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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Def Leppard - Mirror Ball
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( 8298 letture )
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La storia degli album live è a dir poco particolare. Sino alla metà degli anni settanta, cioè appena prima la bomba atomica di Alive, sganciata dai Kiss, le registrazioni dal vivo erano più che altro un riempitivo, un modo per prendere tempo in vista della nuova release da studio. Da quel momento tutti diventano epigoni dei quattro mascherati e il live recording diviene occasione imperdibile per mostrare doti, raggranellando soldi a palate. Negli eighties il fenomeno si evolve in sagoma marcescente: album in forma “dal vivo” falsi come Giuda, riarrangiati in studio con le voci dell’audience mixate alte per far credere che si tratti di un gig. Per via di questo stratagemma il pubblico si disaffeziona e anche questo esempio di cd viene un po’ lasciato da parte, negli anni ‘90, in favore del trionfo delle raccolte e best of con qualche inedito. Un nuovo filone di mercato vero e proprio. Oggi non esiste più una regola, ogni band fa ciò che desidera in virtù della polverizzazione della discografia e della quasi sparizione della stessa. Quindi, se un bel lavoro dal vivo viene gettato in pasto ai fans, è di molto facile che solo la qualità possa fare la differenza. E i Def Leppard ci hanno pensato bene prima di rilasciare questo Mirror Ball: trent’anni di storia gloriosa e lustri interi da numeri uno in assoluto in tutto il globo. Rispetto profondamente la loro scelta, tanto più che questa “palla di cristallo specchiato” è decisamente un progetto affascinante e ben curato, dotato di siluri che hanno già affondato i vascelli dei dubbiosi quando vennero proposti in studio. Una sorta di parata di hit singles, e i Def Lep ne possiedono a vagonate. Tutto rigorosamente in presa diretta, ovviamente con effetto collage, cioè una raccolta di brani, elisir dei migliori show sostenuti, a parte i tre inediti posti al fondo del secondo dischetto ottico. Dimenticavo, ormai per questo tipo di operazioni il metodo è acclarato: scegliere i migliori episodi come resa, sound e senza errori evidenti, per poi cucirli e confezionarli.
I Lep, nonostante gli anni trascorsi, suonano sempre bene e riescono ad essere ancora brillanti con, dalla loro, un bagaglio di esperienza e marpioneria che ormai stanno stampati nel loro dna vincente. Un bel sentire, insomma. Songs estratte dagli episodi milionari e più conosciuti, Hysteria su tutti, mentre alcuni album non vengono nemmeno sfiorati e questo un pochino dispiace. Ma di fronte ad una scaletta così magniloquente, giù il cappello e pure la giacca. Rock! Rock! (Til You Drop), Rocket, Animal, solo per cominciare, godono di una registrazione scoperchiante, grinta da cedere a tonnellate e intrecci di chitarre per ingarbugliare i peli delle ascelle; in particolare si nota un Joe Elliott decisamente in forma graffiante. Ottimo così. C'mon C'mon deriva direttamente da Songs from the Sparkle Lounge e rende bene sullo stage, poi ancora spari nella notte che abbagliano: Make Love Like a Man, Too Late for Love (con cori penetranti), la vetusta Foolin' che, con quell’incagliarsi sul ritornello mostra ancora muscoli e pose plastiche, e lo slow di Love Bites. Il secondo capitolo parte più in sordina, ma si riprende la scia lastricata di mattonelle platinate con uno botto di saette incredibili. Sette successi di maestosità imperiale tutti in fila indiana, gemme inestimabili come Hysteria, Armageddon It, Photograph, Pour Some Sugar on Me, Rock Of Ages, Let's Get Rocked, Action, senza nessuna flessione né stanchezza mantenendo un elevato standard di qualità che confina con la classe sovrastante. C’è anche tempo per l’anomala strumentale Switch 625, che mette sugli scudi la mole immensa della funzione chitarristica di Phil Collen e Vivian Campbell, perfettamente interscambiabili, esperti, agili sulle corde scalate. Manca all’appello la stupenda Women, una grossa pecca a parere mio, che avrebbe potuto prendere degnamente il posto di una track come Bad Actress, che è sì carina ma non certo sconvolgente e non ha il peso del monumento citato. È assente anche Paper Sun (contenuta in Euphoria), uno dei migliori frammenti scritti dagli albionici per il post Hysteria-Adrenalize; anche qui vale lo stesso ragionamento.
