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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 2181 letture )
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Il movimento rock nel suo periodo più fulgido, ovvero dalla fine degli anni sessanta alla metà degli anni settanta, ha prodotto un numero impressionante di gruppi, alcuni dei quali, sebbene qualitativamente validi, finirono nel dimenticatoio più assoluto. Si tratta di un fenomeno del tutto comprensibile se si tiene conto della quantità di musica sfornata in quell'epoca. Nel metal una situazione analoga si è verificata durante l’esplosione della NWOBHM: troppe band ancora oggi sono inopinatamente sconosciute, forse avrebbero meritato una maggior considerazione da parte dei critici e del pubblico.
Tra le meteore risalenti all’epoca d’oro del rock ho rispolverato (il verbo qui ci sta tutto visto che era davvero una vita che non lo tiravo fuori dalla sua custodia) un vinile del 1970 degli statunitensi Frantic (originariamente si chiamavano Frantics), pubblicato dall’etichetta Lizard Records: si tratta di Conception, unico full lenght della loro carriera. Questo combo nordamericano si formò nel 1965 a Billings, nel Montana. Nel 1968 si trasferì dapprima a Santa Fe, poi a Colorado Springs, infine nel 1969 a Los Angeles. In California i Frantic fecero uscire i singoli Midnight To Six Man (una cover dei Pretty Things) e Shady Sam riscuotendo scarsi consensi. Nel 1970 è la volta del debut album, registrato nello studio di Norman Petty a Clovis (Nuovo Messico), che include, oltre alle citate canzoni, due ulteriori magistrali cover -Hey Joe di Jimi Hendrix e Little Girl di Van Morrison- e sei inediti. La loro proposta si attagliava su di un hard rock venato di psichedelia (quest’ultimo aspetto dovuto essenzialmente alle tastiere di Jim Haas), un genere che all’epoca andava molto di moda. Nella musica si riscontrano influenze degli Uriah Heep, Steppenwolf e MC5 nel contesto di un songwriting semplice e di discreta fattura, ma non quanto basta per avere successo: i Frantic si sciolsero mestamente già nel 1971. Che senso ha ascoltare oggi Conception a distanza di oltre quarant’anni? Per gli attempati come me è un’occasione per ritornare al passato glorioso del rock che traspare dirompente già dalle prime note di Baby il cui lineare riffing principale di chitarra è targato fino al midollo anni ’70, nostalgico come un vecchio giocattolo trovato per caso in soffitta e del quale si erano dimenticati l’esistenza tutti. Soddisfano, nel complesso, l’incedere di Wicked Woman (magari il refrain troppo pop lascia a desiderare) e la breve Scitnarf che rammenta vagamente il rock sudista degli Allman Brothers Band. In More of a Man è ancora un riffing abrasivo a farla da padrone, mentre Shady Sam ha una vena maggiormente umbratile; Her and Her Mountain dispone di un piglio più aggressivo; buona, nel complesso, Morning Dew, ma è Midnight To Six Man la migliore del lotto grazie al suo brillante tema portante.
Conception è un platter che merita tutto sommato di essere riscoperto, non un capolavoro, non lo è e non lo sarà mai, ma un onesto tentativo di cercare un’affermazione che, purtroppo, per i Frantic è stata solo una mera utopia.
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Nel 1970 non ero neanche un'idea  |
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Conflitto d'interessi, Lizard Records!.....mai sentiti o perlomeno solo di nome, credo boh, Saverio sgancia una copia |
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Alla scoperta di gruppi semisconosciuti del rock! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 Baby 2 Wicked Woman 3 Scitnarf 4 Hey Joe 5 More of a Man 6 Little Girl 7 Shady Sam 8 Her and Her Mountain 9 Morning Dew 10 Midnight To Six Man
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Line Up
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Max Byfuglin (Voce) Dennis Devlin (Chitarra) Kim Sherman (Chitarra) Jim Haas (Tastiere) David Day (Basso) Phil Gordo Head (Batteria)
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RECENSIONI |
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