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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Linear Sphere - Manvantara
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( 3687 letture )
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Esiste un disco uscito qualche annetto fa (nel 2000 per la precisione) il cui valore/voto si quantifica tranquillamente in multipli di 100. Un disco clamoroso, bellissimo, assurdo, suonato al limite e che porta il nome di A Sceptic’s Universe. Manvantara è debitore praticamente in toto a quell’album e agli immensi Spiral Architect; un difetto? Assolutamente no, ma chi conosce quel disco sa benissimo i requisiti adatti per riproporre quel tipo di sound. Di cosa parliamo, quindi? “Semplice!” Parliamo di doti tecniche e capacità esecutive assolutamente fuori dal comune, associate a un progressive metal pregno di tempi sbilenchi e a un senso di criptico alla base quasi inattaccabile. Ce l’avranno fatta i Linear Sphere, quindi, ad essere all’altezza? Andiamo a vedere.
MANVANTARA Manvantara è un concept album che parla del viaggio dell’umanità attraverso le ere, dalla nascita dell’uomo moderno fino a quella attuale, e si trova all’interno della timeline degli Indu Yugas. In un ciclo ci sono quattro Yuga:
Krita Yuga (età dell’oro dell’illuminazione) Treta Yuga (età del vizio) Dvapara Yuga (età dell’inganno) Kali Yuga (età dell’oscurità)
Un ciclo completo di questi Yuga fa un Mahayuga, e 71 Mahayuga costituiscono un Manvantara. In questo album il Manvantara vuole significare la fine di un grande ciclo che si concluderà il 21/12/2012. Non stiamo a tediarvi oltremodo coi dettagli della trama; giusto lasciare agli interessati il beneficio del dubbio e della curiosità. Addentriamoci invece nelle sei tracce del disco per concentrarci sul come questa grande storia è stata musicata.
Origin: Nell’età dell’oro pre-antica di Lemuria andarono a buon fine esperimenti genetici in cui si combinò la razza umana con un’antica razza cosmica alleata. Questi assicurarono la sopravvivenza della specie e diedero vita all’uomo moderno. Si parla poi di esplorazioni scientifiche, di uomo sempre più attaccato al materialismo e non più in simbiosi con la terra; si parla dell’inizio di una corruzione, decadenza e declino. Si parla del crollo di Lemuria a causa di un impatto cosmico e dell’inizio del periodo Kali Yuga. Oscurità. Si parte con un assalto frontale che mette subito in chiaro le cose: i Linear Sphere a livello tecnico fanno paura. Qui e per tutta la durata del disco non ce ne sarà per nessuno: uno sfoggio di esecuzione dietro l’altro senza un momento in cui poter respirare. I due minuti e mezzo introduttivi sono decisamente spettacolari, fraseggio dopo fraseggio in un’orgia di distorsione cosmica. I toni si fanno all’improvviso puliti e facciamo conoscenza con la bella voce di Jos, a cui va una menzione particolare: cantare su basi strumentali di questa levatura non è per niente semplice! A un primo ascolto è molto facile sentire la voce spaesata e fuori luogo; necessita di molti ascolti per essere compresa appieno nell’insieme. Il pezzo poi si distorce e i timbri si alzano con una linea vocale che di ripetersi non ne vuole proprio sapere; dopo un momento in battere si passa alla fusion. La band esegue il tutto con una naturalezza disarmante e un bassista che fa quello che vuole. La voce presto si sporca e diviene cavernosa, ci si sposta quasi su lidi marziali per poi tornare alla “normalità” con un altro momento jazzato. Il cantante ritorna prepotente, si ripete per la terza volta il fraseggio in battere e la traccia si conclude. Poco da dire: si rimane letteralmente annichiliti e al primo ascolto non ci si è capito una mazza! Manvantara va sentito tantissime volte con orecchio clinico e attento; non è un’opera di facile assimilazione né tantomeno di facile comprensione. Per pochi, insomma, e volutamente, crediamo.