Rimangono i tre inediti e qui il discorso si fa succoso. Undefeated è un buon mid tempo che ha tracce chiare di defleppardismo ma con uno sprazzo di evoluzione, il ritornello è corale come sempre e la canalizzazione delle guitar è estremamente buona. Le strofe colpiscono per la costruzione originale e quasi dissonante. Promossi. Kings of the World è il capolavoro, una song che non ti aspetti e che fa godere di sobbalzi a ritroso. Il flavour dei Queen zampilla fuori dal primo secondo di playing, un lentone con tanto di piano che coglie l’emozione e ti spinge a cercare Freddie Mercury e soci nella stanza. Una costruzione armonica degna delle grandi “Regine”, atmosfere da pelle d’oca, credetemi. Ecco, se i Def Leppard sapranno differenziarsi anche in questa direzione prevedo per loro ancora altri 30 anni di carriera, la ricetta va variata altrimenti il pappone, seppur eccezionale, può diventare ripetitivamente indigesto. Tra parentesi, il solo di chitarra di questa scheggia si rivela a dir poco sontuoso, come tutto ciò che sta intorno a questi 5:45 di musica eccelsa. It's All About Believin' scende di livello ma mantiene buone coordinate a metà tra le ritmiche del passato e una ricerca armonica che tende al futuro, una song fresca. Se i Def Leppard sapranno evolversi continueranno a "rockare" alla grande, su questo non ci sono dubbi. Completa la confezione del ricco packaging un dvd con una serie d’interessanti filmati dal vivo, supportati da frammenti acchiappati nei backstage e on the road. Mirror Ball è un ottimo prodotto che farà felici tutti i loro fans e che ci fornisce il polso della situazione in seno ad una band che pare inossidabile nonostante tutte le disgrazie subite nel tempo. E, come recita il testo di Animal: “The circus comes to town...”. Join and Enjoy it, Folks!
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VOTO LETTORI
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85.75 su 141 voti [
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8
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Potevano fare molto meglio! Di sicuro non un live che rende giustizia alla storia dei Def Leppard |
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7
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beh si sopportava anche qualche live paccoidale ma per un buon live bootleg si faceva un po di tutto e quel periodo lo ricordo bene, anni 80 e un po di novanta le cassette i vhs e qualche cd con copertina un po fotocopiata c'era anche quello , ora i live di certi personaggi mi fanno ridere |
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5
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ah, e Phil Collen (canale a destra) ha un volume esageratamente più alto (quasi il doppio di volume già sulle ritmiche) di Vivian Campbell (canale a sinistra) |
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4
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disco che non mi convince a pieno..la perfezione di cura e amalgama di suoni in studio di Hysteria/Adrenalize dal vivo viene molto meno, così i cori...(seppur siano evidenti delle basi..vedi Rocket), i pezzi di Pyromania invece perdono quell'energia e "ruvidezza" ma sono anche passati 30 anni in effetti. Elliott con la voce pare un po sottotono (ancora di più lo sarà in Viva Hysteria). I pezzi nuovi in studio sono abbastanza sorvolabili..Salvo una It's all about believin' in studio e una Bringin' on the heartbreak acustica paurosa..per il resto i Leps ci hanno abituato a molto meglio. Voto per me 60/100, non un punto in più |
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3
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Quando posso,voglio comprarmelo anche io! acquisto obbligato per ogni fan! |
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1
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L'ho avuto ieri per le mani ma... Stavo già spendendo troppo per le mie finanze... Mi riprometto di farlo mio al più presto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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CD 1
1. Rock! Rock! (Til You Drop) 2. Rocket 3. Animal 4. C'mon C'mon 5. Make Love Like a Man 6. Too Late for Love 7. Foolin' 8. Nine Lives 9. Love Bites 10. Rock On
CD 2
1. Two Steps Behind 2. Bringin' On the Heartbreak 3. Switch 625 4. Hysteria 5. Armageddon It 6. Photograph 7. Pour Some Sugar on Me 8. Rock Of Ages 9. Let's Get Rocked 10. Action 11. Bad Actress 12. Undefeated (inedito) 13. Kings of the World (inedito) 14. It's All About Believin' (inedito)
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Line Up
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Joe Elliott (Voce) Phil Collen (Chitarra) Vivian Campbell (Chitarra) Rick Savage (Basso) Rick Allen (Batteria)
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