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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Winger - In the Heart of the Young
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( 5062 letture )
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In the Heart of the Young esce il 24 luglio del 90, in piena era di cambiamento. Un periodo controverso, tra la fine del momento aureo inerente la riscoperta dell’hard rock a stelle e strisce e l’avvento della Seattle music. Tutta la pioggia di dollaroni giunta dal cielo che, fino a quel momento, ricopriva il movimento hard sparirà di lì a poco, ma i Winger sapranno resistere e ottenere chance per vivere una seconda e una terza esistenza. Un lavoro lungo, di oltre quarantatre minuti, registrato agli Enterprise Studios di Burbank in California, una copertina accattivante, un produttore come Beau Hill già presente nel loro esordio, e famoso per aver creato il sound cavalcante dei Ratt ed aver lavorato per Alice Cooper.
Can’t Get Enuff si rivela un grande singolo, patinato il giusto, con video sexy e trama musicale di ottima qualità con tutte le caratteristiche ormai tipiche della band, su tutto il martellare degli strumenti e la voce di un grande Kip, mentre il solo di Reb Beach è, come al solito, magniloquente e superbo: una band con i controfiocchi, piaccia o non piaccia. Loosen Up è kerosene incendiato, la track migliore dell’album, riff assassini, atmosfere acuminate, ritornello, cori, qui c’è la summa dei primi due album di Kip e soci, davvero una song magica, poi Miles Away da sfogo alla vena romantica del quartetto, esprimendo una ballad sognante che, mandata in loop da MTV, raggiunse la top 20 di Billboard. In tutti i pezzi si evince la grande sintonia tra i vari membri con partiture suonate al millimetro, raffinatezza, perizia musicale sublime e coralità da band divinamente integrata e capace. Easy Come, Easy Go risulta l’ennesimo singolo sfornato con chitarre e keys che vanno in coppia, un marchio di fabbrica sigillato a fuoco vivido dalla voce del bassista, anche se la resa è inferiore alle song precedenti, Rainbow in the Rose, invece, è una traccia assistita da sfumature funky e progressive, d’altronde Rod Morgenstein è l’ex drummer dei Dixie Dregs, combo jazz fusion, e lo stesso Winger si è più volte dimostrato duttile e poliedrico; la melodia saliente è degna di nota anche se lontana dai canoni hard di quell’epoca. In The Day We’ll Never See è tipicamente Winger anche se non appare proprio memorabile e azzeccatissima nelle scansioni melodiche; invece Under One Condition è una matura semiballad perlacea che sfoggia picchi di soavità da vera band americana al limite con l’AOR e la prestazione dell’ensemble si rivela da applausi, con Kip che dirige i cori e sale verso l’olimpo della libido in musica. Little Dirty Blonde è la classica track hard, sempre in stile proprio, andamento spezzato e quelle chitarre che ormai conosciamo, con un buon chorus e una traccia vocale da acchiappo femminile, una sorta di risposta allo stile del primo album, zampillato un paio d’anni prima, che conteneva molte song class. Baptized By Fire parte da un pezzo di bravura di Reb che mostra la sua capacità sullo strumento, poi scoppia una traccia che sciorina chitarre class, aggressività setosa e blasone da vendere, anche se la poca linearità della strofa influisce sfavorevolmente sulla resa, così come il rap bianco e i cori che precedono il solismo pirotecnico di Beach, uno dei migliori guitar-player di quegli anni. You Are The Saint, I Am The Sinner si riconquista la scena e detta coordinate che verranno riprese negli album successivi con aggiunte e porzioni di armonie celestiali: questa è certamente la testa di ponte gettata verso il futuro per lo sviluppo delle coordinate musicali, mentre la title track conclude questa release con un segmento che parte come ballad atmosferica, per poi trasformarsi in una scheggia molto class, intesa nel linguaggio unico della band e del suo portavoce principe: cori, batteria a stecca, chitarre tracimanti e key a colorare e determinare parti rilucenti.
I Winger sono una band straordinaria per stile personale e capacità compositive, sempre incredibili nelle loro proposte. Questo In the Heart of the Young è un lavoro superiore al brillante esordio, anche se io ho sempre preferito quest’ultimo, però la maturità compositiva e gli arrangiamenti pazzeschi di questo secondo capitolo lo collocano un gradino sopra il class-sexual-hard rock degli esordi. Due lavori splendenti che verranno ulteriormente superati da un capolavoro come Pull (93), stile musicale divino senza tanti orpelli di look e classifiche, e il mitico Karma del 2009 che coniuga melodie, stile e songwriting in stato di grazia. I Winger sono un combo ben oltre la media, superiore in tutto, una band che vale la pena di ascoltare: sbaglia chi li getta nel calderone del glam-hard da classifica e da plastificazione alla MTV. Anche questo CD merita di essere celebrato con gli ascolti, perché sprizza pedigree e maestria da ogni solco.
