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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Faust (GER) - Something Dirty
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( 1737 letture )
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Tornano i Faust, pionieri del krautrock, che con una formazione ulteriormente rimaneggiata pubblicano il loro tredicesimo disco di studio. In Something Dirty i nostri non sembrano rivoluzionare di molto il loro sound, tant’è che il disco risulta anacronistico, essendo in linea con lo stile krautrock anni ‘70, e lo stesso discorso lo si potrebbe riservare alla produzione, abbastanza scarna. Tuttavia i Faust, da abili mestieranti che sono, riescono a dar vita ad un disco abbastanza valido. Il disco è schizofrenico, meccanico e imprevedibile come al loro solito ed ha delle traccie di pregevole fattura, anche se c’è da dire che ci sono un pò di tracce da rivedere; in più la scorrevolezza non è certo una peculiarità del platter, colpa anche di alcuni brevi anonimi intermezzi. Anche se, come già detto, il disco suona un pò antico, non si possono però ignorare alcuni guizzi moderni di industrial, post rock, e noise (che sono figli del krautrock); in più il disco si avvale della collaborazione di James Johnston (Gallon Drunk, NickCave & the Bad Seeds), e Geraldine Swayne (Bender, Bad Servant).
Batteria martellante, synth ossessivo, e rumori di fondo danno il via al disco con Tell The Bitch To Go Home, che nonostante la ripetitività resce ad ipnotizzare ed attrarre l’ascoltatore con quei suoni magnetici che arrivano al cervello. Senza dubbio è il brano che rimembra di più i Faust settantiani. In Herbststimmung c’è un capovolgimento di fronte dal punto di vista emozionale: se la prima traccia era alquanto fredda e cibernetica, questa è appassionante ed emozionante grazie alla lenta e dolce ritmica di Werner "Zappi" Diermaier e dall’ammaliante suono del synth. La title-track riassume chiaramente il significato del titolo, dato che ad adombrare le percussioni c’è un accozzaglia di suoni sporchi e disturbanti. Thoughts Of The Dead è uno dei brevi e noiosi intermezzi parlati che si presenteranno e che disturbano non poco il procedere del disco. Segue poi la sensuale Lost The Signal, cantanta dalla già citata Geraldine Swayne, che offre un'interpretazione magistrale. Le seguenti tre tracce sono altri pressochè inutili brevi intermezzi parlati che durano da uno a due minuti. Per sentire una traccia vera e propria tocca arrivare a Dampfauslass. Il brano è divisa in due parti: la prima parte si basa su degli ossessivi riffs distorti accompagnati da una batteria ovattata, mentre la seconda è costruita su un riff distorto ancora più monocorde. La breve Pythagoras è un continuo ronzio che imperversa per tutti i 2 minuti della canzone, unito ad ritmiche alternate. Dopo un allegro intermezzo di 20 secondi, arriva La Sole Dorée a chiudere l’album con il suo ha un retrogusto psichedelico.
Something Dirty è, per concludere, un lavoro di esperienza con dei buoni spunti, soppratutto nella prima parte del disco, pur mantenendo un andamento altalenante anche a causa di qualche innesto inutile (ad esempio le mini traccie), e bisogna sottolineare che anche le migliori prestazioni sono lontane anni luce dai fasti del passato. Piccoli diffetti che messi assieme incidono non poco in una più che buona riuscita dell’album. Ma poco importa, Something Dirty nel complesso è di sicuro un lavoro gradevole che saprà accontentare i fan della band.
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La line up del disco postata accanto alla recensione è sbagliata, è quella originale dei Fuast degli anni '70. Sosna è morto, Wusthoff e Meifert sono inattivi, Imler ha litigato con gli altri creando due band con lo stesso nome e ha smesso di usare il monicker faust l'anno scorso dando alle stampe Faust is last e diermaier e Péron sono gli unici presenti nel disco. Insieme a loro ci sono Geraldine Swayne e James Johnson, come già detto nella recensione stessa. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tell The Bitch To Go Home 2. Herbststimmung 3. Something Dirty 4. Thoughts Of The Dead 5. Lost The Signal 6. Je Bouffe 7. Whet 8. Invisible Mending 9. Dampfauslass 1 10. Dampfauslass 2 11. Pythagoras 12. Save The Last One 13. La Sole Dorée
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Line Up
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Werner "Zappi" Diermaier (batteria) Jean-Hervé Péron (basso, chitarra, voce) Hans Joachim Irmler (organo, elettronica) Arnulf Meifert (percussioni) Rudolf Sosna (chitarra, tastiere) Gunter Wüsthoff (sax ed effetti)
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RECENSIONI |
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