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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3575 letture )
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Athlantis è la band di Steve Vawamas, bassista impegnato anche con i Mastercastle di Pier Gonella. In realtà, il moniker è in circolazione già da qualche anno ed il debutto ufficiale Athlantis è datato addirittura 2003. La band era stata poi ibernata dal proprio leader, il quale nel 2010 decide che fosse arrivato il momento per riportarla alla luce e chiamati attorno a se un gruppo di musicisti piuttosto ampio, che comprende l’istrionico cantante Jack Spider, il potente Enry Sydoz alla batteria, lo stesso Pier Gonella ed altri ospiti ancora, dà oggi alle stampe il presente M.W.N.D., album del ritorno ufficiale. Il lavoro si compone di undici tracce, idealmente afferenti un metal classico piuttosto arrembante ma lontano dagli stilemi del power, che non disdegna diverse inflessioni hard rock. I numerosi ospiti presenti contribuiscono generosamente donando le proprie interpretazioni, le quali, ad onor del vero, finiscono per essere spesso l’unico motivo di interesse di composizioni che difficilmente rimarranno nella storia del rock. Se non fosse stato per i nomi coinvolti, che comunque riescono in qualche occasione a fare davvero la differenza, infatti, il livello di questo M.W.N.D. farebbe tutt’altro che gridare al miracolo, prestando ben più che il fianco alle critiche, praticamente in ogni suo aspetto.
Musicalmente e compositivamente parlando, come detto, ci muoviamo nei territori del metal classico, tutto basato su ritmiche rocciose e sovente in mid-tempo, senza per questo rinunciare a dinamiche ben più dirette ed in doppia cassa, sempre ben dosata e mai invadente, in ogni caso. Le influenze hard rock ci sono e diventano del tutto evidenti in una canzone come Dry Gin che, già dal titolo, richiama non poco l’influenza delle bands ottantiane, con una melodia che si pianta nella testa contagiosamente. Nel complesso, siamo però di fronte a brani del tutto derivativi e spesso anche privi di un reale mordente, che ci si potrebbe aspettare da un gruppo di ragazzi di belle speranze al loro primo demo e non certo da un gruppo composto da musicisti di spessore e dalla lunga storia come quelli qua presenti. Brani come l’opener Madness is Rising, Getaway e The Last Judgement, per quanto in sé piacevoli, si rivelano davvero stantii e troppo sentiti, per niente aiutati dalla produzione, curata dallo stesso Steve Vawamas. Si sale leggermente di livello con Strong As Your Love, dotata di un refrain semplice ma funzionale e di un ritmo divertente e “leggero” che spezza un po’ l’andamento dell’album, preparando il terreno per l’emozionante ballad Faraway cantata da Jack Spider, qui al suo meglio, con la brava Giorgia Gueglio (Mastercastle), la quale mette del suo per elevare il pezzo finalmente ad un livello degno di tanto impegno. La citata Dry Gin finisce quindi per essere una delle migliori composizioni finora ascoltate, non fosse che risulta del tutto avulsa dal resto dell’album, e l’ottima prova al microfono di John William Tudor, non fa che aumentare l’impressione di straniamento, quasi ci trovassimo di fronte un’altra band. Lightning riporta la barra sul metal più puro e duro, ma anche qua siamo ben lontani da livelli memorabili mentre le urla finali di Spider risultano indigeste e quasi fastidiose. Sul lead singer la valutazione è bivalente: la sua timbrica stentorea ed aggressiva, che potrebbe a tratti ricordare le coloriture di Blaze Bayley, ma con un’estensione ben superiore, è senz’altro una delle cose più interessanti del disco, mettendo in luce delle inclinazioni baritonali degne di nota e vocalmente molto belle; purtroppo, non sempre il cantante riesce a calarsi nel giusto registro interpretativo e così, nonostante le evidenti doti che emergono nella citata Faraway, come in One Man, One Look, One Desire, spesso è proprio l’approccio scelto a dimostrarsi non convincente se non al limite della stonatura, in qualche caso. Ulteriore conferma di quanto detto viene con Again You, affidata nuovamente a Giorgia Gueglio, la quale contribuisce non poco a rendere questo brano il migliore presentato su M.W.N.D., anche a livello compositivo. Prima della intensa riproposizione di Faraway in versione acustica, nella quale brilla anche la prova al basso fretless del band leader Vawamas, troviamo la power-oriented Holy Call; in entrambi i casi siamo al cospetto di una buona prova di Jack Spider, il quale dimostra di essere effettivamente un cantante validissimo e molto capace, quando trova un ambiente a se congeniale. Un’ultima parola per il lavoro di Pier Gonella, che sicuramente offre una buona prestazione alle sei corde, tanto che i suoi assoli costituiscono uno dei pochi reali punti di forza di questo album.
M.W.N.D., acronimo per Metal Will Never Die, è quindi un album manierista, che si eleva esclusivamente in qualche rara circostanza e non rende assolutamente giustizia al valore dei musicisti coinvolti. Quello che rende questo album un tentativo assolutamente non riuscito è proprio il livello compositivo dei brani, diseguale e fin troppo altalenante, con una prima parte decisamente insufficiente, nella quale si avrebbe quasi l’impressione di trovarsi di fronte il demo di un gruppo alle prime armi, non fosse per l’evidente caratura degli esecutori. Le cose migliorano da Faraway in poi, ma senza mai dare l’impressione di poter decollare veramente, seppure la prestazione del gruppo si riveli più intensa e valida, specialmente per quanto riguarda l’interpretazione vocale, e la qualità di scrittura dei brani salga sensibilmente. Siamo comunque ben lontani dalla sufficienza complessiva e forse a questo punto conviene considerare il progetto Athlantis come una valvola di sfogo per composizioni che forse Vawamas era stanco di tenere nel cassetto; considerazione che spiegherebbe, tra l'altro, la disomogeneità compositiva e qualitativa del disco. Dispiace dare un giudizio così netto, ma la realtà è quella di un gruppo che potenzialmente poteva e doveva dare ben altro.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Madness Is Rising 2. Getaway 3. The Final Judgement 4. Strong As Your Love. 5. Faraway 6. Dry Gin 7. Lightning 8. One Man, One Look, One Desire 9. Again You 10. Holy Call 11. Faraway (acustic version)
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Line Up
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Jack Spider (Voce) Pier Gonella (Chitarra) Steve Vawamas (Basso) Enry Sydoz (Batteria)
Musicisti Ospiti Alessio Calandriello (Voce su traccia 3) John William Tudor (Voce su traccia 6) Giorgia Gueglio (Voce su tracce 5-9) Gianfranco Pino Puggioni (Chitarra su traccia 5)
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