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12
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Hard rock di alta classe...bellissimo disco,Loosen Up potrebbe saltar fuori dal Pornograffitti degli Extreme.voto 90. |
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11
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..gran disco....qualità elevata....classe sopraffina...90....🤟 |
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10
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Bel disco, il lato A è perfetto, nella seconda parte ci sono dei filler secondo me come le tracce 9 e 10.
voto:83 |
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9
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Disco di rara bruttezza!Questo x me non è rock,tutto troppo moscio e studiato a tavolino! Sono dei virtuosi dei rispettivi strumenti ma questo genere di proposta proprio non mi piace.Sicuramente il più brutto e "plasticoso"tra i loro primi 3 dischi. |
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8
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@LAR$ lo psiconano: mica tanto. i Metallica hanno cominciato quasi 10 anni prima e hanno avuto la possibilità di affermarsi prima che arrivasse il periodo buoi per il genere. alla fine sono andati in crisi entrambi agli inizi degli anni 90, solo che i Metallica erano ormai famosi e qualsiasi porcata fatta non li ha mandati nel dimenticatoio. I Winger invece erano solo un fenomeno boom del momento e sono spariti. Se i tallica fossero partiti nello stesso periodo dei Winger ora sarebbero a friggere patatine nei fast food, con o senza master of puppets. |
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7
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superclassico del hair metal tutti quelli che dicono era inferiore al primo tutte balle si cerca il pelo nel l'uovo resta un capolavoro del genere per un periodo che purtroppo non ritornera più |
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6
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Personalmente li ritengo il top in ambito hair metal di fine anni 80...Personali e con un retrogusto prog che li differenziava da tutti...Ascoltando i lavori solisti di Kip si percepisce facilmente la genialità e la estesa visione musicale di quest o musicista..Inarrivabili!! |
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5
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Non sono daccordo con la recensione, un disco buono ma inferiore a quello di debutto in termini di carica ed energia. Buoni i singoli più duri, ottimi i momenti più riflessivi e intimisti come miles away e la title track, ma inutili ed irritanti filler come riempitivo. La band suona in modo egregio, Kip WInger ha una voce pazzesca e Reb Beach sfodera degli assoli da paura, anche se sembra contenersi quasi forzatamente rispetto al primo album. Il gruppo era costituito a tavolino per vendere più dischi possibili, qualcuno diceva pop-metal e all'epoca andavano di più dei Bon Jovi. In Italia non credo abbiano avuto lo stesso successo che in America, forse troppo tosti per le classifiche italiane, forse Winger aveva un look troppo trasgressivo e aveva una voce troppo potente ed aggressiva rispetto a Bon Jovi, più impostato e romantico come da tradizione italica. |
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4
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"class-sexual-hard rock"! Ma che merda!!! |
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3
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Hanno ben poco del gruppo per ragazzine, ma va bene lo stesso: l'importante è dare aria alla bocca. |
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2
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a me i WINGER mai piaciuto, all right, gruppo per ragazzine in calore, per questo in the video di Nothing lo freccettavo..freccettatelo anche voi, all right? Alla fine nella disputa tra Winger e Metallica, si sa chi è stato dimenticato, e chi invece è rimasto sempre all'apice. You're the loser, I am the winner |
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1
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Frankiss il disco non lo ricordo tanto bene e prima o poi lo riascolto; mi ricordo però che 'Under One Condition' sembrava uscita da 'Hope Faith & Love' dei King's X ( stesso anno ). Morgenstein sempre grande |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Can’t Get Enuff 2. Loosen Up 3. Miles Away 4. Easy Come, Easy Go 5. Rainbow In The Rose 6. In The Day We’ll Never See 7. Under One Condition 8. Little Dirty Blonde 9. Baptized By Fire 10. You Are The Saint, I Am The Sinner 11. In The Heart Of The Young
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Line Up
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Kip Winger (Voce, Basso) Reb Beach (Chitarra, Cori) Paul Taylor (Tastiere, Cori) Rod Morgenstein (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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