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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3869 letture )
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Quando si parla dei Black Cobra si parla di una delle formazioni più enigmatiche nel capitolo dello sludge. Le motivazioni sono diverse: a partire dal fatto che Rafa Martinez è stato il batterista dei 16 e degli Acid King, mentre il chitarrista nonché vocalist Jason Landrian è l’ex frontman dei Cavity. Non c’è bisogno di citare dei numi tutelari, in questo caso sono loro stessi.
L’idea di amalgamare le rispettive esperienze in una strada comune è nata addirittura nel 2001 nel contesto della Bay Area: e da quel giorno sono passati dieci anni senza che il loro impatto sonoro e la loro personalissima attitudine punk/hardcore/sludge perdesse un colpo, catturando subito l’attenzione sia per la trascinante tenuta del palco, sia per le sonorità create sin dal loro debut album, Bestial (uscito nel 2006 per la A Loss Recordings), a cui fece seguito lo stratosferico (è il caso di dirlo!) Feather And Stone (2007), vero corner stone del genere.
Il loro ultimo lavoro, siglato dalla Southern Lord Recordings (subentrata alla precedente etichetta già per l’album Chronomega) porta il titolo di Invernal; registrato insieme al chitarrista dei Converge Kurt Ballou, proprietario del God City Studio, e masterizzato da John Golden, Invernal è un album diretto, senza compromessi, che guarda dritto negli occhi e parla dritto nel timpano dell’ascoltatore, è l’ennesima tappa del pellegrinaggio del duo in direzione di una terra di primitiva bellezza e di sonorità talmente grezze da suonare del tutto ancestrali.
L’eco dei lavori precedenti (soprattutto del più contiguo, a livello temporale, Chronomega) si sente tutto: la prima traccia, Avalanche (titolo perfetto) scatena riffs pestatissimi sull’ascoltatore, per disorientarlo poi con la successiva Somnae Tenebrae. L’equilibrio stesso tra i due musicisti è ovviamente figlio di anni e anni di affiatamento, ma chapeu! Se il risultato è questo, per me Martinez e Landrian possono persino dormire assieme. L’intero lavoro sembra essere stato concepito come una delicata armonia tra brutale ansia di vita (soprattutto nei killer riffs di Corrosion Fields e Beyond) e istantanee di pace assoluta, di liberazione dei sensi, riscontrabile nei mid tempo che costellano gli arrangiamenti (vedasi, tra tutti, l’ottava canzone: Obliteration).
Non c’è altro da aggiungere, quando c’è classe allo stato più primitivo, e dunque cristallino. Tra l’altro i Black Cobra sono ora in tour con i The Sword e i Kyuss Lives!
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4
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sembra un vizio tutto italiano quello di essere in grado di votare decentemente  |
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3
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MA PERCHè 22.16 SU 18 VOTI? D: Chi ha rovinato la media di questo capolavoro?  |
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2
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0 su 7 voti? Possibile? o.o |
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1
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Stavolta sono completamente in linea col pensiero sintetico ma coerente di Lynda, non c'è molto da aggiungere, la formula è vincente, il duo sa come giocarsela e il risultato è adrenalinico e riflessivo come e quanto basta, bel lavoro. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 - Avalanche 2 - Somnae Tenebrae 3 - Corrosion Fields 4 - The Crimson Blade 5 - Beyond 6 - Erebus Dawn 7 - Abyss 8 - Obliteration
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Line Up
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Jason Landrian (vocals, guitar) Rafael Martinez (drums)
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RECENSIONI |
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