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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Nargaroth - Spectral Visions of Mental Warfare
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( 5805 letture )
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Nargaroth, un nome altisonante per molti blacksters, un tuono che squarcia il silenzio della notte dei tempi, risuonando selvaggio come l'ululato di un lupo, per chiunque abbia mai sentito Black Metal Ist Krieg ; vero e proprio monumento, bandiera di un genere tanto ostico quanto magico come il black metal.
Stiamo parlando di un personaggio che nella sua carriera ha dimostrato di possedere una notevole versatilità compositiva, evolvendosi negli anni, passo dopo passo, nella sua persona e nel suo modo di concepire e creare musica, continuando a rinnovare i propri standard, ponendosi nuove sfide e reinventando la sua arte. Rene Wagner, in arte Kanwulf o, più semplicemente, Ash, nella sua carriera musicale è riuscito a spaziare creando opere brutali ed istintive come il sopracitato Black Metal Ist Krieg, Prosatanica Shooting Angels e Semper Fidelis, ma anche album dotati di un’anima più introspettiva come Geliebte des Regens e i due Rasluka, per poi dedicarsi alla totale sperimentazione con il più recente Jahreszeiten, vera e propria miniera di scelte piuttosto discutibili.
Veniamo ora a parlare del nuovo lavoro dei Nargaroth, opus da analizzare con particolare attenzione, specie considerando le piuttosto controverse aspettative riservate al compositore teutonico. Se è dato comprovato che, nel suo percorso, il musicista ha sperimentato vari stili musicali, la sua ultima creazione è nettamente riconducibile ai suoi lavori più introspettivi. Tuttavia, la nuova incarnazione musicale dei Nargaroth non si limita semplicemente a richiamare il lato più intimo delle sue composizioni: Spectral Visions of Mental Warfare, infatti, ingloba una notevole quantità di elementi nostalgici della tradizione black passata. Non stiamo parlando, dunque, di un’introspezione fine a se stessa, quanto piuttosto di una lucida volontà tutta tesa a far riflettere l'ascoltatore sulla grandezza delle prime ondate di quel genere, il black, che ebbe ad investire le glaciali lande del nord Europa all'inizio degli anni ‘90.
I have created this album and all the songs included in fidelity to the ideals and values of Black Metal as well as in hounoring its traditions, to which I feel committed since 15 years!
Oltre a ciò, si aggiunga che nel concept che ruota attorno all'album sono inseriti riferimenti epici appartenenti alla mitologia norrena, ulteriore rafforzativo che si caratterizza per la doppia funzione non solo di celebrare il Black Metal, ma anche di richiamare alla memoria quella cultura che, ricca di miti e folklore pagano, da sempre caratterizza le civiltà europee autoctone annientate dall'avvento del cristianesimo.
Ci basti ascoltare l'intro Odins Weeping For Jördh per renderci conto dell'effettivo messaggio carico di nostalgia che Ash vuole trasmetterci... Piove. Una malinconica overture di archi culla il nostro spirito in un viaggio attraverso enormi catene di montagne, le cui bianche punte vergini, mai calpestate dall'orma distruttrice dell'uomo, toccano il cielo. Un lupo ulula alla luna, sorella di madre terra, il grido di un falco rompe il silenzio che vige su terre dimenticate, tutto è coperto da un alone che sa di incantato e distante...“magia” è l'unica parola che mi viene in mente per descrivere una tale immensità. Nel platter ben due sono i movimenti dedicati al viaggio di Odino, e altrettante composizioni sono volte alla sperimentazione elettronica, innovazione che a molti farà storcere il naso, ma che il sottoscritto apprezza a pieno. Propongo l'ascolto della prima traccia elettronica, Journey through my Cosmic Cells (The Negation of God), dieci minuti di electro-ambient studiati nei minimi particolari, pura alienazione fatta musica: un pezzo destinato a dividere la critica. “Visionario” è il solo aggettivo adatto a descrivere questo brano.
La seconda traccia, An indifferent Cold in the Womb of Eve, inizia con la breve registrazione di un uomo che descrive un suo incubo. Il ritmo scorre molto pacato, la chitarra è sorretta da leggeri tocchi di tastiera malinconica, lo screaming è appena percettibile, quasi come il canto di un fantasma lontano che si disperde nella nebbia. Canzone promossa per la grande atmosfera ricreata in essa. A seguire troviamo un pezzo ambient, Diving among the Daughters of the Sea, costituito più che altro da un tappeto di rumori naturali abbinato ad un sottofondo di synth; di seguito, per la gran gioia dell'ascoltatore, arriviamo al secondo capitolo di Odins Weeping For Jördh, song sulla falsa riga dell'opener, tuttavia più breve e con l'aggiunta di cori. A metà del disco assaporiamo la già citata Journey through my Cosmic Cells (The Negation of God) che introduce il duo A Whisper underneath the Bark of old Trees / Spectral Visions of Mental Warfare: probabilmente la coppia costituisce il momento più riuscito dell'intero album. La prima ha un ritmo lento e cadenzato come An indifferent Cold in the Womb of Eve: un riff marziale ci accompagna per tutta la canzone e un non so che di antico e solenne al suo interno la rende irresistibile. Dopo vari ascolti sembra di avere a che fare con un oggetto a noi caro appena riscoperto, dimenticato da tempo immemore nel nostro solaio dei ricordi. Una dimensione intima e calorosa ci avvolge, ma, al tempo stesso, ci torna alla mente anche una sensazione di vuoto e caducità, frutto di arcane registrazioni che amareggiano il nostro palato col gusto di una tragedia ormai conclusa...per chi scrive uno dei pezzi più belli mai creati dai Nargaroth. Veniamo ora alla title-track, vero e proprio apice compositivo del disco: la canzone si apre con l'oscuro suono di un corno che ben presto svanisce grazie all'intervento repentino di un'ondata di riff lunghi e molto distesi che battono la spiaggia più remota della nostra immaginazione per dieci magici minuti. A metà del viaggio cori lontani enfatizzano l'atmosfera sognante della traccia: non sentiremo più la voce di Ash, ma solamente i riff affusolati e le tastiere che pian piano svaniscono in un dolce nulla. È impossibile descrivere tutte le emozioni che la canzone custodisce in sé, si può solo ascoltarla per sperimentarle sulla propria pelle. L'album si chiude degnamente con l'elettronicaMarch of the Tyrants (che tale titolo sia un esplicito tributo ai Celtic Frost? Anch'essi, guarda caso, facenti parte della tradizione passata a cui sembra essere tanto legato il nostro...chi può dirlo...ndr), ottimo outro atmosferico per concludere questo manifesto dell'introspezione in musica.
