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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Eric Clapton - There’s One in Every Crowd
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( 4179 letture )
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Terzo album della carriera solista del chitarrista di Ripley, registrato in Jamaica a pochi mesi dall'eccellente 461 Ocean Boulevard (e della sua I Shot the Sheriff), l'album non riscosse un successo commerciale simile. Privo di assoli memorabili o di un cantato particolarmente ispirato, There's One in Every Crowd trova nella sua generale economia, nell'attento dosaggio delle sue forze lungo una tracklist di dieci episodi, il principale motivo di interesse: parole sussurrate, piccoli tocchi strumentali, una coinvolgente sensazione di “respiro” sono gli elementi che donano vitalità ad un lavoro che ad oggi viene ricordato più per il cane triste immortalato sulla sua copertina che per l'efficacia dei suoi contenuti. Avaro di hit, di una canzone che lo rendesse immediatamente identificabile e riconoscibile alle orecchie dell'ascoltatore più pigro, il disco può essere definito come un'opera di sottrazione, una collezione di canzoni eclettiche ma attestate su coordinate diverse, più intime e personali, da quanto ascoltato con Cream, Bluesbreakers, Derek and the Dominoes o The Yardbirds.
Tra country e reggae, pop, gospel e bossanova, There's One in Every Crowd è un sole liquido e vibrante che tramonta in quaranta minuti esatti e sembra costantemente sul punto di chiudere una storia, piuttosto che cominciare a raccontarla. Nella ripetitività dei cori dell'opener We've Been Told (“We've been told that God done warned us, Jesus coming soon”), così come tra le ombre stanche di Better Make It Through Today, emerge un disco che trova i propri contrappesi al momento, di una spontaneità pacata e sottilmente ribelle, slegato dalla logica commerciale e libero di affrescare utilizzando immagini dai colori più vari. La filastrocca infantile, la cantilena rassicurante di una canzone della buonanotte, la festosità educata di un reggae suonato con passione sono momenti tecnicamente meno incisivi ma di delicatezza eccezionale, graziati ora dalle pennellate di chitarra di Clapton (talvolta persino troppo timido, quasi in nome di una “utilitarian economy”, come la definirà Rolling Stone), ora dalle voci di Marcy Levy e Yvonne Ellimann. Il disco è dunque uno scorrere placido e regolare che si identifica nelle sue parti più umili, terrene ed emotivamente accessibili: dall'Hammond in levare di Swing Low Sweet Chariot e Don't Blame Me (quest'ultima omaggio a Bob Marley e cugina possibile di I Shot the Sheriff) al blues fumoso e maliziosamente sussurrato di Little Rachel, questo terzo capitolo solista esprime la capacità dell'artista inglese di orchestrare una storia attorno ad un focolare creativo e privato, nello stesso istante intimo ed universale, di una comunicatività epidermica che ricorda le chiacchierate di Trastevere e trascende mode e particolari contesti culturali. Il richiamo democratico ad una musicalità che sembra rinnovarsi traccia dopo traccia, colorando con uguale grazia stili diversi, è la formula che contraddistingue un album dalle atmosfere calde come i cori di Pretty Blue Eyes, ideale per l'incadescenza di un'amplificazione a valvole ed alieno ad ogni forma di urgenza digitale e collocazione discografica. There's One in Every Crowd è un gioco fatto per cullare e ricordare, dai suoni caldi ed ordinati in uno spazio tangibile e definito, ancora attuale nelle sue tinte vintage e viscose: è un disco il cui ascolto provoca un piacere naturale, una sensazione di cose sistemate al posto giusto, di diligente -ma non monotona- successione, piuttosto che di ardite sovrapposizioni. “The sky is crying, look at the tears rolling down the streets, I looked out my window, the rain was falling down in sheets”, raccontata con il fare rilassato e confidenziale di un navigato crooner (The Sky Is Crying) e scandita da un ride che sembra uscire dalle cuffie per luminosità e brillantezza, rappresenta l'esito felice col quale il chitarrista inglese sposa elementi e musicisti, costruendo atmosfere per gradi, intervenendo con il suo strumento ora classico ora elettrico per donare brevi momenti di ricchezza ed armonia ulteriore.
