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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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John Waite - Rough & Tumble
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( 1483 letture )
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Nume tutelare per tutti gli appassionati di rock melodico quello di John Waite. Compagno di vecchie scorribande rockeggianti e di ballate per romantici senza età, dotato di una voce meravigliosa che si aggira tra soul, rock e blues con morbidezza e ruvidità al tempo stesso, Waite mancava da qualche anno all’appello, prima di certificare il proprio ritorno col live In Real Time del 2010. La prova del nove arriva qualche mese dopo, col presente Rough & Tumble, album salutato ovunque con una stand ovation più che meritata. Che il vecchio leone non avesse cessato di ruggire lo avevamo capito tutti, ma che fosse ancora così affamato e grintoso forse non tutti lo avevano capito e questo non può che suscitare entusiasmo ed un senso quasi di appartenenza e riconoscenza, per non aver ceduto, non essersi venduto. Per essere ancora quel rocker genuino e vero fino nelle ossa che fa sempre piacere avere al proprio fianco, dopo i fasti dei The Babys e, soprattutto, da un punto di vista commerciale, dei Bad English. Una cosa che tanti brutti ceffi odierni non sanno proprio cosa possa significare. La partnership artistica che il cantante ha stabilito con il chitarrista Kyle Cook (Matchbox 20) è la scintilla che ha acceso la miccia di questa bomba hard rock. L’incontro con il chitarrista americano ha infatti permesso al cantante inglese di affrontare senza troppe paure un percorso a ritroso che lo porta ad abbracciare sonorità fresche e ruvide, a cavallo tra hard e roots rock, del tutto scevre da produzioni pompose ed affettate, alla ricerca di un approccio “vero” e puro, semplice ma al tempo stesso di gran classe. Quello che colpisce subito nell’album è proprio la franchezza con cui Waite ci spara una sequenza di grandissime canzoni, che siano composizioni originali o cover, senza chiedere permesso e senza neanche troppi convenevoli. Grande musica, approccio schietto, ottimi musicisti ed una voce che arriva a punte di emozione da sciogliere l’Antartide. Non si rinuncia a qualche puntata in territori blues né le giuste ed inevitabili influenze AOR, in un album che non può non fare felici tutti gli amanti di queste sonorità.
Waite si permette la presenza di una band semplicemente perfetta e di alcuni comprimari di lusso (tra cui anche la starlette Jennifer Paige che offre i suoi servigi di backing vocalist in If You Ever Get Lonely e Better Off Gone) che arricchiscono brani di forte impatto rock quali l’opener Rough & Tumble, l’indiavolata Sweet Rhode Island Red (dal repertorio di Tina Turner, nientemeno), l’anomala Peace of Mind che giurerei non stonare in un album di Glenn Hughes ed il blues rock rabbioso di Mr. Wonderful rendering più che discreta di un vecchio successo del cantante (dall’album Ignition, debutto solista del 1982). La seconda traccia, Shadows of Love è invece quella più vicina al classico repertorio dei Bad English, pur mancando il genio di Neal Schon e Jonathan Cain, mentre Better Off Gone è un rock radiofonico ritmato che in altri tempi avrebbe fatto sfracelli. Più vicina al classico rock roots la riuscitissima Love’s Goin’ Out of Style che, cantata da Sheryl Crow, farebbe la sua fortuna e disturberebbe i sogni di tanti giovanetti, come qualche anno fa. Se escludiamo Evil, pop rock song deliziosa anche se forse un po’ troppo ruffiana, dobbiamo poi indicare almeno quattro ballad da urlo che vanno sotto il titolo di If You Ever Get Lonely, Swyward (la canzone che gli annacquatissimi Train non saprebbero mai scrivere), Further the Sky, che vince anche il premio come miglior interpretazione, ed Hanging Tree, voce e chitarra da brividi lungo la schiena.
John Waite sorprende con questo ritorno per la freschezza di un approccio che pesca indubbiamente nella tradizione musicale statunitense, ma lo fa con una profondità ed una passione d’intenti che non lascia dubbi sulla sincerità dell’operazione. Sembra di sentire i musicisti ridere in sottofondo, mentre la musica vola, dove solo Calliope saprebbe condurla. Non il solito album da parte del cantante inglese, visto l’approccio rough che lo contraddistingue, eppure è come se la sua voce avesse da sempre solcato queste acque, tanta è la naturalezza e l’ispirazione che si respira per tutta la sua durata. Un grandissimo e gradito ritorno per un artista di razza, un chansonnier ed un farabutto, un po’ poeta e un po’ ladro, come è giusto che sia, negli USA come in gran Bretagna. Bentornato John e non farci aspettare ancora quattro anni per un album, la prossima volta.
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2
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Salute!!!  |
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Uno scrigno prezioso questo nuovo articolo. Grandissimo John Waite, e grande Lizard che ricorda i Babys! ( 'Union Jack' non dovrebbe mancare in nessuna discografia melodic rock ). Devo dire che non conosco questo 'R.&T.', però è appuntato nella solita lista kilometrica. Ben fatto Lizard, brindiamo a Calliope! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rough & Tumble 2. Shadows of Love 3. Evil 4. If You Ever Get Lonely 5. Skyward 6. Sweet Rhode Island Red 7. Love’s Goin’ Out of Style 8. Better Off Gone 9. Further the Sky 10. Peace of Mind 11. Mr. Wonderful 12. Hanging Tree
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Line Up
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John Waite (Voce) Jennifer Paige (Cori su tracce 4, 8) Kyle Cook (Chitarra, Voce, Programming su tracce 3, 4, 7, 8, 9) Luis Maldonado (Chitarra su tracce 1, 2, 5, 9, 11) Shane Fontayne (Chitarra su tracce 9, 12) Mike Webb (Hammond B3 su , 5, 6, 9) Bobby Keys (Sassofono su traccia 7) Tim Hogan (Basso su tracce 1, 2, 5, 6, 9, 11) David Santos (Basso su tracce 4, 7, 8, 10) Billy Wilkes (Batteria su tracce 1, 2, 5, 6, 11 Fred Eltringham (Batteria, Percussioni su tracce 4, 7, 8, 10) Rodger Carter (Batteria su traccia 9)
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RECENSIONI |
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