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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Beck Bogert & Appice - Beck Bogert & Appice
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( 5063 letture )
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Beck, Bogert & Appice è l’omonimo album d’esordio (nonché unico) di uno dei cosiddetti “supergruppi” meno noti ma più talentuosi di tutti gli anni Settanta. Jeff Beck, il chitarrista, veniva dalle fruttuose esperienze con due grandi band, quali The Yardbirds e The Jeff Beck Group, mentre il bassista Tim Bogert ed il batterista Carmine Appice avevano entrambi militato sia nei Vanilla Fudge che nei Cactus, altro grande “supergruppo” statunitense. L’anno successivo, ovvero nel 1974, il trio intraprese un tour che riscontrò un discreto successo e portò alla pubblicazione di un live album, registrato ad Osaka, in Giappone. Una volta rientrati in studio, tuttavia, i tre artisti si separarono a causa dell’improvvisa e poco spiegabile decisione di Beck di abbandonare il progetto.
Lasciamo perdere la breve e sfortunata vita della band e dedichiamoci ora alla musica vera e propria. Il sound di Beck, Bogert & Appice è decisamente fresco per l’epoca, questo soprattutto per merito della compenetrazione sonora tra il blues classico e l’hard rock che in quegli anni cominciava a diffondersi. Inoltre, ascoltando con attenzione le dieci composizioni è possibile rintracciare qualche spruzzatina di southern rock, come ad esempio nell’opener Black Cat Moan. Le successive Lady ed in particolare la ballata Oh to Love You mettono invece in evidenza la vena “commerciale” del gruppo, configurandosi come dei brani più easy-listening, se non addirittura radiofonici. Interessantissima la cover di Superstition di Stevie Wonder, nell’esecuzione della quale i nostri ricordano molto da vicino le peculiarità musicali dei ben più famosi Led Zeppelin. Sweet Sweet Surrender, probabilmente la hit del disco, vira verso lidi leggermente più psichedelici -quelli dei Pink Floyd più commerciali, per intendersi- e conquista per la sua semplicità e la sua ispirazione. In Why Should I Care e Lose Myself with You le influenze hard rock hanno la meglio: per i canoni dell’epoca, i brani hanno un gran tiro e non si allontanano poi troppo dal sound dei Kiss (specie il primo), che nacquero proprio nel 1973. Livin’ Alone vanta, a sua volta, un elevato livello qualitativo e risulta quasi essere una sintesi fra Deep Purple e Dire Straits: il risultato è decisamente sorprendente, in particolare per il gran lavoro di Beck alla chitarra. I’m So Proud chiude il lotto con un’atmosfera intimistica e molto suggestiva, che stempera i bollenti spiriti rockettari dei brani precedenti e strizza nuovamente l’occhio alla radio.
In definitiva, Beck, Bogert & Appice è un disco molto gradevole, con alcuni spunti di altissima levatura. È un progetto molto particolare, vede il sovrapporsi di varie influenze e, come evidenziato, di svariate somiglianze ad altre band dell’epoca. Consiglio a tutti, specie ai più attempati, di dargli un ascolto in rete, anche perché è decisamente difficile riuscire a reperirlo ad un prezzo accettabile al giorno d’oggi.
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11
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Perché i Kiss c'entrano qualcosa? Questo album è stato pubblicato nel marzo del '73 mentre il debutto dei Kiss è di 11 mesi dopo. Va bene dover trovare sempre similitudini per far capire il lettore che cosa sta.oer ascoltare, ma scrivere di Dire Straits e Kiss per questo disco è sbagliato. Oppure è scritto male in italiano. |
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10
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Ma cosa ci azzeccano i Dire Straits che sono nati anni dopo? |
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9
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... e non e' vero, per me s'intende, che smorza i bollenti spiriti rock, devi saper la dinamica del platter, Only you r'n'r |
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8
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la canzone migliore e' la 9, per il resto peccato che non avete in baka bacheca,come cazzo si chiama, i Cactus, altrimenti capiresti perche' la figa per i rockers non capisce un cazzo! |
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7
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Un ottimo album che avrebbe meritato un seguito. è vero che all'epoca suonava simile ad altre band ed era un po' commerciale. Tuttavia è un gran bell'album che definisce senz'altro alcune delle coordinate del futuro Heavy Metal. E neanche troppo velatamente. |
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6
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Tenuto conto chi ci suona doveva essere più bello. Il live che pubblicarono di lì a poco renderà giustizia al trio. Certo che vorrei sapere come un album del genere possa avere la media del 4,5 per i voti degli utenti. Mah... Per me è un 75 |
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5
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Formazione stellare e buonissimo disco, che preferisco (al contrario del mitico Fabio) all'esordio dei Cactus... O almeno così credo! |
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4
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buon lavoro, anche se preferisco l'integrità del debutto dei Cactus; integrità hard blues che poi troverà uno sviluppo totalmente hard rock con gli Axis di 'It's A Circus World', in cui suonava il fratello Vinny ( Appice of course ) |
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3
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Ho avuto la fortuna qualche anno fa di trovarlo su cd. Peccato che invece il successivo Live sia introvabile. Bell'album, forse i tre avrebbero potuto far qualcosa di ancor più grande insieme, ma non dimentichaimo che poi Jeff Beck creò due capolavori come "Blow by Blow" e "Wired"... |
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2
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Comprato in vinile ad una mostra del disco di qualche anno fa... Molto molto bello e valorizzato nota per nota da musicisti eccelsi. Da segnalare anche l'uso di armonie vocali sempre molto utilizzate da Appice. Gran disco e grandissimo progetto, peccato sia rimasto un unicum. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Black Cat Moan 2. Lady 3. Oh to Love You 4. Superstition 5. Sweet Sweet Surrender 6. Why Should I Care 7. Lose Myself with You 8. Livin’ Alone 9. I’m So Proud
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Line Up
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Jeff Beck (Chitarra, Voce) Tim Bogert (Basso, Voce) Carmine Appice (Batteria, Voce)
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RECENSIONI |
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