Manvantara: Qui si esplorano ulteriormente i temi trattati nella traccia precedente, con i maestri adepti di Atlantide ingannati ad aprire la porta verso il regno dell’ombra, che rilasciò gli angeli banditi caduti sulla terra. Questa razza oscura di rettili si infiltrò nell’umanità sotto forme e fattezze umane e salì al potere attraverso l’élite dominante. Tastiera e voce effettatissima introducono il pezzo che poi si palesa con i “soliti” stilemi del gruppo; un intermezzo arzigogolatissimo ci riporta alla strofa in un batter di ciglia, che viene poi seguito da un ritornello di più facile presa. Sorge presto spontanea una domanda? Un pochino di growls qua e là non avrebbero giovato all’essenza del disco? A volte si ha la sensazione che manchi qualcosa e che il cantante si sia ritrovato ad inventarsi l’inventabile.. Tanto di cappello comunque: una prova maiuscola. Manvantara poi cita, si autocita e si contorce come un serpente glaciale in sfaccettature che solo una persona particolarmente attenta può cogliere. Buonissimo l’assolo suonato con gusto e una gran pulizia; degli stacchi lo accompagnano poi verso la fine del pezzo.
Cycle Of Ages: Si inizia in maniera lenta e con un assolo pregevolissimo su cui è inutile spendere parole. Il chitarrista padroneggia un livello di solismo davvero notevole. Il pezzo presto sfuma lasciando poi posto a una tastiera e al narratore…
E così, la fine dei tempi bui del Kali Yuga avvenne, un'epoca in cui il collegamento spirituale dell'umanità alla fonte della creazione era divenuto da tempo dimenticato. I progressi tecnologici portarono una prosperità senza precedenti per Atlantis, l'ossessione per la ricchezza materiale spogliò la terra delle sue risorse naturali e mise a nudo una popolazione profondamente corrotta dalle forze invisibili del regno dell'ombra. E come lo spirito della nostra terra sacra gridò di dolore da un'età di sfruttamento, una cometa rispose dalle profondità del cosmo, inviata dalle forze del karma, un cataclisma che avrebbe visto Atlantide distrutta ad opera delle onde. La seconda luna, frantumata in un maldestro tentativo di evitare l'impatto con energie ben oltre la comprensione dell'uomo, una civiltà cancellata dalla faccia della terra. E così, un impero senza pari nelle sue realizzazioni fu distrutto dalle conseguenze delle proprie azioni e la terra fu lasciata per guarire le sue ferite. Le potenti energie illuminanti dell’imminente Krita Yuga sarebbero presto germogliate, con l'umanità risvegliata in una nuova era di saggezza.
L’eco della parola “wisdom” lascia infine spazio alla band che in questo frangente ricorda parecchio i Dream Theater. Si sale d’intensità e il cantante è sporco, graffiante; torna sui registri principali solo col ritornello successivo. L’ennesimo assolo magistrale sposta le nostre attenzioni verso una band che suona intelligente anche quando pesta. La ripresa del ritornello mantiene la forma canzone in senso classico e tutto funziona alla perfezione. Buono l’arpeggio conclusivo sfumato dai piatti.
Inner Flame: Anche nei tempi più bui della Terra, sotto il regno segreto del reame dell'ombra, gruppi e comunità nell'ambito della civiltà provvidero a salvaguardare la conoscenza antica di origine divina dell'uomo. La storia dei secoli d'oro sarebbe stata preservata all'interno delle storie; la mitologia, la poesia e l'arte attraverso le generazioni. All'interno di questa società oscura, c’erano ancora quelli che vivevano in accordo con la natura, sviluppando la loro connessione con la Terra e una maggiore consapevolezza cosciente, che agisce per il bene dell'umanità e che incarna le virtù dell'antica Legge dell'Uno. Questi gruppi positivi di insegnanti, scienziati e maestri utilizzarono la loro tecnologia per la pace, guidando con esempio, e cercando di risvegliare le masse dormienti spiritualmente, che erano diventate ipnotizzate dalle malvagità del regno dell'ombra. Questo brano esprime il sogno di un ritorno alla pace sulla terra, libero da influenze dell'impero buio e con l'uomo intento a realizzare la sua connessione superiore. I toni si abbassano leggermente e ascoltiamo un pezzo che ha un fare quasi aor. Arioso. Probabilmente la traccia più accessibile del lotto a livello strutturale, di durata e con un ritornello che si canticchia al primo ascolto. I Linear Sphere convincono quindi, dimostrano che quando vogliono sanno anche essere semplicistici. Ovvio, si parla di semplicità nel contesto dell’album, non a livello generale; in quest’ultima ottica parleremmo invece solo ed esclusivamente di svariati livelli di difficoltà. Nient’altro da segnalare; Inner Flame è un pezzo piacevolissimo e di facile presa.
