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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Xasthur - Portal Of Sorrow
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( 6074 letture )
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This album, “Portal of Sorrow", is the last Xasthur album, period. The honorable thing to do is to end the band and not hang around too long, like so many metal/black metal bands do. Enough is enough, right?[…]
I'm going to do something different by not performing any kind of metal at all! There's no use in trying to reinvent black metal or turn it upside down, it's all been done and in the end, it's still metal and will remain within those circles, stereotypes and boundaries no matter what. Overall, I need a bigger change in my life and with music than just trying to change metal […]. (Malefic dal blog Disharmonic Variations)
Non era assolutamente possibile affrontare la recensione di questo nuovo lavoro firmato Xasthur, intitolato Portal Of Sorrow, senza aver prima parlato del comunicato stampa rilasciato da Malefic alias Scott Corner sul proprio blog personale Disharmonic Variations. Nel post pubblicato lo scorso 26 Marzo -di cui alcuni stralci sono stati riportati ad inizio recensione- Malefic, oltre a dichiarare la fine del progetto Xasthur, annuncia anche che tutte le sue opere future non avranno minimamente a che fare con il metal. Una scelta piuttosto inaspettata, visto che i recenti full-lenght rilasciati tramite Hydra Head -Defective Epitaph e All Reflection Drained- avevano riportato prepotentemente il nome Xasthur ai vertici del panorama depressive black mondiale. Parlando a nome personale, quello che dispiace è non tanto la fine dell’era Xasthur, quanto la forte sensazione che emerge dalle parole di Malefic, ossia che stia sputando nel piatto dove fino ad ora aveva riccamente mangiato. Non vado assolutamente a mettere bocca sul fatto di voler provare a fare cose diverse, ci mancherebbe, dato che quelle sono scelte personali; ma mettere di mezzo nella sua decisione, anche l’attuale condizione in cui si trova il black metal mi sembra francamente fuori luogo, oltre che di cattivo gusto. Ma eviterei di proseguire ulteriormente su questo discorso simil-gossip, nonostante questa piccola premessa fosse assolutamente necessaria per poter analizzare fino in fondo il contenuto di Portal Of Sorrow.
Sebbene sia passato poco meno di un anno dal precedente All Reflection Drained, Malefic -forse in seguito a quanto discusso sopra- cambia decisamente rotta in questo nuovo lavoro. Spariscono quasi del tutto le chitarre distorte, limitate sia nell’uso che nel volume di mixaggio, mentre nuovo spazio viene dato alle vocals, sia verso lo screaming -mai troppo amato dallo stesso autore-, sia (soprattutto) verso l’utilizzo estensivo delle female vocals ad opera della guest singer Marissa Nadler. Ma sono sostanzialmente due le cose colpiscono in Portal Of Sorrow.
Innanzi tutto, c’è una sostanziale divisione dei brani in due diverse tipologie musicali: da una parte Malefic -vedasi Shrine Of Failure e la meravigliosa Stream Of Subconsciusness- cerca di recuperare il sound tipicamente black\depressive degli esordi, dall’altra vengono sparse per il disco tracce musicali che poco hanno da spartire con il black metal -la stessa title track o This Abyss Holds The Mirror-, muovendosi in territori al confine tra il dark ambient e una certa dark wave. Il secondo fatto che si nota al primo ascolto è il totale e repentino cambio di atmosfere rispetto ai due precedenti lavori: dalle malate rappresentazioni in bilico tra follia e disperazione di Defective Epitaph e All Reflection Drained, Malefic alleggerisce notevolmente la carica negativa delle sue composizioni, passando a sonorità più malinconiche ed eteree. Certo, non mancano momenti più cupi e malati, dove l’utilizzo di queste female vocals spettrali costituiscono una bella intuizione; ma per chi -come il sottoscritto- ha seguito fedelmente nel corso degli anni il musicista americano, tutto ciò sarà sicuramente motivo di sorpresa. Una sorpresa che prevedo si trasformerà poi in parziale delusione, soprattutto nei riguardi delle tracce più tipicamente black, nelle quali è palpabile stanchezza e poca convinzione di fondo.
Insomma, Portal Of Sorrow si rivela un disco con molte luci ed ombre. Non mancano sicuramente brani di alta classe quali Stream Of Subconsciusness e This Abyss Holds The Mirror, che però vengono affossati da diversi fillers o intermezzi ambient piuttosto inconcludenti, al punto da far venire il sospetto che, per chiudere l’album, Malefic abbia dovuto raschiare il fondo del barile. Ora, non resta che attendere gli sviluppi futuri non-metal del master mind, sperando vivamente che il caro Scott Corner non abbia la faccia di bronzo da ritornare quatto quatto sui suoi passi.
