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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 2872 letture )
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In the music of “Inheritance” you can find Cynic’s rhythmical virtuosity, progressive music in the vein of early Pain Of Salvation, atmospheric soundscapes of Devin Townsend and vocal parts inspired by Queen. These elements when mixed together create a very unique style and modern sound.
Vengono descritti così, con la grave mancanza della dicitura “very pallous”. D’altronde però la frase racconta il disco meglio di cui saprebbe fare qualunque recensore. Come si riassume il tutto? Una sola parola: pretenziosità. O meglio. I virtuosismi ritmici stile Cynic ci sono ma privati dell’immensa classe del succitato gruppo; i primi Pain Of Salvation cancellano questo disco dalla faccia della terra e trovare lo stile di Devin qui è un’impresa. Poi se parliamo di linee vocali in stile Queen, qual è la prima cosa a cui pensiamo? Freddy, ovvio, e la seconda? I cori. Quelli che i Blind Guardian cercano di imitare da tempo immemore. E in do stanno? Boh. Come non esistono per niente assonanze col più grande cantante di tutti i tempi.
Passiamo tutte le affermazioni al setaccio, quindi, scremiamo e parliamo di quello che effettivamente si può ascoltare da questo supergruppo made in Italy formato da membri o ex membri di DGM, Necrophagia,Dreamscape, Empty Tremor, Glory Hunter e compagnia metallica bella. Poco da segnalare: una noiosissima ora di progressive metal trito e ritrito! A dire la verità è un disco iperprodotto e suonato benissimo, ma ha il grave difetto di annoiare e di essere molle come la campagna acquisti del Milan. Le uniche scintille che scattano ascoltando il platter sono quelle dell’accendino che fa accendere una sigaretta dopo l’altra in un viavai compulsivo tipo futuro padre in sala parto che dice: “Ma quando finisce?” Non ci siamo perché le canzoni sono lunghe all’inverosimile e pregne di virtuosismi fini a se stessi con soluzioni abusatissime; non ci siamo perché non esiste una linea vocale che sia una che si possa descrivere ficcante ed efficace; non ci siamo perché la band non ha personalità, per niente. Questo è un disco di mestiere, freddo come le lande della Norvegia e senza nessun tipo di anima. Un dimenticatoio ambulante, insomma. Non ci sono sussulti, non c’è magia, non c’è voglia di riascoltare e non c’è niente che possa elevare sopra la massa un prodotto decisamente insufficiente. Oggi il commento di un utente mi ha fatto riflettere: si chiedeva se solo lui sarebbe stato in grado senza informazioni di riconoscere l’italianità di un gruppo.. In effetti è una frase che ha mille perché e mille ragioni, ma è inquietantemente vera.
Inutile quindi tediarvi oltremodo con ulteriori panegirici: evitate come la peste! Non bastano più le capacità tecniche per mascherare gli evidenti difetti di una proposta. Si, ok, a un certo livello di padronanza degli strumenti ci può arrivare chiunque, ma a scrivere grandi canzoni no; è una cosa ancora per pochi eletti e che sembrano averla capita in ancora meno. E’ questo quindi che dovrebbe distinguere una band e proiettarla nell’Olimpo: grandi canzoni, non grandi esercizi stilistici. Cosa che qui sono solo un immenso miraggio, un cammello boccheggiante in un deserto dove non troverà mai acqua. Gli Ashent suonano prog, quindi, ma non sono i Dream Thaeter, non sono i Fates Warning, non sono gli Spiral Architect, non sono i Pain Of Salvation. Sono un tentativo non troppo riuscito di essere e unire tutto ciò ma senza risultati degni di essere ricordati. Probabilmente uno snellimento delle canzoni, l’eliminazione della pretenziosità generale e il maggior uso di cuore avrebbero giovato tantissimo a questo Inheritance; purtroppo invece così è e così ce lo teniamo. Peccato, perché i presupposti e le capacità per un grande disco c’erano tutte.
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Disco di una noia "terrificante" che concilia con il sonno dalla prima all'ultima nota. L'alto livello tecnico dei componenti della band non è assolutamente in discussione da solo non basta per fare un grande album. Di melodie che rimangano impresse nella mente non vi è la minima traccia. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Eve 2. Magnification Of A Daydream 3. Shipwrecked Affair 4. Fractural 5. Spider’s Nest 6. Reinassance 7. The Starving Litany 8. Confessions Of Reimman 9. La Danzatrice Scalza 10. The Defiant Boundary 11. Labyrinthique
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Line Up
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Titta Tani (Vocals/Choirs) Onofrio Falanga (Guitars/Backing Vocals) Gianpaolo Falanga (Bass) Gilles Boscolo (Keyboards/Programming/Sax) Alessandro Cossu (Guitars) Davide Buso (Drums And Percussions)
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