Reset Realign: Questa traccia si sposta in avanti verso l'epoca attuale, in cui il Kali Yuga sta raggiungendo la fine del suo ciclo di bassa vibrazione, in un'epoca di degrado e declino. Dall’antico Egitto fino alla nostra epoca attuale, il regno dell'ombra ha regnato sulla terra dietro le quinte, la sua forma rettiliana infiltrata nelle più alte posizioni di potere, orchestrando le guerre e la creazione di divisione fra gli uomini, una civiltà corrotta dal malefico incantesimo degli angeli caduti. Con il passaggio nell'era dell'Acquario, un nuovo allineamento cosmico aumenta il campo vibrazionale della Terra e il potere del regno dell'ombra inizia a diminuire. Con i suoi servitori oscuri della terra tagliati fuori dalla loro minore fonte di vibrazione spirituale, la magia oscura sopra l'umanità comincia a indebolirsi, con un aumento della consapevolezza tra le masse. L'umanità si sta risvegliando dal suo stato di ipnosi, e sta cominciando a mettere in discussione la realtà oscura di cui si ritrova parte. E 'un momento in cui aumentano i sospetti sui governanti delle terre, e come una finanziaria, un disastro politico o sociale segue un altro, l'avidità e la corruzione si offrono alla vista, e una realtà basata sulla manipolazione, bugie e avarizia ora è chiaramente visibile. Con la sacra data fissata nel 21/12/2012, gli angeli caduti saranno esiliati ancora dalla dimensione terrena, e il nuovo tasso vibrazionale più elevato e le energie illuminanti dell'Acquario porteranno l'umanità in una nuova dimensione oltre la sua portata. Il regno ombra sulla Terra inizierà a diminuire mentre le masse risveglieranno il loro antico legame spirituale, e le "trasmissioni di pensiero" degli antichi che manipolavano le mentalità degli uomini inizieranno a perdere il loro potere. Il pezzo inizia Meshuggah oriented per poi fare un po’ di tutto in maniera piuttosto ritmata. Notevole in questo frangente la capacità interpretativa del cantante; stupisce un altro ritornello piuttosto azzeccato con il susseguirsi di voce pulita/sporca e anche qualche screams. Degli assoli ormai non parliamo più: diventano quasi ordinaria amministrazione. Per loro, ovvio. Si prendono anche il lusso di prodursi il disco e lo fanno dannatamente bene: i suoni sono stratosferici e livellati benissimo. Tutto è percepibile e facilmente distinguibile; ogni singola nota. Ci avviciniamo alla fine del viaggio; un viaggio mirabolante musicato da dei fenomeni dell’esecuzione.
The Dawning: A decorrere dalla data sacra, la terra sarà impostata per riallinearsi in una nuova posizione cosmica, e siccome le energie illuminanti di Krita Yuga sono l’alba per l'umanità, il regno ombra andrà disintegrandosi. Gli angeli caduti saranno ancora una volta banditi dalla terra che si muoverà al di là della loro frequenza . L'umanità emergerà dal caos di questa transizione con una nuova percezione libera dalle influenze delle dimensioni inferiori vibrazionali; un tempo di riconnessione alla sua fonte divina e nuova identità spirituale. Nulla si toglie e nulla si aggiunge in quest’ultimo pezzo. Le coordinate stilistiche risultano intatte e senza variazioni di sorta; azzeccatissima la scelta di soffermarsi su pochi brani, comunque di un minutaggio notevole. Il troppo avrebbe storpiato come da proverbio e avrebbe tolto parecchio valore al disco.
