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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Oerkenkjøtt - Ønskediktet
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( 3145 letture )
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E questi da dove saltano fuori? Dalla Norvegia, direbbe qualcuno, ma il discorso è un altro: questo è il disco che avremmo voluto sentire da nomi molto più altisonanti e molto meno complicati da pronunciare! Quali sono? Non si dicono, sia per evitare sterili diatribe, sia per non togliere luce a questo splendido lavoro. Stiamo parlando di un progressive metal con alte dosi di psichedelia mischiate a parti in growl parecchio convincenti e di alti livelli emozionali. Ønskediktet non è quindi un album solare da ascoltare con la macchina decappottata mentre si sfreccia su un lungomare con due biondone nei sedili dietro: non ve la darebbero. Va assaporato lentamente come un buon vino e preferibilmente al crepuscolo, dove trova la sua dimensione ideale e il flusso delle emozioni che regala può scorrere copiosamente. E’ un lavoro ermetico e in un certo senso misantropo, ma basta divagare; premiamo il tasto play, stappiamo un barolo d’annata e iniziamo l’ascolto.
Skygger Og Stv: Una melodia arabeggiante in acustico ci introduce al pezzo che non tarda ad esplodere in maniera distorta e cantata in growl. Siamo su ritmi lenti, ma è quella furia controllata che risulta efficace e mai fine a se stessa, perché quando il pezzo ritorna acustico e si ritorna alla melodia iniziale, si iniziano già ad avere quelle strane sensazioni di essere davanti ad un grande album. E così è. La voce ora sussurra, la base è ipnotica, sembra di essere sulla barca del Caronte e di essere traghettati verso i cancelli dell’inferno, che puntualmente si aprono col ritorno al growl. Un accordo lasciato aperto e il pezzo cambia totalmente pelle orientandosi su un momento che ricorda tantissimo i Tool; il cantato è ottimo, e la lingua madre del gruppo ha un suo particolarissimo fascino. La cassa raddoppia, la tempistica s’innalza ed è splendido il tema di note lunghe eseguito dalla chitarra; si viene totalmente avvolti e non c’è via di scampo. Molto bello l’intermezzo col riff in flanger; si finisce in growl e tutto funziona a meraviglia. Inutile dire che la produzione è ottima e cristallina: cosa fondamentale per il genere proposto.
Livets Fr: Un riff acustico arpeggiato con armonici in chiusura fa sempre la sua porca figura! (rima baciata di deprecabile livello) La voce clean su questa base è veramente convincente e crea il giusto livello di tensione; il crescendo vocale porta al growl e ad un tappeto distorto che viene presto interrotto da una chitarra acustica molto pennata su un accordo aperto con tanto di nacchere in sottofondo! La cassa si insinua prepotente e il pezzo di distorce in battere. Come? Chi ha detto “Versione ispirata di In Mourning e Opeth”? Eravamo d’accordo di tacere! Pazienza, ormai è fatta. Dopo un excursus nel caro vecchio swedish death metal si finisce in acustico. Ottimo.
Havet Dden Og Kjrligheten: Canzone di una bellezza indecente. Inutile e fuorviante descriverla nei suoi oltre otto minuti di sfumature di ogni tipo; è un po’ il sunto dello stile della band e l’highlight del disco. C’è tutto: progressive metal, psichedelia, clean vocals, growls, pezzi acustici, melodie, tutto. I momenti si intersecano, si rincorrono, si sovrappongono e si amalgamano in maniera praticamente perfetta. Va quindi vissuta, non letta. Da brividi.
Fem Soler: Una chitarra, una voce e dei cori: non ci vuole poi cosi tanta tecnica per emozionare. Basta sentire ciò che si sta suonando e comunicarlo, semplice, e gli Ørkenkjøtt ci riescono benissimo quasi come dei fuoriclasse. Non è ancora abbastanza? Evidentemente no, perché il basso da solo introduce una parte atmosferica da apriti cielo in cui il livello emozionale dell’album raggiunge vette altissime ed è decisamente strepitosa. Cinque minuti strumentali che regalano una band in assoluto stato di grazia. Complimenti.