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12
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Deludente.Troppo strutturato,con aperture più sentimentalistiche che depressive, perdendo di vista l\'immediatezza ruvida che rende grande questo genere intimo ed introspettivo,e non bastano le pur apprezzabili partiture ambient se poi vengono depotenziate da divagazioni ampollose,sterili,fuori posto.Un buco nell\'acqua. |
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11
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lo sto cominciando adesso, con la demo a gate through bloodstained mirrors. lo-fi allo stato brado e atmosfere davvero muffite, della rece non ho capito molto ovviamente però leggo cose belle tipo dark ambient, marissa nadler e darkwave, mi incuriosirebbe da subito malgrado si parli anche di aspetti non proprio positivi. ma sto solo all'inizio, vediamo. in realtà ora che ci penso avevo ascoltato pure lo split con nortt. comunque cupissimo xasthur |
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10
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Per quanto mi riguarda, quest'album è pesante come l'assistere ad una partita di biliardo, un eccellente rimedio per l'insonnia. Non nego che Xasthur abbia prodotto qualche buon disco (per la cronaca adoro Nocturnal poisoning) ma, parliamoci chiaro, questa band artisticamente parlando è morta dopo due dischi, poi soltanto una serie di uscite "fotocopia" dei quali salvo soltanto il discreto Subliminal genocide. Lasciamo perdere poi le dichiarazioni di questo personaggio e tutti gli stereotipi di cui si circonda tipi, a cominciare dalla foto in alto a sinistra, veramente ridicola per il sottoscritto. |
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9
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ecidentemente non gli stimola più il blackmetal. Secondo me questo è un disco grandioso proprio perchè si discosta molto dal blackmetal "vecchio" (comprese le vecchie releases di Xasthur) per approcciarsi ad un altro lato della musica estrema che coincide con le ultime uscite della Hydra Head... |
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8
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Quoto gli ultimi tre commenti. |
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7
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Mah..il disco e' carino, assolutamente sopra la sufficienza, certo che le dichiarazioni di Corner fanno veramente cascar le braccia...soprattutto, dico io, non si aggrappi alla storia che il black non ha piu' nulla da dire, e' un genere come qualsiasi altro..e' la musica in generale che e' quasi impossibile da reinventare(lo dice anche Morricone che non e' proprio un pirla cavoli!!!)..piuttosto forse e' lui che non riesce piu' a far qualcosa di buono in questo settore ma non dia addosso ad un genere dove coerenza e onesta vena artistica la fanno ancora da padrone molto piu' che altrove!!!! |
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6
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si chiuderà in stanza e metterà al massimo il condizionatore  |
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5
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Io non capirò mai come fa un californiano a fare certa musica. Esci di casa e so 40 gradi fissi, l'oceano e una mandria di donne seminude di facili costumi che giocano a pallavolo e ogni tanto si masturbano a vicenda così, per scherzare tra loro. |
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4
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Trovo che dopo quest'album faccia bene a lasciar perdere...a mio parere disco piattissimo e privo d'ispirazione e quando manca quest'ultima c'è poco da fare. |
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3
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sicuramente la scena americana non ha fatto altro che riciclare per la maggior parte idee nate nel vecchio continente, però gente (ne cito alcuni) come Absu, i Leviathan, i Gran Belial's Key e gli stessi Xasthur ad inizio della loro carriera hanno saputo fare ottime cose...poi ovviamente sempre de gustibus @sandman: come ho detto nella rece, questa sensazione di stanchezza è parecchio palpabile soprattutto quando cerca di ritornare su sentieri già battuti, mentre idee più fresche ci sono nelle parti più soft... |
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2
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Non mi hanno mai particolarmente colpito. Riguardo all'US Black Metal, sono molto meglio di molti cloni di Burzum, meglio dei Leviathan, e di altri gruppi dello stesso genere spacciati per geni. I migliori del Black in America però rimangono gli Absu. |
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1
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tralasciando che il black made in usa non mi è mai stato "simpatico" ma certe dichiarazioni più che altro mi sembrano figlie di una stasi compositiva. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Portal of Sorrow 2. Broken Glass Christening 3. Shrine of Failure 4. Stream of Subconsciousness 5. Karma/Death 6. Horizon of Plastic Caskets 7. Mesmerized By Misery 8. This Abyss Holds the Mirror 9. Mourning Tomorrow 10. Miscarriage of the Soul 11. Obeyer's of Their Own Deaths 12. Released From this Earth 13. The Darkest Light 14. Hiver de Glace
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Line Up
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Scott Corner - all instruments, vocals, lyrics, music
Guests: Marissa Nadler - choir, vocal flashbacks, vocal instrumentation Pete Traux - 2 guitar solos
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