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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Falloch - Where Distant Spirits Remain
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( 4899 letture )
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È sempre curioso e interessante ascoltare il debutto di una band. Al di là delle eventuali presentazioni allegate al disco, immergersi nel tessuto sonoro creato da un gruppo di cui il giorno prima non si aveva assolutamente conoscenza è una di quelle esperienze che possono segnarti una giornata. In positivo, quando si è alle prese con sonorità piacevoli e per certi versi sorprendenti. In modo dannatamente negativo, quando si è al cospetto di oscenità fatte in musica. Fortunatamente, l’esordio degli scozzesi Falloch (il nome è ispirato alle omonime cascate site a Crianlarich) appartiene al primo tipo di esordio.
A partire dalla bellissima copertina, Where Distant Spirits Remain si presenta come un disco di pregevole fattura, capace di conquistare l’ascoltatore sin dal primo momento ed immergerlo in un orizzonte sonoro fatto di crescendo emozionanti, break atmosferici originali e per nulla prevedibili, echi di musiche popolari scozzesi e influenze black metal neanche troppo velate (la doppia cassa è presenza ricorrente e gradita). Il tutto realizzato da un duo, quello composto da Andy Marshall e Scott McLean, che a ragione ha coniato l’auto-definizione di “atmospheric post black metal”, decisamente azzeccata e per niente fuorviante. Le emozioni che trasudano dai 51 minuti di Where Distant Spirits Remain sono vere, avvolgenti, per nulla scontate. Ciò si deve ad un songwriting già maturo e completo, che riesce a far proprio influenze disparate quali Ulver, Agalloch, Katatonia e finanche Joy Division e Cure, creando tuttavia un risultato d’insieme originale, mai tediante e soprattutto vario. Ciò che più colpisce dei Falloch è la capacità di unire in un unico brano (basti pensare alla seconda traccia, Beyond Embers & The Earth) sensazioni diverse, talora anche discordanti, senza far percepire all’ascoltatore discrasie. Nessun momento è fuori fuoco, tra i sette brani del disco, a dimostrazione dell’affiatamento creativo tra Scott ed Andy, i quali riescono a non scadere mai nella banalità, rendendo certamente questo Where Distant Spirits Remain uno dei migliori debutti ascoltati negli ultimi tempi. Ciò grazie anche ad un’ottima produzione, affidata all’esperto Ronan Chris Murphy (King Crimson, Ulver), che ha il merito di valorizzare tutti gli strumenti utilizzati dal duo scozzese all’interno dell’album, non solo per quanto riguarda gli elementi folk, ma soprattutto per quanto concerne i suoni di basso-chitarra-batteria, potenti al punto giusto e sempre ben calibrati (la chitarra iniziale di Where We Believe mette i brividi). L’unico appunto che si potrebbe muovere al duo di Glasgow è a livello vocale. La voce pulita non è sempre all’altezza della situazione e, pur adattandosi benissimo alla musica dei Falloch, certamente non si esprime ancora a livelli maturi, risultando a tratti incerta. Ciò tuttavia non penalizza il risultato finale. D’altronde, non tutte le imperfezioni vengono a nuocere (la storia della musica in generale, e del metal in particolari, è piena di capolavori imperfetti).
Resta, insomma, da fare un plauso all’ambizioso progetto dei due scozzesi. Non è da tutti presentarsi al debutto con una qualità talmente alta, peraltro proponendo un suono così ricco di soluzioni e di influenze disparate. Where Distant Spirits Remain ha classe e personalità da vendere e, al di là degli sviluppi futuri della band, è un disco straconsigliato a tutti quegli ascoltatori che hanno bisogno di musica che li faccia sobbalzare sulla sedia sin dal primo ascolto, senza dover necessariamente appellarsi ai mostri sacri.
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15
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Bell'Album con alcuni momenti veramente intensi ed emozionanti.. Non inventeranno nulla però l'ascolto è piacevole... |
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14
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Ma perchè i lettori fanno delle votazioni orride? Cioè assurde! Comunque questo album è fantastico. Il gruppo vale veramente tanto! |
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13
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Album fantastico, lo sto divorando, nel giro di 2 settimane l'avrò ascoltato una ventina di volte. Per quanto riguarda la "moda" direi che è una "moda" più che piacevole, ho scoperto un sacco di gruppi che mi fanno impazzire, fortunatamente non ho trovato similitudini, forse perché è un genere che o scopiazzi totalmente o esce tutta la tua espressività e questo non può che essere un bene IMHO. Vediamo come si svilupperà in futuro questa "moda". Detto ciò, condivido il voto del recensore e non vedo l'ora che esca il nuovo! |
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12
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Direi pienamente convincente, forse paga un po' la ripresa di gruppi più blasonati, ma comunque è su livelli dannatamente alti. Condivido il voto della recensione. |
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11
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se non fosse per la voce mi piacerebbero assai.. |
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10
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Devo risentirlo, al primo giro non è andata benissimo, strano visto che il genere mi fa impazzire e i vari commenti/recensioni |
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9
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bel disco anche se questo tipo di musica viene a noia abbastanza in fretta(gran parte dei brani in questo genere sembrano fatti con lo stampino), poche sono le band che riescono a distinguersi |
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8
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Sul lato moda sono dell'idea di Enry e Undercover: l'idea è un po' sfruttata, ma il disco mi è comunque piaciuto molto! |
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7
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Molto bello. Ottimo debutto. |
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6
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gli ho dato solo un ascolto distratto, sentirò meglio, ma quoto enry. |
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5
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il miglior debutto del 2011 |
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4
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Miglior disco post-rock del 2011. D'altronde questi Falloch stanno creando un nuovo genere: il postrock-folk potrei definirlo. Canzoni post-rock che si uniscono a rarefatti riff di matrice folk/celtico... il top a parer mio!  |
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3
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Uno dei migliori dischi del 2011 |
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2
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Moda ormai che va avanti da anni, mi allineo al pensiero di Enry sul valore del disco. |
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1
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Staranno mica cominciando ad essere un po' troppi questi gruppi post-black-rock-qualcosa? Sta diventando la 'moda' del momento a quanto pare. Premessa a parte, il disco mi è piaciuto, prende un po' da tutti ma lo fa in modo discreto e con classe. Gran bel debut. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. We Are Gathering Dust 2. Beyond Embers & the Earth 3. Horizons 4. Where We Believe 5. The Carrying Light 6. To Walk Amongst the Dead 7. Solace
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Line Up
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Andy Marshall – bass, guitars, vocals Scott McLean – drums, keyboards
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RECENSIONI |
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