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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 1858 letture )
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Breve la carriera dei Gandalf che con Rock Hell, secondo disco targato 2001, terminano la loro carriera sciogliendosi in maniera definitiva, almeno fino a questo 2012. E’ onestamente un peccato, perché pur senza stravolgere gli equilibri dell’asse metallico globale, i Gandalf la loro bella figura la facevano senza dubbio, in anni in cui -forse- il clonare gli stilemi dei gruppi antesignani di un genere o di un filone non era ancora una tendenza così diffusa. In sostanza, la band, tentò di ritagliarsi il proprio posticino al sole cercando, e riuscendoci in più di qualche episodio, di far coesistere il death melodico tipicamente scandinavo (si, potete anche pensare agli In Flames) con un tipico impianto hard rock, che vedeva nelle clean vocals di Jari Hurskainen la sua parte accessibile dai più. Buona la prova del cantante, eclettico abbastanza da poter fare un buon lavoro tra screaming e parti pulite. Il resto lo fanno l’ottima verve di Kimmo Aroluoma (basso e chitarra) e soprattutto di Timo Nyberg, autore di una buonissima prova che lo vede disimpegnarsi con leggerezza tra riff, soli e passaggi acustici; Nalle Österman dietro le pelli non sfigura affatto rispetto ai suoi compagni e fa registrare una buona prestazione al pari di tutta la band.
Come dicevamo, la band più che stare a metà tra AC/DC e In Flames -cosa che si legge da più parti sul web- in realtà segue maggiormente il filone del death melodico, relegando a poche e sporadiche apparizioni un hard rock puro e cristallino come quello dei fratelli Youg. Questo elemento sembra abbastanza importante perché presentare un disco per quello che in realtà non è per niente, non sembra una grande mossa. La conferma di quanto detto potrete averla subito fin dal primo ascolto di L&X Queen, oppure di una song tiratissima quale Nightderanger che con Angus Young c’entra poco, anzi, francamente niente. Più che in campo hard rock, le somiglianze che sembrano anche abbastanza evidenti nel lavoro di chitarra, vanno cercate nelle opere dei connazionali Sentenced, dell’ottimo e compianto Miika Tenkula, prematuramente scomparso qualche anno fa. Comunque, mettendo da parte le somiglianze, bisogna riconoscere il merito ai Gandalf di aver registrato un album ispirato, senza il pericolo di cali di attenzione da parte delle nostre orecchie perché il disco ha il piglio giusto in ogni pezzo, e riesce sempre a trovare la soluzione ideale e meno banale possibile. Non cito una traccia a discapito di altre perché farei un torto all’omogeneità del disco, dato che la struttura dell’album non ci lascia rifiatare, per cui mi sento di suggerirvi un ascolto dell’intero lavoro. Nei suoi 45 minuti di durata il platter è anche abbastanza vario da evitare ripetizioni di strutture e canovacci oggi ampiamente collaudati, un po’ meno all’epoca: considerate che stiamo parlando di undici anni fa e in campo death melodico ne è stata fatta di strada in tal senso. Una menzione particolare va comunque a Castle of the Stars, simil ballad degna di nota che cresce immensamente ascolto dopo ascolto.
Senza dubbio si tratta di un buon album da parte di una band assolutamente da riscoprire e rispolverare. Certamente non stiamo parlando di un disco trascendentale, ma è pur vero che gode di luce propria, e se mi guardo in giro oggi in campo death melodico, non so se posso dire la stessa cosa di tanti gruppi ben più noti al grande pubblico. Se amate il genere, dategli una chance e non vi deluderà.
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4
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Undercover@ purtroppo! ho anche un altro nome che non riesco a ricordare che uscì più o meno nello stesso periodo con un album molto simile a questo, se mi ritorna in mente e riesco a ritrovare il cd te lo dico! |
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3
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Samba siam soli eh, nessuno se l'è filato  |
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2
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Anche io Undercover@!!! Bellissimo album che a distanza di 10 anni e passa ancora suona fresco fresco e decisamente sopra la media delle odierne pubblicazioni! |
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1
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Presi entrambi i dischi al tempo, ma degli echi Alice In Chains evidentissimi in "Mourning Sun" ne vogliamo parlare? E' un disco fortemente rock e non adatto ai classici fruitori di death melodico che lo scarterebbero subito proprio per la sua propensione ad avere una forte connotazione di quel tipo, io l'ho sempre trovato un'ottima compagnia. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. L8X Queen 2. One More for the Dead 3. Morning Sun 4. Human Value Zero 5. The Dragon 6. Geysir 7. Nightderanger 8. Live to Suffer 9. Dead Man's Hand 10. Castle of the Stars
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Line Up
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Jari Hurskainen (Voce) Timo Nyberg (Chitarra) Kimmo Aroluoma (Basso, Chitarra) Nalle Österman (Batteria)
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RECENSIONI |
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