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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Valerian Swing - A Sailor Lost Around The Earth
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( 5806 letture )
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... rimanevo solo nient'altro che un marinaio perso intorno al cuore.
Al mondo esistono degli artisti in grado di personalizzare il loro sound al punto che esso appare sfocato, di difficile catalogazione eppure premeditato in ogni suo aspetto; solitamente queste persone riescono a rendere ogni melodia ed ogni ritmo associabile ad un significato musicale specifico, che cambia col cambiare di chi ascolta; molto spesso la loro musica è profonda, ad un primo impatto antiestetica eppure, col tempo, essa cresce e si radica sempre più nella mente di chi si è trovato nella condizione di poterne usufruire. Già, usufruire, e mai verbo fu più giusto, perchè in questi casi l'utente non è un semplice ascoltatore, ma è un attore al pari di chi quella determinata musica l'ha scritta. In casi del genere la musica non è un semplice passatempo, una cosa che deve riempire un vuoto o farci rilassare: è uno strumento che ci permette di viaggiare col pensiero, di immaginare delle situazioni, insomma di interagire con un ambiente fatto di frequenze invisibili, eppure tangibili. Nel corso della mia vita raramente mi sono trovato ad ascoltare dischi del genere: recentemente ho avuto il piacere di vivere quest'esperienza grazie ai Nostrani Valerian Swing, autori del bellissimo A Sailor Lost Around The Earth. Con altrettanto piacere mi accingo a parlarvene.
A Sailor Lost Around The Earth è, formalmente, composto di dieci brani prevalentemente strumentali e, come già detto, genericamente inassociabili ad un preciso stile musicale, anche se -vado ad occhio- la band salta dal prog rock al math, passando per l'alternative, l'elettronica ed il -core tipo primi Mastodon (non è un caso che il disco sia prodotto da Matt Bayles, già presente su Remission). La caratteristica principale dell'album, dal punto di vista più tecnico, è il sapiente uso della poliritmìa, ma un ruolo importantissimo è garantito ai cambi di riff, a volte gentilmente legati tra loro, altre volte improvvisi. Coadiuvati da una produzione brillante e potente, che si riflette anche nella grande cura riposta nell'artwork e più in generale nel confezionamento fisico del CD, i Valerian Swing si propongono quindi con un album che non ha nulla, ma proprio nulla, da invidiare a quanto realizzato da band più navigate di loro. Dr. Pengl Is There è una doccia fredda: non c'è nessuna introduzione atmosferica, nulla che permetta di entrare morbidamente nel mondo dipinto dai Valerian Swing... no, signori, ci sono dissonanze, cambi di riff, cambi di velocità, cambi di tempo: il primo impatto è disarmante, ma anche terribilmente coinvolgente, tanto coinvolgente che -una volta preso l'orecchio con la musica proposta- un solo minuto d'ascolto sarà quanto necessario per entrare profondamente in contatto con queste invisibili (ma tangibili) frequenze; l'ingresso delle voci, alla fine del brano, sarà vissuto con estrema naturalezza, perchè anch'esse sono trattate come strumenti, come parte integrante (non sovrapposta) del pezzo. Allo stesso modo le canzoni sono parte integrante (non sovrapposta) dell'album intero: l'ascolto ripetuto di A Sailor Lost Around The Earth mi ha fatto domandare più di qualche volta che senso abbia dividere il disco in dieci pezzi, se poi questi pezzi (eccetto forse A Sea In Your Divine Fast e The Decent Man) non hanno una precisissima identità distintiva, melodica o ritmica; alla fine ho capito solo che ciascun brano racconta una parte della storia, e che l'album è stato probabilmente pensato per essere ascoltato tutto d'un fiato.