Parliamo ora del voto finale: il livello di Spectral Visions of Mental Warfare è certamente molto al di sopra della media e, pur non essendo un capolavoro, rimane sicuramente un prodotto di ottima fattura. Il platter non è stato creato per il mainstream, anzi: esso appare chiaramente permeato da un alone di intimità indirizzato più che altro ad un pubblico ristretto. Non siamo di fronte ad un disco che ha grosse pretese, quanto piuttosto ad un'opera concepita in una dimensione umana, privata e malleabile, con i suoi pregi di varietà compositiva ed i suoi difetti di scarsa omogeneità e, talvolta, un pizzico di prolissità. Senz'altro non si tratta di un manifesto del genere, specie se si considera che, in fondo, i Nargaroth, giunti a questo punto della carriera, non devono dimostrare di certo niente a nessuno, concetto ben ribadito anche dalla più riposta essenza percepibile in questo nuovo album.
Gran parte della storia della musica, dunque, è già stata scritta, ma prodotti come questo compongono un’eredità che affranca l'importanza di ciò che è stato fatto in passato.
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10
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Forse il migliore di Ash. |
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9
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collaborazione ambient/sperimentale insolita per nargaroth ma d'altronde come si sa per questa band riesce a essere sempre coeso sia allo stile black metal anni 90 piu classico che nel suo insieme di parti regalando alcune perle di black metal tedesco come ( A Whisper Underneath the Bark of Old Trees) che qualsiasi vero fan dello stile nargaroth puo solo adorare. un disco rilassante ma impegnativo molto bella la intro e l'aggancio con An Indifferent Cold in the Womb of Eve e tutto sommato unito bene a parti trance con chiari riferimenti a burzum e non solo. un disco per intenditori concordo con la votazione del recensore |
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8
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voglio spendere 2parole sul progetto nargaroth,vedo che ci sono tanti detrAttori e anche molti fans,seguo qsta stupenda musica dagli albori dei90 qnd x un metalkid c'era la deludente scena usa con il grunge la fine della nwobhm e i nuovi suoni alla pantera,ebbene ci ha salvato proprio il black nordico con tutti i suoi difetti ma una boccata dossigeno x chi come me a14anni aveva gia visto live paulchain flightcharm deathss ecc.il teutonico nargaroth e' rimasto fedele a quei suoni nn limitandosi solo a scopiazzare ma addentrandosi nel mondo ambient che solo i grandi sono riusciti a fare(vedi burzum mayhem ulver ecc) ma con un gusto tutto suo che nessuno si aspettava,certo e'un clown qnd parla si vietnam ecc ma compone grande musica |
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7
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verso quali lidi ti sei spostato se e' possibile saperlo?e' strano xke qsta musica nn si dimentica,anch'io mi ero spostato sul crossover ,elettroambient ecc ma con il tempo sono tornato dove ho iniziato |
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6
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Perchè non ascolto black metal più o meno da 3 anni e perchè recensivo su questo sito forse 5 anni fa ahahah |
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5
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paolo ferrari sei un grande xke non fai la recensione anche a jahreszeiten cosi cambiamo quel cesso che ce adesso? |
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4
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Sono venuto a conoscenza di questo CD da poco..credevo di non poter sperare più niente da Ash..beh, mi sono sono sbagliato di grosso!!! Le liriche di questo album mi commuovono proprio come la mitica Seven Tears Are Flowing To The River, in particolare A Whisper underneath the Bark of Old Trees. |
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3
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dopo molti ascolti, posso concordare pienamente con il voto del collega recensore. Nonostante parecchi rimandi alla parte ambient di Burzum, l'accoppiata Journey through my Cosmic Cells (The Negation of God) e A Whisper underneath the Bark of Old Trees mi fanno venire la pelle d'oca ad ogni ascolto... |
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2
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semplicemente OLTRE,questo cd per me è il cd dell'anno,per ora, un lavoro completo e maturo come pochi |
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1
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disco piuttosto controverso...alcune tracce ambient sono traslate direttamente dai brani ambient di Burzum ma altri brani riescono a far emergere un bel affresco sonoro seppur costruito con pochi e basici ingredienti...non sono ancora in grado di dare un giudizio visto il basso numero di ascolti effettuati, ma sono sicuro che dividerà moltissimo gli ascoltatori... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Odin’s Weeping for Jördh 2. An Indifferent Cold in the Womb of Eve 3. Diving among the Daughters of the Sea 4. Odin’s Weeping for Jördh - Part II 5. Journey through my Cosmic Cells (The Negation of God) 6. A Whisper underneath the Bark of Old Trees 7. Spectral Visions of Mental Warfare 8. March of the Tyrants
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Line Up
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Rene Wagner – All instruments and vocals
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