21/12/2012 Tempo di trarre le conclusioni, quindi. Cosa diciamo? Che Manvantara è un gran disco. Un disco assolutamente non immediato e probabilmente per musicisti: qui di accademia ce n’è parecchia e per tutti i gusti condita con capacità tecniche assolutamente fuori dal comune. Nessun tipo di contaminazione o grandi variazioni stilistiche: il disco inizia e finisce sugli stessi stilemi. Criptico, apparentemente inaccessibile, autocitazionista e un pugno in faccia di esecuzioni spaventose una dietro l’altra. Le emozioni? Compito difficile.. Ognuno qui può percepire vibrazioni diverse, ma il denominatore comune è sempre una glacialità di fondo che potrebbe essere un grande pregio come un grave difetto. Per questi motivi Manvantara risulta privo di filler. O meglio: o non ce ne sono o risulta un filler unico composto da sei filler più piccoli. Non ci sono mezze misure, quindi. Piace o non piace. Siamo comunque un passo avanti rispetto al precedente Reality Disfunction: i pezzi sono più inquadrati, la produzione migliore e la band sembra avere le idee molto più chiare sulla strada che vuole percorrere. In tutto questo bailamme di complimenti e considerazioni positive rimane una sola unica ma grandissima macchia: gli Spiral Architect. Manvantara va obbligatoriamente confrontato con A Sceptic’s Universe perché ne sfrutta totalmente l’impronta e il sound. Il problema è che non lo contamina e non lo migliora; non fa ciò che hanno fatto recentemente (e vai col flame!) i The Faceless; Manvantara si limita ad eseguire in maniera egregia gli stilemi creati altrove 12 anni fa nella stessa identica maniera. Bisogna per forza tenerne conto quindi in ambito di valutazione: il disco è grande, ma manca di quel mordente e quella personalità che avrebbe potuto renderlo un capolavoro assoluto. Promossi quindi, ma non a pieni voti; seguiamo la cabala del terzo disco e auguriamoci il botto col prossimo lavoro. Le capacità ci sono, c’è il songwriting e c’è una grande band che merita comunque più di un ascolto.
Ah, dimenticavo! Il 21/12 che succederà allora? Finirà Kali Yuga e inizierà Krita Yuga in seguito a un grande cataclisma? Diamoci tutti una grattatina d’obbligo, Franco e Pino inclusi.
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Lo devo proprio dire? Un album strepitoso. Nella rece si parla degli Spiral Architect come assonanze. Mi spingo oltre. Manvantara ha successo dove A Sceptic's Universe fallisce, cioè nel coniugare una voce espressiva ed emozionata/nte al corredo ultratecnico della base. E all'inizio il cantato non mi piaceva. Ma poi andando avanti con gli ascolti ho capito che il vero fuoriclasse qui è proprio il cantante, che riesce sempre a far quadrare il cerchio senza perdere di sentimento (che per me è fondamentale che si senta, anche nel prog). Menzione particolare all'intro della title track che è una roba da sbavo multiplo. Voto 90. |
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Third Eye: Si sono d'accordo con te... Mi dispiace, che ti rispondo dopo quasi un anno, ma non ho avuto più opportunità. Si, queste band non le conosce nessuno, a parte qualche "erudito"... Beh, felice di conoscerle! Opeth 72: Bella citazione, fantastica... |
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Visto che opeth72 ha citato i Cynic mi è venuto in mente una cosa: in una vecchia intervista Martin Goulding ha affermato che tra i gruppi che hanno maggiormente influenzato lui e i suoi compagni d’avventura ci sono i Death e i Cynic per quanto concerne il metal tecnico e artisti quali Mahavishnu Orchestra, Chick Corea, Zappa, UK, ecc. in ambito jazz-rock. Vorrei, inoltre, soffermarmi per un attimo su alcuni dei termini che sono stati utilizzati; non condivido per esempio l’uso che si fa dell’etichetta “advanced metal”, non so neanche cosa voglia dire, i Linear Sphere molto semplicemente suonano progressive metal…. Poi sono formalmente d’accordo con Northcross quando dice che sono da inserire nel filone "band incomprese" però, in qualche modo, è un’espressione che mi lascia un po’ perplesso; non si tratta infatti di un gruppo che non è stato capito appieno o sufficientemente valorizzato, si parla piuttosto di musicisti che realizzano dischi che nessuno ascolta, tutto qua… non se li fila nessuno (il che è anche peggio per certi versi)!!! Se io un gruppo neanche lo conosco il problema di comprendere o meno la loro musica neanche si pone! |
