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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3688 letture )
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Sembra dunque che per questo particolare io sia più saggio di quest'uomo, poiché non m'illudo di sapere ciò che non so.
Questo è un pensiero apologico scritto da colui che definisco e definirò sempre il più grande esponente della tradizione filosofica occidentale -Socrate- colui che, umilmente, professò la propria ignoranza in contrapposizione a coloro che continuavano a sostenere di essere sapienti. Non voglio certo paragonarmi a lui (sarei un tremendo ipocrita), ma le perle di saggezza oneste e veritiere che ha espresso l’eccelso filosofo greco mi sono sempre servite per dare il giusto peso alla concezione di essere umano onesto con se stesso. Chi è conscio della propria ignoranza sarà sempre più saggio di chi continua a professare la propria erudizione. Quindi, visto che mi ritengo una persona coerente alle parole che esprimo, non provo affatto vergogna nel manifestare la mia più profonda ignoranza nei confronti di questa ottima band finlandese, già dotata di opulenta discografia e padrona di una convincente miscela tra i classicismi del power-heavy metal, sia a livello ritmico che solistico, folate di thrash, richiami sporadici al folk ed un pizzico di death metal, presente solo agli esordi.
I Kiuas, sono riusciti ad accaparrarsi un’ottima posizione nella lista delle band delle quali provo un deciso interesse: le espressività tecniche e le emotività esecutive risultano convincenti fin dai primi EP, sviluppate e consolidate con i successivi full-lenght The Spirit Of Ukko del 2005 e The New Dark Age del 2008 -dei quali consiglio spassionatamente l’ascolto.
Questi album sono caratterizzati da un’intrigante amalgama di generi dall’anima granitica, ritmi serrati e sound massiccio, ben equilibrati in ogni frangente, concatenati con estrema eleganza e continuità, mettendo in risalto ciò che li distingue e li caratterizza rispetto ad altre bands: la polifilia stilistica. Lustdriven segna un vigoroso cambio di tendenza, soprattutto per quanto riguarda l’approccio e l’idea di base, mantenendo solide le proprietà polifile ma ammorbidendo la “cattiveria” fin ora espressa introducendo molta più melodia e linearità ritmica. In sintesi: sforbiciata la cupezza delle venature death e thrash soprattutto per quanto riguarda la sessione lirica, riduzione della furia ritmica ed iniezioni di enfasi ed ariosità. Non un bene, non un male, ma un semplice modifica estetica che ha portato le composizioni ad un livello di metabolizzazione più semplice e diretto che potrebbe accontentare i famelici delle linear-melodies a discapito degl’avidi del syncop.
Lustdriven resta un album molto piacevole e scorrevole, godendo comunque di ottima peculiarità compositiva e dinamismo nei cambi di rotta stilistici. Il sound chitarristico di Mikko Salovaara rimane sull’onda delle progressioni power-heavy -soprattutto nei frangenti solistici- eliminando totalmente i già esigui momenti di cupezza acustica; Ilja Jalkanen emozionerà chiunque grazie all’elegante limpidezza espressiva della sua ugola, che non potrà lasciarvi indifferenti; vita semplificata per la ritmica del duo Teemu Tuominen e Markku Nareneva ai quali viene ridotta la quantità di scambi sincopati e cervellotici, mentre le tastiere di Atte Tanskanen sosterranno ed arricchiranno velatamente, ma con estrema precisione, alcuni momenti dove la massa ritmica necessita di corposità.
La ricchezza compositiva del combo finnico è talmente ampia ed omogenea che risulta veramente difficile segnalare od epurare le tracce migliori presenti in Lustdriven; tutte hanno una loro caratteristica peculiare e tutte meritano un ascolto approfondito ed attento. Lustdriven non entrerà di certo nel limbo dei capolavori del power-heavy metal ma evitate di commettete il mio stesso errore, fatevi incuriosire dalle parole che ho scritto ed ascoltali, vi resteranno dentro e rimpiangerete il momento in cui li vedrete sfondare come grande band, perdendo l’occasione di dire a tutti “li ho già conosciuti … grazie a Metallized”.
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8
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Anch'io come Bone Pumpkin trovo New Dark Age superiore a Lustdriven, anche perchè NDA è un disco a mio pareere spettacolare. N.B. ottima rece |
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7
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Vi consiglio vivamente di ascoltare, prima New Dark Age, poi questa ultima uscita, prima di tutto per capire l'evoluzione stilistica ma anche perchè Lustdriven qualitativamente è di livello inferiore!!! Buon ascolto .... fatemi sapere se avete avuto le mie stesse reazioni )) |
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6
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Complimenti, davvero una gran recensione. Provvederò all'ascolto, mi incuriosiscono parecchio  |
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Era una battuta ironica ... ti rigrazio soprattuto per aver espresso quello che hai pensato, è così raro leggere certi commenti che chi te li scrive passa per ubriaco!!! Ascoltali veramente i Kiuas, ti faranno godere per un po'!! )) |
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3
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non lo era. oggi come oggi se fai un complimento sei preso per ubriaco |
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Spero non sia una presa per i fondelli!!! ahahahahahahah!!!! )))))) |
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1
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grazie Metallized per regalarci recensioni di tal livello |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Kiuassault 02. Cry Little Angel 03. Of Lust, Love and Human Nature 04. Aftermath 05. Lights Are Many 06. The Visionary 07. Heart and Will 08. Heart and Will 09. The Quickening 10. Summer's End 11. Winter's Sting
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Line Up
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Ilja Jalkanen – vocals Mikko Salovaara – guitars Teemu Tuominen – bass Atte Tanskanen – keyboards Markku Nareneva – drums
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RECENSIONI |
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