L'impressione che si ricava, ascoltando ed immaginando il volteggiare ipnotico del vinile, è quella di un'esperienza accomodante e di gran gusto, nel quale il compiacimento per l'ascolto si esaurisce nella sua pienezza, in un fluire -sincopato nella sola High- che potrebbe continuare a cullare efficacemente per ore, pur senza ricercare nulla di nuovo. Dai sottofondi di organo alla voce inconfondibile di Clapton, dagli assoli misurati al suono di una batteria asciutta e presente, passando per l'inaspettata freschezza della conclusiva Opposites, There's One in Every Crowd è un disco di miele e tessuto, bollori lenti e malinconici sguardi al passato (“Left alone to cry”, Pretty Blue Eyes), equilibri convinti e rispetto per l'ascoltatore, verso il quale si pone con sensibilità e misurata discrezione, indipendentemente dalla tradizione musicale con la quale sceglie di misurarsi.
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15
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E questo qui chi sarebbe?? ..... scherzo ovviamente, buon disco anche se non è il mio preferito di Clapton. |
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14
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tutti dovrebbero obbligatoriamente sentire e conoscere clapton. |
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Non è uno dei suoi dischi migliori, poco blues e come ricordato dall'ottimo Marco pochi assoli. Non adoro Clapton ma qualcosa di veramente buono l'ha fatto. @LAMBRUSCORE ricorda anche che l'acqua fa arrugginire  |
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12
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Ciao Marco! Gran bella recensione! jimi |
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11
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Io concordo a metà, adoro l acqua salata del mare e sguazzerei per ore e ore, ore e ore dentro !! L acqua di lago e fiume, bbrrrr la odio... brrr.. |
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10
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Billo, il bagno nel Po è meglio di no, ogni tanto qualcuno sparisce, succede tutti gli anni, molti non si rendono conto della sua pericolosità, io l'ho sempre detto che con l'acqua è meglio farci la doccia..... |
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9
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Grande lambruscore, e poi tutti a fare il bagno nel pò ?? io mi astengo eh, bado alle birre piuttosto  |
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Vero, il rock non è solo musica, infatti quando ho degli ospiti a casa, davanti al camino, mettiamo Orietta Berti a balla, mentre degustiamo un'oransoda frizzante o un estathe fermo, questo è far baldoria.... |
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7
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Io invece nelle fredde sere invernali adoro assaporare un buon vinello rosso, una cenetta a base di carne e, al posto di avere come sottofondo alla cena la Tv col telegiornale, un buon disco dei Pink Floyd...invece, nelle calde serate estive la birra (magari una weiss...bella fredda...) va giù che è un piacere e anche la musica cambia, qualcosa di più frizzante e vivace! Quelli che dicono che il rock non è solo muisca han ragione.... |
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Ottimo album con grandi canzoni |
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zio caro ce la posso fare scrivere oggi eh .... :-/ |
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ciao ragazzi , beh non sono stra fan di Clapton ma alcune canzoni meritano davvero!! Per il resto quoto celtic in inverno, davanti al camino mangiano un bel piattone di pasto il rosso ci va a nozze, però or come ora che arriva il caldo la birra attira di più !! ps. gente è il 13 marzo e inizia a fare caldo, a giugno muoriamo cavolo !! |
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Hola compagneros , ritengo Clapton un grande artista anche se non conosco bene tutti i suoi lavori , però più che con una birretta lo ascolterei davanti a un camino con un buon vino rosso invecchiato . |
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Eg h eh...per la birretta in riva al mare non posso che dirti BUONGUSTAIO...per Clapton non so, non credo di essere un esperto...certo c'è un caro amico mio che stravede per lui e sono anni che prova a farmi con oscere la sua musica ma con lo stesso risultato con cui io provo a fargli conoscere gli Slayer.... |
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Grande garande artista, voce unica e chitarrista stratosferico!! Quest album non lo conosco molto a parte un paio di canzoni, ma merita di essere ascoltato magari sorseggiando una birretta in riva al amre.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. We've Been Told 2. Swing Low Sweet Chariot 3. Little Rachel 4. Don't Blame Me 5. The Sky Is Crying 6. Singin' the Blues 7. Better Make It Through Today 8. Pretty Blue Eyes 9. High 10. Opposites
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Line Up
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Eric Clapton (Voce, Chitarra) Yvonne Ellimann (Voce) Marcy Levy (Voce) George Terry (Chitarra, Voce) Dock Sims (Organo, Pianoforte) Carl Radle (Basso) Jamie Oldaker (Batteria)
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