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GRAZIE NORTHCROSS1... per la risposta... di gente preparata ce ne poca... sono del tuo parere sulle band "incomprese"... alla prossima.... ti lascio con questa citazione.. I SUONI, I RUMORI DANNO FORMA AL SILENZIO E IN ESSO SI RIVERBERA IL LORO RICORDO.... (da l'album in limine del gruppo prog finisterre..).. HTEPO |
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@Opeth72: Si ho definito gli Spiral freddi, ma dopo mooolti ascolti è cambiato tutto, sono bestiali! Comunque farei rientrare le band che in questione nel filone "band incomprese", molti dicono che hanno tecnica fine a se stessa, ma è solo un apparenza; perchè una volta assimilito è tutt'altro che solo tecnica. Anche il precedente disco di questi Linear Sphere (Reality dysfuction) mi sembra moooolto sottovalutato, è veramente complicato e di difficile digestione, ma secondo me è un grandissimo album anche quello. Comunque ti quoto al 100%, la cura è l'ascolto! Con tanti ascolti l'album si assimila e diventa tuo ed allora si che ci si diverte! |
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recensione voto 90... per alcuni commenti non posso credere che si dica che gli spiral architet siano freddi e fini a se stessi la cura e' ascoltarlo piu' volte e piu' volte penso che ogniuno di voi conosca IL BALLETTO DI BRONZO gruppo italiano che con un solo albumo YS ancora fanno parlare di loro dopo piu' di 40 anni parliamo di un altro genere (prog italiano) ma era cosi innovativo da stare avanti con i tempi... anche i CYNIC non sono stati capiti... avete mai ascoltato i RAM ZET... ma quale advanced metal non bisogna per forsa etichettare tutto e' musica per orecchie molto allenate e solo con tante ore di ascolto si possono capire e comprendere le mille sfaccettature di un arte bella e varia come il metal... |
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Voto utenti 50 mah... Sarà perchè non lo conosce nessuno questo fantastico disco, sempre bellissimo da sentire confermo il 90! Comunque dopo uno svariato numero di ascolti ho rivalutato tantissimo anche gli Spiral... Davvero Grandiosi! |
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Come al solito una grande recensione ed una nuova bella scoperta che mi ha fatto fare Gianluca. |
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Provate con i Leprous!! |
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@Waste: Quale album consigli?? Sto ascoltando qualche canzone a caso sul tubo e mi paiono veramente bravi! Spero tu abbia in programma una rece Conosci i Threshold? Se si come sono? |
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@northcross: prova i cea serin.. |
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@northcross: gli Opeth ad esempio sono un mi piace ma non mi emoziona. Ci ho provato eh, hanno fatto dei grandi dischi, ma con loro la scintilla non è mai scattata! Gli ultimi 2 dischi poi li trovo penosi: di watershed si capisce lontano un km che è stato composto a computer con una sola linea di chitarra, i riff sono veramente troppo incollati alla meno peggio. Di Heritage non parlo perché poi mi va di traverso il pranzo! Poi sono comunque gusti, ci mancherebbe, e per le emozioni non c'è una tecnica: o le dai o non le dai. Cmq se vuoi sentire un gran disco guarda nei rispolverati di oggi e cerca i beyond twilight: quello assolutamente va sentito! |
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@Waste: Non posso che concordare con te, hai detto quello che penso in maniera migliore. Penso anche ai The faceless che hai citato, bell'album ma non mi ha regalato quelle emozioni (soggettive) di cui stiamo parlando, come fa ad esempio un album degli Opeth (per restare in ambito prog). Per me è da 90 in base a queste considerazioni soggettive di musica-emozione, a mio parere migliora gli Spiral perchè è più diretto più unito nel sound... In ogni caso grandissime band! Ho sentito che forse gli Spiral faranno un nuovo album... Sicuramente se lo fanno non lo perderò  |
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@Northcross: certo, ci sta! La scintilla poi non è mai una cosa oggettiva; la musica suscita emozioni diverse ad ognuno di noi, non c'è quindi un denominatore comune in questo senso. Gli spiral sono più ermetici rispetto ai Linear Sphere, si sente; poi il concetto di ipertecnica legata alla non glacialità è un po' una pietra filosofale. Se ci pensi, non ci sono molti dischi davvero riusciti in questo senso, e la maggior parte delle volte ci troviamo una dose di mostruosità esecutive con un cantante che fa quello che può. I veri fuoriclasse, per me nel genere, sono quelli che riescono a bilanciare queste cose al meglio. |