E' forse per questi motivi che tra i dieci brani proposti non ce n'è uno che ritengo essere migliore degli altri? Non penso... perchè in realtà, anche se qui si scende nel campo della pura estetica, posso dirvi qual'è quello che mi piace di meno, ossia The Decent Man, in cui la componente elettronica è un po' troppo forte per i miei gusti. Eppure questa omogeneità credo che giochi a vantaggio dei Valerian Swing, che ai miei occhi sono una band completa, matura e pronta per farsi meritatamente applaudire da chi la musica l'ascolta con lo stesso rispetto con cui un appassionato d'arte ammira una statua o un quadro. Al mondo esistono infatti delle persone che, nell'ascoltare musica, non si accontentano di assorbirne il contenuto passivamente, avvertendo piuttosto il bisogno di sentire le sfumature di ogni nota, la sincronìa degli strumenti, l'intersecarsi delle armonie. Che voi siate o meno tra queste persone, non posso che consigliarvi di far vostro A Sailor Lost Around The Earth: anche se l'ascolto per qualcuno potrà essere difficile, sappiate che ne sarà valsa la pena.
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12
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Sinceramente lo definirei un Post-Rock deboluccio che prova a seguire i Sigur Rós o dei Mogwai (almeno nelle tracce "It Shines", "A Sea In Your Divine Fast"). Il disco scorre via al primo ascolto senza lasciare molto. Gli ascolti successivi fanno subentrare una noia opprimente. Molto mestiere, quello si, nel cercare di mettere insieme tutto il repertorio (bend, power chord, noise, ...) con delle riflesive orchestrazioni che danno il tempo di rendersi conto che nell'album non c'è praticamente niente da ascoltare. Neh, sono italiani, diamogli un 5 per l'impegno... il resto è caos messo insieme con molto mestiere e accademia. Madai, siamo buoni, 5+. |
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11
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SPACCANO IL CULO DI BRUTTO !!!!!!! |
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10
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Sul sito di Magic Bullet Records c'è in streaming il primo pezzo del disco! |
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9
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@ Muzak: ch'io sappia purtroppo no  |
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8
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recensione interessante... ma c'è un modoper poterli ascoltare???sul tubo ho tovato solo video di bassa qualità e sul myspace non c'è la musica!!! |
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7
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Khaine è una garanzia. Ottima recensione, hai convinto anche me |
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6
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Ok Khaine, mi hai convinto... Un ascolto voglio proprio dedicarglielo!! |
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5
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Band e disco spettacolari. Consigliatissimi. |
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Non li conosco, ma dopo una rece del genere e un voto del genere meritano almeno un'ascoltata per farmi un'idea di ciò che propongono! |
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3
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Mah, dalla recensione sembra la classica band da onanismo strumentale, di quelle che giocano tutto sulla tecnica, sul creare brani contorti e non immediati, ma fredde come una palla di neve nelle mutande. Dirò di più dopo averlo ascoltato, può darsi che mi sbagli  |
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2
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recensione bomba! l'introduzione esprime un concetto che condivido appieno e che non avevo letto da nessuna parte espresso così bene! complimenti! il disco mi intrippa a manetta, sono ansioso di sentirlo. |
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1
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Li vidi qualche tempo fa con gli Zu a Torino...dal vivo sono spaventosi!! Curiosissimo di sentire il nuovo disco.. Ma c'è qualcosa in streaming da qualche parte? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01 Dr. Pengl Is There 02 Le Roi Cremeux 03 A Sea In Your Divine Fast 04 Since Last Century 05 The Decent Man 06 Pleng 07 Hypnagogic Hallucination? Sound In The Void 08 How Far? 09 Nothing But A Sailor Lost Around The Heart 10 It Shines
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Line Up
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Stefano Villani - voce, chitarra, elettronica Alan Ferioli - basso, tastiera David Ferretti - Batteria
Musicisti ospiti: Gianluca Petrella - trombone su 'Dr Pengl Is There' e 'It Shines' Esther Shin/Seth Warren - strings su 'Le Roi Cremeux', ' A Sea In Your Divine Fast', 'It Shines'
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