Profeten: Non ci si fa proprio mancare nulla, ed ecco quindi un inizio oscuro e lento, quasi doom, che sfocia in un death metal old school da headbanging assicurato. Un pezzo violentissimo rispetto a ciò ascoltato finora: ci sta. Impressionante la capacità della band di passare da una cosa del genere a tinte più soffuse in un nanosecondo senza perdere credibilità e senza dare sensazioni di collage compulsivi. Nel finale poi succede di tutto e ci si ritrova quasi ad applaudire da soli in casa, viene spontaneo.
Rsten Fra Sten: Tre minuti di chitarra acustica, melodie arabeggianti, percussioni e tamburello di accompagnamento: tutto qua. Vince e convince, è dannatamente credibile e ben fatto nella sua semplicità. Skygger Og Stv II: L’inizio è musica estrema con una strofa che dal cantato ricorda parecchio i Meshuggah; il ritornello in clean è efficacissimo tanto quanto l’accenno di strofa con voce sussurrata in seguito. Il tutto si ripete e sfoggia un momento in stile Tool veramente molto bello. Un brevissimo spoken word sul tema e parte una parentesi di chitarra solista fatto di note lunghe e di alta qualità come siamo stati abituati fino adesso. Una serie di effetti chiude un’altra pennellata di questo gran bel quadro chiamato
Ønskediktet. Redneck Randy: Boh. … … … Double boh. … … … Mah. … … … Che è ‘sta roba? Chi è ‘sto Redneck Randy?? Pezzo totalmente fuori luogo. E’ un rock ‘n roll con voci death totalmente evitabile e trascurabile! Che ci sta a fare in un disco del genere?? Sette pezzi e via! Questa non ci voleva proprio; puro e semplice sterco in oltre quaranta minuti di magia assoluta. Peccato. Ma peccato proprio!
Tirando le conclusioni, ora, ci si ritrova un pochino con l’amaro in bocca. Senza se e senza ma, se prendiamo in esame i primi sette pezzi siamo sul 90 secco: questo è un disco che emoziona in tutte le sue atmosfere e sfaccettature. L’ultima traccia, anzi, facciamo schifezza, penalizza molto il risultato globale facendo finire il tutto in una discutibile caciara. Non è neanche scritto tra parentesi bonus track, quindi è proprio una cosa voluta! Disco consigliatissimo quindi: ben suonato, ben prodotto e magistralmente arrangiato; l’unico incomprensibile difetto gli evita di essere un must assoluto. Questo gruppo sarà in tour coi Leprous : ci sarà da divertirsi quindi, con chi ad oggi il progressive metal lo interpreta e suona come va suonato. Altro che i vecchi ruderi!
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9
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Questo disco l'ho ascoltato ancora dei mesi fa,bel disco  |
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8
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@gianmarco: Ti do anche una dritta! Il 12 ottobre saranno di supporto ai Leprous a Milano, sarà un concertone! |
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fantastica la copertina sembra di Marc Chagall , grazie Waste of Hair x avermeli fatti scoprire . Ps Franco e Pino rulleggiano |
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6
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Lo sto ascoltando proprio in questo momento e, nonostante mi renda conto che sono necessari più ascolti per assimilarlo al meglio, devo dire che è piuttosto intrigante. Mi verrebbe da comprarlo solo per la copertina, che trovo veramente incantevole. PS: intanto il solito senza-palle ha votato 30, poveretto. |
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5
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leggendo il nome del gruppo ho pensato: " ah si... certo certo " |
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lo voglio ascoltare solo per la copertina che trovo assolutamente fantastica! |
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@eli6slah: bella domanda! io l'ho trovato, ma non in Italia..All'estero lo paghi una stupidata! |
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2
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qualche sito italiano dove posso comprarlo? |
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Gran disco, è piaciuto anche a me |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Skygger Og Stшv 2. Livets Frш 3. Havet, Dшden Og Kjжrligheten 4. Fem Soler 5. Profeten 6. Rшsten Fra Шsten 7. Skygger Og Stшv II 8. Redneck Randy
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Line Up
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Christian Gronli (Chitarra) Arne Steinar Myrvang (Batteria) Hakon Vollestad (Basso) Simen Rem (Voce/Chitarra) Mikael Haukland (Voce)
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