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@Waste: Ma figurati, recensisci sempre in maniere precisa e neutra e non è poco! Con gli Spiral è una questione particolare, li trovo grandiosi ed oggettivamente è un grande album, però li manca quella scintilla di passione che fa da collante fra tecnica ed emozione che crea la musica... Cioè, per l'appunto, lo trovo freddo. Ovviamente, ad altri, questa particolarità piacerà moltissimo, perchè questa "freddezza" è un altro tipo di emozione che può piacere o no. Saprai certamente meglio di me che spesso la tecnica non è tutto, prendiamo ad esempio i Sodom con Persecution Mania (è un esempio estremissimo che non c'entra niente con questa musica, è solo per capirci): tecnicamente, paragonato a questi o agli Spiral, è lontanissimo; è monolitico, duro, forte eppure trasmette un energia e delle emozioni fantastiche ed è per me un album bellissimo. A mio parere invece questo Manvantara è il perfetto mix fra tecnica ed emozioni. Scusa se mi sono dilungato molto, ed anche per l'esempio un po scemo In ogni caso mi fa piacere scambiare opinioni in questo modo  |
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@Northcross: Ciao! Innanzitutto grazie a te! Per gli Spiral hai fatto benissimo: è un disco monumentale quello..Chiaro, come hai detto è molto freddo, ma sembra quasi fatto apposta, come un "antifurto". Ti consiglio quindi di provare ad approfondirlo di più, poi se non ti piace proprio per niente pazienza! Manvantara formalmente è un disco perfetto; ha solo il cruccio di prendere in toto il sound degli spiral; quindi non ho potuto dare 90 per questo motivo, anche se formalmente lo sarebbe. Tra il primo disco e questo c'è comunque uno stacco notevole, sia nella produzione che nel songwriting; se continuano su questa strada il capolavoró è alle porte. Ci spero. Tanto di cappello cmq a una band che ha fatto tutto da sola. |
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Ciao Waste! Come al solito grande recensione, ben fatto! Allora... Ho seguito le tue parole e mi sono andato a sentire A Sceptic's Universe (anche per prendere confidenza con questo "Advanced Metal") e, come ha scritto qualcuno nei commenti di tale recensione, non mi ha entusiasmato molto... Cioè tecnica assoluta e tutto, ma l'ho trovato freddo un po' fine a se stesso. Allora, con queste premesse, ho ascoltato questo Manvantara e beh... Ne sono rimasto estasiato, mi spiego: nonostante si senta che è stato preso a piene mani da "A sceptic Universe", i Linear Sphere li hanno conferito una loro personale impronta e lo trovo carico di cuore ed emozioni. La durata delle tracce è perfetta ed il cantato è particolare e si adatta perfettamente, mentre la tecnica è da capogiro. Ovviamente non è da 100 perchè è stato "tratto", però è una delle migliori uscite del 2012 per me siamo sul 90. Grazie per farmi scoprire certi fantastici dischi che, aihme, conosco in 4 gatti. |
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Dovrò ascoltarli, se non altro per capire che cavolo é l' "advanced metal". |
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Questo è un altro di quei dischi da inserire in cima alla lista delle prenotazioni. 'Reality Disfunction' era un album di spessore che in pochi hanno celebrato e che in molti invece hanno ignorato; questo secondo capitolo probabilmente farà la stessa fine, si perderà nel marasma generale... Peccato! Ad ogni modo, se come dice il recensore è un passo avanti rispetto al debutto, io non posso fare altro che godere! |
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Bravissimi!!! .....x me toppano sulla voce....Troppo Bruce dickinson..... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Origin 2. Manvantara 3. Cycle Of Ages 4. Inner Flame 5. Reset Realign 6. The Dawning
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Line Up
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Nicolas Lowczowski (Drums) Martin Goulding (Guitars) Jos Geron (Vocals) Steve Woodcock (Bass/Chapman Stick) Jamie Brooks (Keyboards)
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RECENSIONI |
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