|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Asgaard - Stairs To Nowhere
|
( 3189 letture )
|
Otto anni di lunga, paziente attesa, sembrano essere assolutamente valsi la pena. No, non stiamo nuovamente parlando dell’ultima, acclamata release dei Wintersun, bensì di un progetto meno noto, ma non per questo qualitativamente inferiore: il terzetto polacco Asgaard che, dopo travagliati cambi di line-up, torna sulle scene con un full-length di prim’ordine, intitolato Stairs To Nowhere, vero punto di svolta all’interno della sua ultradecennale discografia.
Infatti, già ad un primo ascolto dell’opening track Labyrinth, si comprende immediatamente come la band capitanata dall’ormai storico chitarrista Hetzer abbia deciso di intraprendere una strada diversa rispetto a quanto ci si potesse aspettare, lasciandosi alle spalle il black metal d’avanguardia che aveva contraddistinto le prime produzioni, per concentrarsi invece nello sviluppo degli elementi sperimentali e progressive, che un orecchio attento già aveva individuato nel precedente album, EyeMDX-tasy, risalente al 2004. Black metal, jazz, doom metal, progressive, elettronica di stampo tedesco, musica classica ed atmosfere sinfoniche: queste, in sintesi, le componenti principali dell’attuale stile degli Asgaard, che la band stessa etichetta sotto la dicitura transgressive post – metal. E di vera trasgressione si tratta, visto che le otto tracce presentate in quest’album non hanno nulla di convenzionale e, anzi, si differenziano in maniera notevole tra loro, restando collegate da un solo fil rouge: i vocals dell’affermato Quazarre (già Devilish Impressions). Il frontman del combo di Lewin Brzeski riesce, infatti, a dare una prova molto buona delle sue abilità, modulando la propria voce in maniera magistrale tra un clean poderoso ed elegante, che ricorda da vicino quello degli ultimi lavori di ICS Vortex, e vocals più profondi e psichedelici, capaci di andare a nozze anche con atmosfere più mistiche e avvolgenti (Marionettes). Come già segnalato, dal punto di vista strumentale, invece, Stairs To Nowhere offre sperimentazioni su ampi fronti, senza strafare nei tecnicismi, bensì dando ottima prova della solidità nella formazione dei due pilastri della band, Hetzer e Flumen. In particolare, quest’ultimo è protagonista indiscusso della release, vista l’overdose di tastiera e synth, supporto accurato ed onnipresente ai vocals, ma anche per l’attento uso degli effetti, che regalano ad alcune tracce una possente ibridazione elettronica, rendendole una novità assoluta all’interno della carriera dei polacchi (esempio rappresentativo al riguardo è God of the 3rd Millennium). Unico punto aperto al dibattito rimane quello riguardante il drumming dato che, dopo l’abbandono di Roman Gołębiowski, la band si è occupata solamente di selezionare un batterista di supporto nei live (Icanraz), preferendo lasciare alla mente di Flumen il drum programming in fase di registrazione, con un risultato tutto sommato discreto, ma che lascia ancora spazio a molti miglioramenti. Ed è davvero un peccato, visto quanto di buono il trio ha saputo costruire per un ritorno in grande stile. Ad aggiungere il tocco di raffinatezza finale, arriva tuttavia in aiuto l’oscuro ed intricato artwork firmato da Xaay, già artista di alcune delle copertine di Nile, Necrophagist e Kamelot.
Una release che farà chiaramente storcere il naso ai puristi del black metal, vista l’ampia gamma di influssi da altri generi, anche molto distanti tra loro, che pervade traccia per traccia l’intero album. Tuttavia, l’ascolto di Stairs To Nowhere potrà essere certamente essere un’esperienza caleidoscopica e molto interessante per il gran numero di appassionati delle sperimentazioni a tutto campo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
11
|
Ascoltato anche produzioni precedenti. Non li conoscevo. Direi che sono notevoli. Merci encore. |
|
|
|
|
|
|
10
|
Disco interessante anche se di non facile assimilazione. E' un di quei (rari) casi dove non è che devi ascoltarlo tante volte per fartelo piacere. E' bello ma probabilmente ascoltandolo molto può diventare eccellente. Cose nuove e in parecchi frangenti emozionanti. La voce, somiglia un po' a Hedlund dei Tiamat? Trovo infine, le parti di tastiera, veramente ottime. Au revoir et merci à Madame encore pour la signalisation. |
|
|
|
|
|
|
9
|
ma perchè si deve definirla black questa roba?Non mi sembra propio lastessa cosa.Li ho trovati parecchio noiosi |
|
|
|
|
|
|
8
|
Salutations, Madame. Merci per la segnalazione che penso sia interessante. Lo ascolterò di sicuro. A bientôt. |
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
appropriata e dettagliata,mi piace molto lo stile con cui scrivi,si sente che sei preparata |
|
|
|
|
|
|
5
|
Rispetto la recensione, e le canzoni hanno un buon sound, ma di black metal...e jazz qui ci vedo ben poco. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Benvenuta collega! Grande e meritevole esordio mia cara! |
|
|
|
|
|
|
3
|
Ogni tanto esce roba che mi può interessare, ascolterò al più presto! |
|
|
|
|
|
|
2
|
Disco molto, molto interessante. Magari il voto è un filino esagerato, però il gruppo ha potenzialità notevoli e sono sicuro che prima o poi saranno in molti a ricoprirli di elogi. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Con quest'azzeccata recensione do il benvenuto ad Elena sulle nostre pagine! Il disco scorre in modo decisamente piacevole, presto sarà mio! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Labyrinth 2. Of Pawn and King 3. God of the 3rd Millennium 4. Irradiance 5. Marionettes 6. Stairs to Nowhere 7. Cry of Moribund Butterflies 8. Within the Eyes of Angels
|
|
Line Up
|
Hetzer (chitarra, basso) Flumen (tastiera, synth, drums programming) Quazarre (voce)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|