loro rispettivi campi.Album magico!
Rob Fleming
Lunedì 15 Febbraio 2016, 17.54.41
9
VII star era splendido, ma questo gli sta solo un pelo sotto.
iommi
Domenica 27 Luglio 2014, 15.17.26
8
Disco ottimo a dir poco. Iommi metallico e pesante e Hughes veramente " spiritual"
D.P.
Giovedì 1 Agosto 2013, 16.25.43
7
a volte non e' detto che l'incontro tra due icone assolute del rock mondiale generi per forza di cose un capolavoro. Basti pensare a Coverdale/Page disco sicuramente sotto i livelli di attesa e in alcuni brani molto molto deludente. In questo caso Iommi e Hughes sono pure recidivi visto che il loro precedente The Seventh Star non era certo un disco da considerarsi storico. Cio' e dovuto alla prospettiva certa che ne esca per forza di cose una opera indimenticabile, della serie se tanto mi da tanto. E invece nella maggior parte dei casi e' completamente l'opposto evidenziato dalla simbolica frase "mi sarei aspettato molto di piu'". Lo detto anche io ascoltandolo.
N.I.B.
Giovedì 4 Febbraio 2010, 17.22.07
6
Che accoppiata... DA MANUALE... Grandissimi tutti e 2...!!!!
AndreaR
Giovedì 28 Gennaio 2010, 16.21.54
5
@Painkiller: l'album di Iommi del 2000 mi è piaciuto, ma non tanto quanto questo. Non è riuscito a tenermi agganciato come 1996 Dep Sessions. Tra i motivi, la varietà dei cantanti (alcuni troppo diversi per stile, secondo me) e il livello delle canzoni (non tutte ispirate come Flame On, per esempio) che non gli hanno consentito la stessa continuità e coerenza. Ho notato la tua predisposizione al confronto e allo scambio pacifico di vedute
pafum
Mercoledì 27 Gennaio 2010, 19.20.31
4
quando due artisti (ripeto e sottolineo : ARTISTI) del genere si affiancano possono succedere due cose: la prima è che si annullino a vicenda, cercando di evitare l'uno all'ombra dell'altro col solo risultato di annoiare chi li ascolta. La seconda è che si innalzino a livelli altissimi creando un gioiellino. Questo cd appartiene alla seconda categoria, senza alcun dubbio!!
Painkiller
Mercoledì 27 Gennaio 2010, 17.15.35
3
se un accostamento, una metafora qualsiasi, ti permettono di esprimere un'emozione, un sentimento, un giudizio in questo caso, su qualcosa che ti tocca e che non riusciresti ad esprimere altrimenti....altro che fuori luogo. Ho letto con interesse l'articolo di Renaz sull'utilità delle cover ed ho tristemente notato la scarsa propensione di alcune persone ad accettare il gusto o il giudizio altrui....non é il mio caso, anche se ho le mie idee e me le tengo ben strette. Una domanda: ho inteso che non hai gradito molto Iommi del 2000. Perché? Io sinceramente l'ho trovato molto bello per due motivi: Musicalmente é Iommi al 100%, con tanto di riffoni mammooth di rigore e poi da la possibilità di immaginare il sound mammooth dei sabs con diversi interpreti dietro al microfono. Non che ami tutti i cantanti presenti sul disco ma alcune canzoni (flame on per esempio) le trovo notevoli.... Che dici?
AndreaR
Mercoledì 27 Gennaio 2010, 14.14.32
2
Grazie Painkiller, troppo gentile! Pensa che, inizialmente, credevo fosse una stupidata quell'accostamento...
Painkiller
Mercoledì 27 Gennaio 2010, 9.27.01
1
Caro Andrea, concordo appieno con la tua splendida recensione, nonchè con l'accostamento Iommi-Vulcano, Highes-Orfeo ... La sola "from another world" vale l'acquisto di questo poderoso cd e per la cover ..... bleah! 80.
INFORMAZIONI
2004
Sanctuary Records
Heavy
Tracklist
1. Gone
2. From Another World
3. Don't You Tell Me
4. Don't Drag the River
5. Fine
6. Time Is the Healer
7. I'm Not the Same Man
8. It Falls Through Me
Line Up
Tony Iommi: guitar
Glenn Hughes: vocals, bass
Jimmy Copley: drums
Don Airey: keyboard
Geoff Nicholls: keyboards
 
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