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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Ancestors - Invisible White
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( 3707 letture )
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Dopo il successo di Of Sound Mind (2009), che era stato capace di accattivarsi i consensi di pubblico e critica, tornano sulle scene i losangelini Ancestors con un nuovo EP, Invisble White, pubblicato dalla avanguardistica Tee Pee Records. Il quintetto, capitanato dal cantante/chitarrista Justin Maranga, si è sempre distinto per la pregevole capacità di unire ambientazioni doom a digressioni psichedeliche (vedasi questo sin dal primo lavoro, Neptune With Fire, del 2008) creando un sound non solo veramente moderno (e, aggiungerei, sensualmente cinematografico) ma anche compatto. In tutto e per tutto, un mirabile tableau vivant, capace di generare spirali di suggestioni, una concatenata all’altra, che nascono sia dai suoni scelti sia dagli arrangiamenti individuati.
Detto questo, Invisibile White si presenta tuttavia come un lavoro differente dai precedenti: abbandonata l’asse (elegante) che spingeva gli Ancestors al fianco di Pink Floyd, Porcupine Tree e, in alcuni dettagli, persino i Cream, il nuovo disco abbraccia sonorità decisamente più acustiche, frutto, molto probabilmente, di una maturata consapevolezza dei propri intenti. La parola d’ordine, come sempre, è atmosfera; ma in ogni traccia di Invisibile White l’aura psichedelica che aveva caratterizzato Of Sound Mind cede il passo ad un approccio più diretto, rappresentato da intrecci di melodie ricercate (come la stessa title track), in cui le capacità tecniche di ciascun componente emergono sì, ma sempre al servizio di una compattezza e di un’armonia di risultato che sfugge a molte, forse fin troppe bands di quest’ultima generazione.
I ritmi cardiaci che regala il primo brano, dipinti con suoni di mellotron, sviluppati da chitarre pulite armonizzate, suadenti ma mai scontati, rivelano una vicinanza a bands come Crippled Black Phoenix, The Shine Brothers, oltre agli immancabili Black Angels. D’altra parte è bene sottolineare come la seconda traccia, Dust, si riveli a poco a poco più contigua a sonorità settantine, con i suoi riferimenti a Iron Butterfly e ai Blue Oyster Cult, ben incastonate in una rocciosa base stoner, interpretata con feeling di gran classe. A disorientare (o ad affascinare, dipende dal vostro ascolto) arriva a chiudere questo EP Epilogue, quattordici minuti di risucchio acido e trasognato: un trip quasi pinkfloydiano che va ascoltato in uno stadio di totale abbandono, lasciandosi guidare dallo spirito allucinato che ogni suono sembra possedere.
Gli Ancestors hanno fatto ancora centro: se le evoluzioni stilistiche sono quelle racchiuse all’interno di Invisibile White, beh, datemi un biglietto per Los Angeles. Vado a trovarli a casa.
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6
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Dopo un secolo sono andato a rispolverarmelo. Cercavo qualcosa di calmo e rilassante. Che dire: MAGNIFICO. Mezz\'ora che riconcilia con questo (schifo di) mondo. |
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5
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Per me il loro vertice indiscusso e assoluto. 88 |
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4
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@freedom attendo il tuo parere  |
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3
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voglio fidarmi della rece e del commento di Undercover...corro ad ascoltarlo. |
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2
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Ciao Undercover, ti ringrazio per le belle parole. Concordo pienamente con quanto dici: gli Ancestors meritano attenzione, sono una band preziosa! |
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1
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Non vedere commenti sotto la recensione di una band simile è quantomeno deprimente. Bella la recensione di Lynda con cui mi son trovato spesso e volentieri in sintonia e stavolta è sicuramente una di quelle, "Invisible White" è un gran disco e l'anima più "leggera" in apparenza offerta dallo sviluppo acustico non inganni, è un album impegnativo e che va assorbito con la dovuta calma, ancora una volta grandi Ancestors. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 - Invisible White 2 - Dust 3 - Epilogue
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Line Up
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Justin Maranga (vocals, guitar) Nick Long (vocals, bass) Jason Watkins (organ, piano, vocals) Chico Foley (electronics, keyboards, vocals) Brandon Pierce (drums, gong)
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