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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Negura Bunget - Poarta De Dincolo EP
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( 4256 letture )
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I Negura Bunget rilasciano questo ep a breve distanza da Vîrstele Pamîntului, un disco che nonostante portasse il fardello di pesantissimi stravolgimenti a livello di line up, si è dimostrato un degno successore di quei capolavori di folk black rispondenti ai nomi di N Crugu Bradului e Om. Poarta de Dincolo (la porta dell'aldilà) è anche l'ultimo materiale dei rumeni rilasciato sotto code666: mero rispetto di contratto o novità degna di tal nome? La prima, suppongo. Vediamo perchè.
Hotar, la prima delle quattro tracce, è francamente imbarazzante: non che sia un obbrobrio (ci mancherebbe), ma non è un brano minimamente all'altezza del passato della band rumena. Il primo impatto è infatti scoraggiante: la parte iniziale di Hotar, nonostante un gran lavoro di basso, si presenta moscia ed insipida, con dei riff puliti piuttosto scialbi e dei synth avulsi dal contesto. Il problema è che anche quando viene dato fondo alla distorsione le chitarre rimangono castrate da una produzione al limite dell'amatoriale e lo scream di Ageru stride ed infastidisce. Il pezzo proprio non riesce a decollare e neanche l'uso del tremolo particolarmente alto (tipico del precedente full-length) giova alla situazione, in quanto il suono che ne fuoriesce è, come dire, sommesso e sordo, invece che deciso e squillante. La batteria è l'altra vittima eccellente della produzione, mentre l'inutile prolissità fa il resto, chiudendo un brano nel quale di black è rimasto veramente poco o niente, e con esso è sparito lo spessore qualitativo ed emotivo tipico dei rumeni. Con La Marginea Lumii la situazione migliora. Di poco. Il pezzo, seppur mantenendo i difetti già riscontrati nell'opener, è leggermente più vario ed ispirato, non foss'altro per l'utilizzo degli strumenti folk (flauto e corno), e l'ormai classico tapping staccato sul finale; ma, cosa più importante, la traccia fa perno su quella componente atmosferica da sempre valore aggiunto dei Negura. Frig in Oase, con i suoi sette minuti di dark-ambient strumentale (eccezion fatta per qualche sussurro), è il brano più interessante di questo ep: diversi livelli di synth ed il dulcimer (uno strumento a corda percossa stile xilofono, forse progenitore del pianoforte) dipingono con intelligenza e classe uno scenario tenebroso ed inquietante. Non a caso (e come volevasi dimostrare), sono assenti sia le chitarre che lo scream di Ageru. La title track posta in chiusura è una sorta di compendio delle cose migliori dei primi due brani: qui finalmente le chitarre riescono a graffiare, al pari degli “abbaiati” di Ageru, ora davvero adeguati al contesto.
In conclusione, non so signori, Poarta de Dincolo lascia parecchio amaro in bocca: disomogeneo e poco organico, arranca a livello vocale e di produzione, mentre non si lascia certo ricordare per il riffing o particolari colpi di genio. Certo, d'altro canto l'atmosfera oscura e rarefatta, l'elegante discrezione degli inserti folk (il dulcimer è sempre una finezza rara) e l'intelligente struttura delle canzoni lo salvano dall'anonimato, ma da un gruppo della loro caratura è lecito aspettarsi una prestazione ben al di sopra di una “normale” mediocrità. L'impressione è quella di trovarsi al cospetto di scarti dell'ultimo lavoro Vîrstele Pamîntului piuttosto che di fronte a lavori freschi ed originali. Se non ci fosse proprio quel moniker battuto a caratteri cubitali in copertina mi risulterebbe molto difficile pensare che siano veramente loro. Ad ogni modo, si aspetti il disco con fiducia.
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8
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Vabbé dopo il secondo cataclisma della line up, un calo è comprensibile, però il mini è davvero deludente. Spero che per la prossima uscita cambino cantante perché Ageru Pamintului in questa veste è improponibile e non regge il confronto con i suoi due predecessori (Hupogrammmos e Corb), per non parlare delle sue prestazioni dal vivo... Ad ogni modo un passo falso ci può stare, spero solo che si ripiglino in fretta e che la futura "trilogia" posa farli progredire ulteriormente. In caso contrario, beh, rimangono sempre i Dordeduh. |
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7
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I negura sono i negura ma questo gli è uscito veramente male, una delusione come poche. |
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6
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ha! Ho preso oggi quello prima, che è veramente buono. |
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5
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ma dai non si possono bocciare i Negura, 58 è troppo poco io gli darei un bel 70. |
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4
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Ma non è così osceno dai... secondo me una delle più grandi pècche è lo screming.. un po' poco convinto... il resto della strumentazione è solita... si sente il classico "Negura Bunget touch": un modo di suonare tipicamente loro... forse ci sono un po' troppe parti parlate. Invece mi piace la progressione del disco: partenza atmosferica ma non troppo, proseguimento folk-atmosferico per finire nella summa di tutto, nel climax finale. 58 direi di no, Mi butto anche leggermente sotto al 70 (è pur sempre un EP)... direi 68 |
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3
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non è male: la produzione è decisamente fiacca ma crea atmosfera, le tre canzoni sono passabili (forse veramente out-take di Vîrstele Pamîntului). Voto: 63 |
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2
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58? ma voi state scherzando? è un buonissimo prodotto di un gruppo tra i più geniali degli ultimi 10 anni. se dovete bocciare in questo modo questi gruppi, non mi meraviglio del fatto che molte persone, sperando nel nuovo capolavori dei vari metallica e iron maiden, affermino poi che il metal è morto. tornate a recensire i cantautori italiani và... |
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1
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Mah. A me non sembra orribile. Si lascia ascoltare, nonostante qualche riff senza senso totalmente contrapposto ai vocals in alcuni tratti, ma comunque non e' di certo insufficiente. Non all'altezza dei predecessori, ma comunque buono. 70/100. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hotar 2. La Marginea Lumi 3. Frig in Oase 4. Poartă de Dincolo
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Line Up
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Ageru Pămîntului (Voce, percussioni, xilofono, cornamusa) Inia Dinia (Voce, tastiere) Urzit (Chitarre) Fulmineos (Chitarre) Gădineţ (Basso, zuffolo) Negru (Batteria)
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