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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 1520 letture )
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Prima di sviscerare ed esaminare approfonditamente Vinyl, mi sento in obbligo di sciorinare la storia dei due signori che stanno accompagnando le mie dita sulla tastiera, ideatori ed esecutori di questo full-length dalle peculiari caratteristiche e dall’animo gentile.
Partiamo da Fabrizio Festa: esordisce nelle vesti di pianista classico, ma presto virerà la sua attenzione abbracciando la plasticità che solo il jazz riesce ad emanare. Il jazz ha bisogno di padronanza della musica e non solo dello strumento musicale, e saggiamente Festa strutturerà le sue fondamenta arricchendo i temi legati alla tecnica, alla composizione ed agli arrangiamenti, affidando il proprio talento ad alcuni dei migliori musicisti jazz internazionali quali Enrico Pieranunzi, Franco D'Andrea ed il compositore Mal Waldron. La preparazione acquisita fu tale che dalle sue mani presero vita eccelse opere, che faranno il giro del mondo, legate a componimenti di natura sinfonica, teatrale, cinematografica e televisiva. Bozorius ha sempre navigato in acque preziose, iniziando le sue esibizioni da session man professionista nel lontano 1978 ed esplodendo professionalmente negli anni ’80 grazie a collaborazioni e tour mondiali con famose star italiane (Pupo, Ramazzotti, Zucchero e Masini), le cui qualità sono discutibili, ma che restano comunque dei professionisti dall'elevata visibilità. Negli stessi anni Bozorius farà correre parallelamente esibizioni pop ad altre d'ambito jazz, collaborando ed esibendosi -sia in jam session che in concerti- con alcuni dei mostri sacri della levatura di Chet Baker, Gerry Mulligan, Massimo Urbani, Franco D 'Andrea, Enrico Rava, James Thompson, Andy J. Forrest e Stefano Bollani. Non credo siano tutti degni tale privilegio.
Nel 1982 Fabrizio Festa e Bozorius incrociano i loro percorsi e decidono di dare vita al progetto Festa Group: la loro sintonia fu in continua e progressiva ascesa fino al raggiungimento del debutto statunitense avvenuto nel 2000, dove il combo raccolse grande successo ed un fiume di critiche positive. Grazie a questa collaborazione, incisero quattro album Congo Square, Montreux Live, Strings e l’ultimo nato Vinil. Prodotto dalla etichetta indie Drycastle records -fondata nel 2004 dallo stesso Bozorius- ed inciso nel 2005, Vinil affonda le proprie radici nella sfera jazz-fusion, caratterizzandosi per le peculiari ed acustiche sonorità, rinfrescate ed arricchite da pochi effetti ambient che creano volume, alleggeriscono l'ascolto e creano atmosfere più vivibili. Le nove tracce presenti nascono -quasi per la totalità- dalla brillante capacità compositiva di Fabrizio Festa, raccogliendo parte del materiale inciso nel 1988 durante un’esibizione al festival di Montreux e arricchendo il platter con quattro nuove composizioni dalla mentalità “separatista” rispetto alle tracce live, che spezzano la sinuosità del passato ed introducono maggiore dinamicità. L'impatto con la traccia d'apertura Wings of Peace, lascia un po' perplessi a dire la verità: chi ha l'orecchio allenato all'ascolto di certi stili musicali associerà subito le note iniziali a quelle pietre miliari che lasciò Jaco Pastorius, soprattutto a livello acustico, e il brano si sviluppa successivamente in sonorità già passate nei nostri timpati con il primo Pat Metheny. La successiva Winter Tales spremerà la vostra fantasia: le ambientazioni appaiono quasi cinematografiche e dal sapore arabeggiante, predominate da un flauto traverso quasi fiabesco dalle progressioni semitonali ed accompagnato morbidamente da un parallelismo di bouzouki; la sessione ritmica dona eleganza e leggerezza alla traccia, grazie al costante utilizzo di spazzole che accarezzano pelli e piatti. Le tracce a seguire ricalcheranno la filosofia d’apertura, alternando brani dal carattere prettamente di stampo jazz, altre più voluminose e ricche di effettistica più legate al rock, altre molto più free e svincolate da percorsi circoscritti ed altre ricche di giocosità e positività.
Vinil non è del tutto convincente, non è costruito secondo una logica compositiva che costituisca un percorso logico ed a tema, ma spazia e tocca diversi stili che portano l’ascoltatore alla perdita di orientamento. Anche lo spessore compositivo ed il sound di base non sono all’altezza di tali nomi, sviluppando partiture dall’ossatura debole e carente di forza caratteriale. Vinil mi è sembrato più un album dedicato ai nostalgici della fusion anni '80, o al massimo uno strumento d’attrazione destinato all’accaparramento di un pubblico “lontano” dal mondo jazz-fusion, fungendo come primo gradino di una lunga scalinata di ascolti, sempre più impegnativi. Se volete avvicinarvi senza troppa fatica a questa nicchia stilistica, Vinil potrebbe fare al caso vostro, ma se siete già degli appassionati o perlomeno assidui consumatori di novità in campo musicale, questo platter avrà su di voi lo stesso effetto di un’oliva dopo cinque giorni di digiuno: non vi sfamerà.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Wings of Peace 02. Winter Tales 03. Evening at Home, An 04. There Is a Highway to the Sky 05. Nubian Moondance 06. Northern Lakes 07. Fiesta Do Caribe 08. Two Friends 09. All Blues
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Line Up
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Fabrizio Festa – piano, keyboards Bozorius – bass, acustic guitars Riccardo Galardini – chitarra Walter Paoli – batteria
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RECENSIONI |
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